Il cordino (inteso come tecnica di rilievo)

Data pubblicazione: 17-set-2013 9.53.08

Il rilievo "al cordino" nasce per la determinazione dei fondali davanti alle banchine, ai moli eccetera.

Viene condotto con lo scandaglio a mano. La distanza dal FB (filo banchina) viene determinata con un cavo graduato (il cordino) dotato di tarozzi da rete per marcare le distanze e garantire il galleggiamento. Normalmente si opera con un battello a remi e la posizione del barchino viene indicata da terra da un operatore che tiene in mano l'origine del sistema di misura. Per garantire una certa perpendicolarità il cordino deve essere in tensione, insomma fare un po' da ormeggio al natante. Per questo motivo deve essere un po' grosso come diametro (per tenerlo facilmente in mano) e risultare un po' teso durante le operazioni.

La scala di rilievo per una fascia di 30 metri dal FB (la larghezza di una nave di grosso tonnellaggio) è al 500, quindi una sezione ogni 5 metri. Ogni 4 cordini da 30 metri ne è previsto uno da 100 (in questo modo si "ispeziona" anche un tratto di mare dove la nave eseguirà le sue evoluzioni).

Le distanze dal FB alle quali va presa la misura del fondale sono

FB (ovvero 0, proprio in aderenza al molo perché spesso vi è una sorta di gradino subacqueo), 1, 3, 5, 7, 10, 15, 20, 25, 30. Oltre i 50 metri si può passare ad una misura ogni 10 metri, quindi a 35, 40, 45, 50, 60, 70, 80, 90, 100.

Naturalmente i cordini da 100 metri seguono le progressive indicate per quelli più corti nei primi 30 metri.

Le vecchie istruzioni che venivano date agli idrografi impegnati in questo tipo di rilievo dicevano che:

- i cordini non vanno mai incrociati (ad esempio negli angoli dei bacini dei porti) perché sullo stesso punto (teorico) avrebbero insistito due misure che teoricamente avrebbero dovuto coincidere, mentre nella realtà alle volte ci sono delle piccole discrepanze;

- i cordini più lunghi di 100 metri sono pur sempre possibili, ma vanno "ancorati" alla loro estremità con una battuta topografica.

Si comincia con il segnare con la pittura, grazie ad un cordino opportunamente disteso, il molo ogni 5 metri.

Poi si inizia il rilievo alternando il senso di misura (dal molo verso il largo e dal largo verso il molo) in modo da risparmiare sui percorsi (bisogna pur sempre remare!).

Naturalmente va segnata l'ora di ogni singola operazione per procedere, poi, alle opportune correzioni di marea.

Alla fine necessitano:

- due operatori a terra (uno dirige la barca grazie ad un prisma a squadro e scrive i dati che vengono letti dal marinaio che scandaglia), l'altro operatore tiene in mano lo zero del cordino e provvede al suo spostamento sulla sezione successiva

- due uomini a bordo, uno ai remi ed uno agli "strumenti" (cordino in una mano e scandaglio a mano nell'altra).

Poche le attrezzatura da impiegare:

- barchetta a remi, cordino e scandaglio

- orologio

- uno squadro a prisma per determinare la perpendicolare al molo e cercare di dirigervi la barca

- un eventuale sestante o altro strumento, per individuare, in corrispondenza degli spigoli delle strutture, eventuali direzioni non perpendicolari (raggiere)

Nel caso (molto frequente) che questa tecnica sia impiegata per controlli di lavori portuali (dragaggi, versamenti, formazione di mappe, eccetera) possono essere decise misure prese in altre progressive, anche se personalmente ritengo che quelle esposte siano ragionevolmente logiche per un uso generale.