di Alessandro Lilli
di Margherita Leone ed Emma Nanni
di Livia Latini e Federico Lissoni
Intervista all'atleta paralimpico e capitano della nazionale di pesistica italiana
Ciao Matteo, prima di diventare atleta paralimpico della squadra di pesistica italiana praticavi comunque questo sport?
Si, ma non a questo livello, andavo in palestra e mi tenevo in forma, ma non facevo gare in cui rappresentavo l’Italia.
Mi potresti raccontare la tua storia dall’inizio della tua carriera?
Certo. Ho avuto un incidente in moto nel giugno 2008 in cui ho perso la gamba sinistra. A causa dell'immobilità persi tanti chili e per rimettermi in sesto tornai ad allenarmi in palestra. L’ex proprietario della palestra vide che mi allenavo duramente e nel 2010 mi propose di partecipare ad una gara. Dopo quella competizione, ne vinsi due di seguito come campione italiano e nel 2012 mi arrivò una convocazione per la nazionale e partecipai alla prima gara internazionale della storia della pesistica paralimpica italiana a Cardiff, dove ottenni la medaglia di bronzo. In quell’anno partecipai anche alle Mondiali di Dubai e alla Coppa del mondo di Eger. Nel 2015 ho vinto la prima edizione della Coppa Italia di pesistica paralimpica e ho proseguito le mie partecipazioni in gare all’estero.
Nel 2016, 2018 e 2019, ho vinto nuovamente i campionati nazionali. Nel 2016 ho partecipato alle paralimpiadi. Nel 2020 mi sono posizionato nel ranking di qualificazione per le Paralimpiadi di Tokyo 2020.
Sono riuscito a superare il trauma perché amavo questo sport e pensavo che il passato non poteva essere cambiato e che non fosse successo nulla. Tutto ciò soprattutto grazie agli obiettivi che mi ero posto e che continuo a pormi.
Che emozione hai provato alla tua prima gara dopo l’incidente?
Ero felicissimo di ricominciare, ma alla paralimpiade ero alle stelle.
Qual è il peso più grande che hai sollevato?
Il più grande peso valido che ho sollevato in gara è stato di 173 kg. Ci sono arrivato con molti allenamenti e ho faticato molto. Come ho detto prima, è grazie agli obiettivi, che avevo e che ho ancora, che sono arrivato a questo livello.
In base alla categoria di peso, cambia anche il genere di allenamento quotidiano e la sua intensità?
Si. Più la categoria di peso è alta più devi lavorare e faticare. Ogni giorno devi fare molte rinunce perché devi tenere sempre la stessa massa muscolare e non puoi mangiare qualsiasi cosa. Io mangio sei volte al giorno e devo mangiare solo ciò che mi indica la nutrizionista.
Quando hai iniziato a praticare questo sport a livello olimpico, quale emozione hai provato ad essere nominato capitano della squadra italiana di pesistica paralimpica?
Nella gara del 2012 diventai un punto di riferimento per molti allievi che volevano arrivare a quel livello. Lì c’ero e anche adesso ci sono, anche da capitano. La cosa che dico sempre è che quando succedono cose brutte non bisogna mai arrendersi, perché da ciò che sembra un disastro, può sempre nascere una cosa fantastica, proprio come è successo a me.
Grazie Matteo di avermi dedicato il tuo tempo e FORZA!!! (Livia Latini)
23 novembre 2022
Lo sport per me è molto importante e la cosa bella è che può essere praticato da chiunque. Chi sceglie uno sport lo fa per rilassarsi o sfogarsi e per mantenersi in salute o semplicemente in forma.
Per raggiungere alcuni di questi obiettivi ci vogliono soprattutto costanza e impegno. Gli sport possono essere individuali o di squadra e possono essere praticati a livello dilettantistico o professionistico.
Esistono tanti tipi di sport che spaziano dalla ginnastica, al nuoto, allo sci, ecc. Il mio sport preferito però è il calcio.
Sebbene il calcio sia stato inventato in Inghilterra nel 1848, è uno sport molto sentito in Italia a livello nazionale. C’è chi ama praticarlo e chi lo guarda solo in TV, o chi fa entrambe le cose. A me, per esempio, piace praticarlo in prima linea!
Il calcio è uno sport divertente perché si condivide con gli amici e si pratica all’aria aperta. Ci permette di socializzare con le persone e ci insegna il rispetto verso il mister, i compagni di squadra e gli avversari, in più il rispetto delle regole.
Infatti, alla nostra età si parla di “scuola calcio”, proprio perché questo sport ci fornisce degli insegnamenti, giocando con un pallone. Cosa può esserci di meglio?
Non è esattamente come la scuola che frequentiamo tutti i giorni!
Nel calcio non serve solo pratica, ma anche intelligenza, astuzia, impegno e soprattutto tanta passione!
Poche persone della mia età giocano a calcio per passione. Io, invece, nel mio piccolo, ne metto tanta!
In ogni sport, unendo l’impegno alla passione, si possono raggiungere dei risultati eccellenti, se si è ben dotati!
Nel calcio c’è anche la tifoseria, che è molto eccitante e ti dà una carica incredibile!
Negli sport competitivi come il calcio si impara anche ad accettare le sconfitte, a riconoscere i propri errori e si trova la spinta per migliorare. Tutti questi insegnamenti possono essere riportati anche nella vita di tutti i giorni.
Il calcio è per chiunque, sia maschi che femmine. Certo, noi maschietti siamo un po’ più “fissati”, quindi, qualche ragazza potrebbe trovare un po’ noioso questo articolo! (Federico Lissoni)
27 novembre 2022