Il rilievo delle cose lunghe

Data pubblicazione: 11-ago-2016 7.31.10

Capita spessissimo, nella vita di un topografo, che gli vengano chiesti rilievi relativi a "cose lunghe", ovvero cose che sono sviluppate molto in lunghezza e molto poco in larghezza. Penso alle condutture di tutti i tipi, alle linee elettriche ma anche alle strade.

Le operazioni, per lo più, sono da condurre in presenza do un progetto di massima già stabilito, e al massimo solo per alcuni tratti è da verificare più di un'opzione.

Ad esempio quando eseguivo rilievi per le linee elettriche mi dicevano già dove sarebbe passato l'elettrodotto, per cui non restava che eseguire il profilo fra questi punti fissi. Un'altra volta ho rilevato il tracciato per un acquedotto con l'avvertenza che "doveva stare sul bordo della strada", in modo da rendere facile la manutenzione e gli allacci per le varie utenze che sorgevano lungo il tracciato.

Rilievi del genere si basano su un dato fondamentale che è la progressiva del tracciato, anche se non è il caso di dimenticare un sistema a coordinate cartesiane e un inquadramento generale.

Diciamo che normalmente gli estremi sono noti (perché individuati in carta, in natura, con il GPS o con altri sistemi); se proprio non c'è nulla conviene effettuare una poligonale a lati lunghi in modo da avere le loro coordinate e basarsi su di essi per la poligonale di tracciato vero e proprio.

Come sempre si individueranno più fasi, ovvero quella di rilievo e poi quella di tracciato, normalmente richiesta dal committente che deve "vivere" le due fasi, ovvero progetto e realizzazione.

Il progetto, comunque, si basa su una poligonale che percorre, per quanto possibile fedelmente, l'effettivo percorso che farà l'opera.

Al progettista serve sempre che sia rilevata anche una fascia di qualche decina di metri di larghezza. Nel caso, speciale, delle linee elettriche questa fascia va ampliata in presenza di una pendenza trasversale (perché va verificato se i cavi, spostati dal vento, possono interessare la parte inclinata).

Consiglio di procedere nel seguente modo:

  • attenzione alla parte matematica: dal momento che gli sviluppi devono essere reali si procederà con misure piane, ovvero senza deformazioni cartografiche. Queste, semmai, verranno inserite in un secondo momento. Mappe e GPS spesso ragionano in sistemi deformati.

  • prima di tutto, abbiamo detto, c'è bisogno di una poligonale a lati lunghi per fissare due capisaldi agli estremi che siano ben sicuri. Oggi, naturalmente, è possibile usare il GPS. Spesso ci si può appoggiare a punti trigonometrici esistenti.

  • si procede quindi ad una poligonale per così dire secondaria i cui lati rettilinei saranno coincidenti con l'opera da eseguire

  • per ogni vertice si misureranno e calcoleranno la quota e la progressiva (misurata nel senso del flusso dell'opera)

  • se vi fossero delle possibili varianti andranno rilevate da vertice a vertice della poligonale di base in modo da poter confrontare le progressive e capire se si è in presnza di una variazione della lunghezza del percorso

  • il rilievo laterale della fascia di interesse va fatto semplicemente per progressiva e per scostamento dall'allineamento. Diciamo che non è nemmeno necessario, per lo più, intervenire con un tacheometro o strumento simile, ma si potrebbe operare con fettuccia, distanziometro laser, squadro a prisma, bussola da rilevamento. Laddove fosse importante per qualche punto esterno molto significativo si potrà integrare con qualche osservazione particolare (ad esempio vicinanza con fonti di pericolo). Ricordatevi che questo lavoro andrà in mano all'esecutore, e che questi non sempre è un topografo. Siate chiari ed esaustivi!

  • molto importante è la determinazione di alcuni particolari, come intersezioni di vario genere (strade, elettrodotti, linee ferroviarie, tubazioni, linee di confine, cambi di coltivazioni). Bisognerà, in questi casi, cercare di determinare tutti i parametri possibili, come la progressiva dell'intersecato (oltre che dell'intersecante, ad esempio "Strada xx al km yy+mmm)", ma anche le quote e la tipologia di ostacolo. Infatti in presenza di intersezioni spesso è necessario predisporre degli anodi sacrificali per la presenza di correnti o altri artifizi. Invece i confini e i cambi di cultura saranno fondamentali per poter posizionare i tracciati sulle mappe catastali, operazione fondamentale per gli espropri.

Naturalmente saranno lasciati in loco i vertici perché faranno da base per il tracciamento conseguente al rilievo di base, ovvero quello che si effettuerà dopo il progetto esecutivo.

Una volta stabilito il progetto bisogna effettuare il tracciamento. L'importante è che i rettilinei non siano troppo lunghi, nel senso che se due vertici sono distanti oltre i 300...500 metri sarà bene spezzare il rettilineo. Poi andranno tracciati tutti i vertici delle curve. Se l'opera prevede uno scavo (per esempio tubazioni) è logico che i vertici siano destinati ad essere distrutti durante i lavori. Il trucco consiste nel posizionare un picchetto esterno in ogni vertice. Potendo lo si mette ad una distanza convenzionale in modo che si trovi in un'area che non sarà disturbata (normalmente 10 o 20 metri vanno bene), e non troppo distante (per poterlo posizionare con una fettuccia). Andrebbe posizionato lungo una bisettrice dell'angolo (possibilmente sempre dalla stessa parte del percorso). Siccome un picchetto si posiziona dove vuole il terreno e non dove vuole l'operatore (basta un sasso per metterlo "fuori posizione") sarà necessario, dopo averlo piantato, eseguire un rilievo preciso delle sue reali coordinate, senza cioè dare per scontato che sia stato picchiato nel posto esatto.

Non va dimenticato che squadre di operai devono poter lavorare sul tracciato. Questo vuol dire che a seconda dell'opera cambiano le esigenze. Ad esempio negli elettrodotti mi richiedevano un picchetto di centro pilone, due per indicare la direzione dei cavi e quattro orientati opportunamente per chi poi doveva realizzare il plinto di fondazione. Ogni funzionalità voleva picchetti di colore appropriato.

A questo punto bisogna predisporre le opportune tavole grafiche.

Il foglio andrà diviso in più parti:

  • superiormente il tracciato, posizionato su una ortofoto o su una CTR. Naturalmente sarà privilegiato lo svolgersi del percorso piuttosto che il Nord mappa (che però andrà sempre indicato in maniera appariscente)

  • in questa zona andrà riportata una tabella con le coordinate dei vertici compresi nel foglio, gli angoli della spezzata (importanti per chi eseguirà l'opera), le posizioni dei picchetti esterni, ovviamente le progressive

  • normalmente sotto si disegna un profilo altimetrico

  • in una terza sezione si riportano i particolari costruttivi, come valvole, intersezioni e cose del genere, curando di indicare le loro progressive

Di norma nelle tavole si riportano solo le interferenze e le intersezioni più significative.