Il primo stasimo dell'Antigone di Sofocle è un canto corale di grande importanza all'interno della tragedia. In esso, il poeta sviluppa una profonda riflessione sulla condizione umana, intrecciando tematiche di natura etica e politica. Questo stasimo si distingue per la sua intensità e per la capacità di evocare la complessità dell'esistenza umana. È uno dei cori più famosi di Sofocle e della letteratura greca in generale
Ecco alcuni aspetti chiave del primo stasimo:
Lo stasimo si presenta formalmente come un inno, ma manca qualsiasi riferimento al mito o alle divinità: il protagonista della riflessione tragica è l’uomo. La struttura dello stasimo è molto nitida: si apre con una massima sulla δεινότης dell’uomo e si chiude ad anello sulla dissociazione del coro da chi accoglie il male accanto a sé.
La riflessione riguarda le conquiste dell’uomo sulla natura (1° strofe) e sugli animali (1° antistrofe); poi si passa alle conquiste intellettuali (2° strofe) e al loro uso nella polis (2° antistrofe). Lo stasimo si inserisce in una riflessione più ampia intorno al tema del progresso, molto dibattuto nell’Atene del V secolo.
Riflessione sulla condizione umana: Il coro esprime meraviglia e sgomento di fronte al mistero dell'essere umano. I versi iniziali del canto sono particolarmente potenti, sottolineando la grandezza e la problematicità dell'uomo. Il coro riflette sulla capacità dell'uomo di superare ostacoli e difficoltà, ma anche sulla sua vulnerabilità.
Temi etici e politici: Lo stasimo introduce questioni cruciali per la comprensione della tragedia. Si affronta il tema del rapporto tra l'uomo e le leggi, sia divine che umane. Il coro si interroga sulla giustizia e sulla necessità di autodifesa della comunità politica, temi che emergono anche nel "discorso della corona" di Creonte.
Centralità all'interno della tragedia: Il primo stasimo è strettamente collegato allo sviluppo della trama. Segue il prologo, in cui viene presentata la figura eroica di Antigone, e precede l'episodio centrale del dramma, ovvero lo scontro tra Antigone e Creonte. Questo canto corale si trova all'interno di una struttura più ampia, che include il prologo, la parodo (il canto di ingresso del coro), gli episodi (le scene in cui gli attori agiscono e dialogano) e gli stasimi (i canti corali che commentano l'azione).
Interpretazioni e traduzioni: Data la sua densità concettuale, ogni traduzione del primo stasimo porta con sé il peso di complesse questioni interpretative. Il confronto tra diverse versioni ad opera di studiosi autorevoli può stimolare una comprensione più profonda dei passaggi cruciali del canto.
Il ruolo del coro: Il coro è un personaggio collettivo e svolge un ruolo significativo nelle tragedie greche. I canti del coro, come il primo stasimo, forniscono una prospettiva ulteriore sull'azione e sui personaggi. Il coro non è solo uno spettatore, ma partecipa attivamente all'azione tragica, commentando e interpretando gli eventi.
All’interno dell’azione tragica dell’Antigone esso si presenta come un commento all’audacia dell’eroina che ha osato violare l’editto di Creonte
I principali problemi esegetici che il brano presenta sono:
La traduzione di δεινός che può avere un’accezione sia positiva che negativa, o anche entrambe, a sottolineare il carattere enigmatico della natura umana che ha in sé il peggio e il meglio.
I due termini ὑψίπολις vs ἄπολις. Il primo è un neologismo. Difficile comprendere a chi si riferiscano i due termini: a Creonte? Ad Antigone? A entrambi? Il loro contrasto enfatizza la possibilità di scelta dell’uomo e il carattere neutro del progresso.
Dal punto di vista stilistico si può notare:
L’uso della paratassi e dell’enumerazione per amplificare l’effetto di accumulo delle conquiste umane, dell’anafora (δεινός) e dell’antitesi che lega fra loro alcuni concetti cardine
Notevoli gli hapax e i termini del lessico medico e storico.