Battere un palo in mare

Data pubblicazione: 23-set-2013 13.11.48

Uno dei lavori marittimi più frequenti è l'infissione di pali e palancole.

Vediamo come procedere per i pali.

Essi, per lo più, sono circolari, praticamente dei tubi.

Un palo si infigge con un'apposita macchina, detta battipalo (ne esitono di vari tipi e sono montati in modo differente sulla gru).

Comunque per battere un palo si posiziona sul pontone una dima, ovvero una specie di telaio metallico entro cui sarà costretto, con poca tolleranza, il palo. Poi nel "buco" di questa struttura viene calato il palo finché non tocca il fondo. A questo punto si può sganciare la gru perché il tubo è fissato in due punti: la dima (sulla superficie del mare) e il fondo marino (dove sarà leggermente penetrato per effetto del peso proprio). Non rimane che "incappellare" il battipalo e cominciare l'operazione di infissione.

Il topografo ha una compito preminente in questa operazione, anzi i topografi perché sarà bene operare con due persone.

Prima di tutto, come già spiegato, si posizionerà un gavitello per l'ormeggio preliminare.

La fase successiva prevede il posizionamento del centro dima. Per effettuare questa operazione viene materializzato il centro del foro della struttura metallica. Per lo più si ricorre ad un profilato metallico con, al centro, il prisma topografico o, almeno, una palina (dipende se il posizionamento viene effettuato con total station oppure con due teodoliti per intersezione in avanti).

Siccome la dima è già saldata in coperta (a meno di casi particolari) sarà necessario far muovere leggermente il pontone che, per queste operazioni, è ormeggiato su più ancore.

Il topografo concorderà con il comandante come fornire le indicazioni: quando si traccia (è una regola generale) si possono seguire due vie: la prima prevede di comunicare "dove è" l'oggetto rispetto al teorico, la seconda, più efficace e raccomandata, è di dire "dove deve andare" il punto per giungere nella posizione desiderata.

Sarà compito del marittimo trasformare le indicazioni del topografo in manovre dei verricelli. Naturalmente sarà cura dell'operatore semplificare la vita del poveretto. Ad esempio ha poco senso effettuare il tracciamento per differenza di coordinate nel sistema geografico locale perché il comandante non opera con la bussola, ma ha solo (nel caso di un pontile) la sensazione di dove è e dove deve muoversi se l'indicazione gli viene data in "distanza lungo il pontile" e "movimento trasversale rispetto all'asse pontile" (anzi, per semplificare ancora la prima viene chiamata terra/mare e per la seconda si utilizzano nomi caratteristici come vicino/lontano dall'altro pontile esistente e cose del genere). Per questo scopo il topografo accorto ha due possibilità: o si crea uno schizzo dove si vede sia il punto battuto (ad esempio per angolo e distanza o per intersezione da due visuali) e, sovrapposto, ha un reticolo "dei movimenti"; l'altra possibilità è quella di utilizzare le coordinate "di asse pontile" tracciando in quel sistema. Naturalmente bisognerà aver rototraslato (qui per il programma) tutti i punti del progetto. In effetti vi è una terza possibilità che però non è presente su tutte le total station: il "tracciamento per linea di riferimento".

La mia personale esperienza consiglia di usare il tracciamento per intersezione in avanti, molto semplice, salvo poi convalidarlo con una misura di distanza prima di dare l'ok definitivo alla posizione. Se il topografo è valido userà invece il sistema del posizionamento per azimut e distanza e si servirà del secondo teodolite (che deve comunque essere presente per la verticalità) come controllo.

Siccome il palo è circolare le due tangenti che si possono apprezzare da una posizione sono perpendicolari, per legge geometrica elementare, al raggio. Perciò possono essere facilmente calcolate.

Si tenga sempre presente, soprattutto se si ha la possibilità di operare con total station reflectorless, che per determinare una distanza al centro palo (chiaramente inaccessibile) basta mediare le due tangenti, orientare lo strumento in quella direzione, misurare la distanza e quindi, ad essa (resa orizzontale) aggiungere un raggio (occhio solo alle distanze inclinate!).

Nell'esempio qui sotto è mostrata una tabella Excel relativa ad una stazione che deve tracciare dei pali. Nella parte superiore ci sono gli azzeramenti a varie stazioni, mentre in quella inferiore gli azimut relativi al centro palo (centro dima, e anche prisma di posizionamento) e le sue due tangenti.

Questo "trucco" si rende necessario perché durante le fasi di lavoro il prisma o il segnale di centro dima vengono tolti (per permettere l'inserimento del palo). E il topografo non ha più un riferimento da collimare con precisione. Può sempre stimare il centro del palo, ma si tratta, appunto, di una stima che oltretutto può essere imprecisa per motivi di illuminazione del cilindro.

Sempre parlando di "segreti del mestiere" ricorderò come sia bene che il topografo abbia presente quale è il diametro del palo: in questo modo potrà stimare di quanto il palo deve spostarsi (palo da 16", dia 406.4 mm, se lo si vede a 1/4, sarà fuori di 10 centimetri!). Altrettanto semplice e importante è scrivere da qualche parte quale è lo scostamento per 1cc di angolo (a quella distanza).

Dunque il palo è in dima. La dima era stata dichiarata ok.

L'operazione successiva è quella di verificare la verticalità del palo (beninteso se il palo da battere è verticale).

Per farla sarà sufficiente spostarsi sulla tangente (è tabulata), ed operare su di essa. Si lascerà, per lo più, libera la vite di blocco del movimento verticale, e quindi si potrà "scorrere" lungo la generatrice in modo da vedere se il palo è o non è verticale come desiderato. (Tra l'altro si potrà stimare anche se esso è rettilineo o meno).

Se il gruista è stato poco accorto o se il pontone non è di adeguate dimensioni possono essere stati indotti degli sforzi che hanno portato la dima fuori centro: il topografo se ne accorgerà perché se va fuori centro l'asse, vanno altrettanto fuori centro le tangenti.

Per verificare la verticalità sono necessari due strumenti. La geometria ci insegna che possono essere posizionati ovunque, purché non allineati con il palo, ma l'esperienza ci dice che una buona intersezione delle visuali facilita le cose.

Normalmente sono i primi metri di infissione quelli che vanno seguiti: dopo un po' è difficile intervenire.

Più frequente è la perdita di verticalità piuttosto che uno slittamento orizzontale in fase di percussione. Questo non può comunque essere escluso a priori perché un trovante può spostare il palo (che però, per lo più, subisce una contemporanea inclinazione).

Al solito si raccomanda di essere abbastanza generosi con le trasmissioni radio: chi segue da bordo la battitura saprà che sta andando tutto bene e sarà rinfrancato dal sapere che il sistema radio sta funzionando, che i topografi seguono costantemente l'andamento dell'operazione e che un'eventuale anomalia può fermare l'infissione in qualsiasi momento e prima che si verifichino guai maggiori.

Talvolta i pali sono anche inclinati. In questi caso il topografo può fare ben poco: per controllare l'inclinazione per lo più si usa una dima ed una bolla da carpentiere o un filo a piombo. Attenzione: se i pali sono inclinati le coordinate del loro centro variano in funzione della quota. E anche le coordinate del centro dima seguono questa legge. Quindi bisognerà tenerne conto in fase di tracciamento.

Soprattutto nei cavalletti dei pontili i pali inclinati andrebbero ad interferire con quelli verticali, perciò sono anche deviati. Anche in questo caso il topografo può ben poco, e sarà compito dell'assistente alla battitura trovare la giusta "direzione" da dare al palo. Il topografo gli segnerà (normalmente sulla dima) un punto dal quale il palo si veda verticale (praticamente il prolungamento della direzione della scarpa). L'assistente, con il suo fido filo a piombo, provvederà a dare la direzione.

Le palancole sono come dei pali, solo che sono collegate l'una con l'altra (con il "gargame"). Quindi il gruista dovrà sapere dove iniziare e dove andare. Perciò sicuramente va messo un picchetto in corrispondenza della prima palancola. Normalmente si traccia poi un allineamento cinque o dieci centimetri (concordare la misura) oltre alla linea di battitura e così l'operatore provvede ("ad occhio") a mantenere la direzione. Le verticalità vengono quasi sempre date da terra per traguardo con filo a piombo o verifica con bolla da carpentiere.