Il cordino (inteso come strumento di misura)

Data pubblicazione: 17-set-2013 9.47.02

Il cordino è un attrezzo di misura idrografico, ma anche topografico.

Praticamente si tratta di un cavo con dei segnali ad intervalli regolari.

Da esso prende il nome il "rilievo al cordino", che è un particolare metodo che si impiega sotto banchina. Si tratta di un rilievo scala 1:500/2500 (quindi con una sezione ogni 5 metri ed una più lunga ogni 25), e con l'impiego di uno scandaglio a mano. Ne faremo oggetto di un post specifico, ma qui vediamo come costruirlo (bisogna prepararselo da soli perché non lo si trova in commercio).

Non si pensi che nell'era del GPS e dell'elettronica il sistema non sia in uso, anzi esso viene impiegato in acque ristrette perché non ha problemi (ad esempio se si passa con un single beam vicino ad una parete di un molo lo strumento impazzisce perchè gli echi spuria lo rendono cieco), e poi è impegnatissimo da quelle realtà che non vogliono dotarsi di costose e sofisticate attrezzature (che richiedono operatori specializzati). Per la mia esperienza lo ho visto usare in moltissime situazioni.

Il cordino classico ha un diametro tale da poter essere tenuto facilmente in mano dal marinaio che scandaglia dalla barca, anzi deve fare un po' da ormeggio. Quindi deve essere abbastanza grosso. Diciamo che un diametro sui 14 mm potrà andare bene. La sua lunghezza (di misura) è di 100 metri (tipicamente), ma ha bisogno di due spezzoni, alle estremità, per legarlo sul punto di zero, per tenerlo in mano, per permettere di usarne due per distanze maggiori. Si caratterizza per la presenza di galleggianti alla distanza di 5 metri uno dall'altro, ottimi sono i tarozzi da rete, facilmente reperibili in qualsiasi negozio di pesca professionale.

Procuratevi, dunque:

- 105 metri di cavo dia 14 mm

- 21 tarozzi per detto cavo

- un salvapalmo (sorta di guanto in cuoio che serve per spingere con il palmo della mano l'ago da velaio nella vela o, nel nostro caso, nel cavo)

- un ago da velaio

- un rotolo di cavetto per legature (da usare con l'ago)

- un pennarello indelebile

- una fettuccia da topografo da 50 metri, in acciaio

- un terreno pulito e libero, lungo almeno un centinaio di metri

Distendete il cavo ed infilate i tarozzi.

A tre metri da un'estremità va posto il primo tarozzo, cucitelo. Lo segnerete come "0".

Distendete la bindella da 50 metri: vi servirà per riferimento. Tesate bene cavo e bindella e segnate i 50 metri esatti. Non fate riporti di 5 metri, perché accumulereste un grosso errore.

A cinque metri dal primo tarozzo va messo e cucito il tarozzo "5", e così via fino alla fine.

Naturalmente quando arriverete ai cinquanta metri dovrete spostare la bindella per procedere dai 50 ai 100 metri.

Una piccola accortezza: il tarozzo dello 0, dei 50 e dei 100 metri vanno messi tre centimetri prima del segno reale, in questo modo avrete un riferimento migliore per distendere la bindella.

Nel cordino classico vanno segnate (con una piccola fasciatura, ovvero con qualche giro di spago cucito "nel" cavo anche le progressive 1, 3 e 7 (necessarie per il rilievo sotto banchina).