Alcuni concetti base sul tracciamento

Il tracciamento (assieme ai problemi sulle quote) è uno dei compiti più ricorrenti del topografo, soprattutto quello di cantiere.

Nessun capo cantiere può operare in maniera economicamente valida senza sapere dove realizzare l'opera. Per questo motivo la sua richiesta più assillante sarà proprio quella del tracciamento (e poco gli importerà del lavoro che c'è dietro, come ad esempio la determinazione delle stazioni da cui effettuare l'operazione).

Le opere che si eseguono hanno una precisa posizione geografica, quindi è logico che esse siano progettate in un contesto noto a mezzo di coordinate assolute, insomma ad una griglia che è orientata per Nord e che è metrica (in mare talvolta essa è geografica, ovvero i dati sono espressi in latitudine e longitudine, ma per fortuna basta convertire).

In Italia spesso questa griglia è quella Gauss Boaga, ovvero quella usata dall'Istituto Geografico Militare e recepita dalla Carte Tecniche Regionali. Bisogna stare un po' attenti perché questa griglia ha una deformazione lineare (variabile in funzione della longitudine), espressa dal modulo m, che rende difficoltoso l'uso. Addirittura se si fa il confronto fra una distanza desunta dalla coordinate con quella presa in natura possono esservi delle differenze.

Roba da geodeti e cartografi.

Il povero topografo di cantiere, però, può per lo più contare su una griglia piana, xy, priva di deformazioni. Essa deriva il più delle volte dal rilievo originale, ma talvolta dall'ignoranza dei progettisti che si "dimenticano" dei moduli di deformazione ed impostano i loro sistemi di riferimento del CAD con gli "stessi numeri", insomma, linearizzano il tutto.

Molto spesso, poi, il topografo opera in un contesto esistente, ad esempio perché amplia un impianto già costruito.

Altre volte, ancora, si ha a che fare con opere che hanno uno sviluppo diverso nei due sensi, ad esempio una strada, un oleodotto, una fognatura.

Sono dei casi in cui conviene rototraslare i dati geografici in coordinate di cantiere, ed operare direttamente con essi. Naturalmente bisognerà rototraslare anche le stazioni da cui si opererà.

Ma sarà di enorme aiuto al canneggiatore perché egli, mentre lavora, ha ben chiaro il senso di avanzamento e quello ad esso trasversale, mentre non sempre ha ben presente il Nord geografico.

Anzi, per il tracciamento, spesso si usa addirittura un sistemino superlocale centrato sullo strumento e con l'asse delle y coincidente con la visuale materializzata dal reticolo del cannocchiale. In questo modo gli spostamenti da comunicare all'uomo al prisma si riducono ad "allontanati" o "avvicinati" e "spostati alla tua destra" o "alla tua sinistra" di una certa quantità che viene comunicata. In questo le moderne total station (e anche i GPS), che io definisco scherzosamente "computer con attaccato un cannocchiale" sono di insuperabile aiuto.

Da questa premessa si comprenderà bene come siano differenti e molteplici le tecniche di tracciamento, ma ne faremo oggetto di post specifici.

Quello che qui mi preme ribadire è la necessità di un controllo da effettuare sui punti tracciati.

Il più semplice modo di operare è quello di verificare con una bindella le dimensioni del tracciato. E' già qualcosa, ma se abbiamo un errore di orientamento rischiamo di aver "girato" il nostro lavoro di una certa quantità angolare che è uguale per tutti i punti. Quindi non è un controllo completo.

Talvolta il tracciato è visibile da più stazioni. Non si esiti a tracciare da quella migliore (spesso la più vicina) e poi rilevare i punti dall'altra, con successivo confronto dei "numeri".

Un'ottima alternativa per la fase di rilievo è quella di fare una "stazione libera" che si agganci ai punti circostanti e quindi, da essa, si procede al rilievo di quanto fatto.

La pagina qui riprodotta è reale, e si riferisce ad un plinto a sei pali (che andavano tracciati per i palificatori).

L'area evidenziata in giallo bordato di rosso sono i "numeri" che si sono ottenuti con il tracciamento, operando (v. colonna delle "note") dalla stazione G09 orientata sulla G12.

Sempre al 25 giugno si è eseguito il rilievo di controllo, ma questa volta da altre due stazioni. I numeri sono confrontabili e vi sono solo delle piccole differenze dovute in parte all'imprecisione e in parte al fatto che la rete delle stazioni era particolarmente ampia e soggetta a compensazione.

Quindi le coordinate "ufficiali" del tracciamento sono quelle nel citato riquadro (ma al capo cantiere sono state mostrate tutte per certificare i dati trasmessi).

Ad un certo momento (i pali erano battuti, dopo anche tagliati) si è passati alla verifica di dove erano stati infissi, e il K che compare in tabella è la tolleranza da capitolato (20 cm in x e y, 5 cm in quota).

Lo scostamento totale (ultima colonna) è la somma vettoriale dei due scostamenti, non ha valore ai fini del rispetto della specifica ma dà all'operatore un'idea generale.

Si noti come nel foglio excel proposto vi sia tutta la storia del lavoro, con la comodità, nelle varie fasi, di poter "nascondere" le righe obsolete e stampare solo l'estratto che interessava la ditta fornitrice e, soprattutto, il nostro capo cantiere.