La parodo dell'Agamennone ha una struttura complessa. Essa comprende diverse sezioni:
Recitativo del corifeo: sequenza anapestica abbastanza lunga durante la quale i coreuti prendevano posto nell’orchestra (vd. Approfondimento)
Triade: Strofe α -Antistrofe- Epodo
Strofe β -antistrofe*
Strofe γ* -antistrofe
Strofe δ -antistrofe
Strofe ε -antistrofe
Strofe ζ-antistrofe
* = Inno a Zeus
La Parodo, cioè l'ingresso del Coro, inizia al v. 40. È una parodo eccezionalmente lunga; la più lunga di tutto il teatro tragico greco. Il suo inizio è segnato dalla sigla Χορός. Nella parte anapestica, il coro di anziani argivi ricorda che sono trascorsi dieci anni da quando Agamennone e Menelao sono salpati con la flotta per dirigersi contro Troia. Essi vengono paragonati ad avvoltoi privati dei piccoli. Un dio sente il loro lamento e invia le Erinni, i demoni della vendetta. Così Zeus, protettore degli ospiti, invia gli Atridi contro Paride generando una lunga guerra. Nessuno che sia perseguitato dalle Erinni può placare l’ira degli dei.
Gli anziani argivi si paragonano ai bambini, dunque esclusi dalla guerra e simili a fantasmi per il loro procedere incerto. Il coro si rivolge poi alla regina Clitemestra per chiederle quali novità ci siano: essi vedono infatti le fiamme e il fumo di numerosi sacrifici tutto intorno alla regina.
Nella sezione strofica (cantata), il Coro ricorda vari momenti della partenza della spedizione, cominciando da un’apparizione: due uccelli, uno nero e uno bianco appaiono vicino al palazzo mentre divorano una lepre incinta. L’indovino Calcante ritiene che la scena significhi che la dea Artemide è ostile agli Atridi e teme che si renda necessario un secondo sacrificio, dalle terribili conseguenze.
Dopo la triade, il coro canta il cosiddetto ‘Inno a Zeus’: è un punto cruciale della Parodo e dell’intera tragedia: il racconto si interrompe per una riflessione. Il coro ragiona sul nome di Zeus e decide di usarlo anche se non è certo che sia il nome giusto, ma con la fiducia che sia un nome gradito. Soltanto rivolgendosi a Zeus ci si può liberare dal peso della preoccupazione della profezia di Calcante. Gli altri dèi venuti prima di Zeus – Urano e Crono – sono inferiori a lui e sono stati vinti. Zeus ha stabilito la legge dell’ “apprendimento nella sofferenza”
Terminato l’’inno’ riprende il racconto: l’esercito è funestato dalla mancanza di venti e dai venti contrari, provenienti da Nord e da una tempesta. Calcante fa allora una nuova profezia e rivela il volere di Artemide: un rimedio che fa piangere gli Atridi. Allora Agamennone parla ed esprime il suo dilemma: sacrificare la figlia o essere un disertore? Decide di sacrificare la figlia. Il coro commenta negativamente la decisione, sia pure presa sotto costrizione.
Reperire (eventualmente) il testo - il web offre molte possibilità per reperire i testi della letteratura greca in versione in versione digitale: fra le più complete, le collezioni Perseus Project; Alpheios; Poesia latina. digitale: fra le più complete, le collezioni Perseus Project; Alpheios; Poesia latina - e incollarlo in un documento di testo.. Reperire anche la traduzione, dai libri con testo a fronte o tramite una ricerca sul web. Le traduzioni d'autore sono spesso non letterali, aiutano nella comprensione globale del testo ma poi è necessario allineare i due testi.
Tradurre vuol dire mettere a confronto una lingua, la lingua di partenza in cui sono stati scritti i testi che vogliamo tradurre, con un'altra lingua, la lingua di arrivo; per trovare quei costrutti e quelle parole nella lingua di arrivo che possano rendere al meglio significati e costrutti dell'originale. Questo lavoro di confronto può essere fatto anche senza tradurre effettivamente: allineando il testo originale e una sua traduzione, cioè cercando quale parola di una lingua corrisponda a quale parola dell'altra, oppure lavorando su due testi già allineati. In questo modo ci si può concentrare sul testo anziché sulla traduzione e si possono cogliere molti aspetti che andrebbero perduti se ci si concentrasse solo sul dover tradurre. Si possono usare diversi strumenti, come Ugarit (vedi ⬇️). Se lo si preferisce si può fare questo lavoro in modo più tradizionale dal libro di testo, usando le note o annotando personalmente il testo stampato. Sia Perseus che Alpheios posseggono dei tool che aiutano a tradurre, se ci si vuole cimentare con una traduzione ex novo, o si vuole realizzare un traduzione di servizio, letterale.
Usa il sito Ugarit per allineare testo e traduzione. Usarlo è molto semplice: fai il log-in; clicca su Translation Alignment Editor, poi su New Alignment. Si aprirà una finestra con due colonne: su una di esse incolla il testo originale ; sull'altra la traduzione. Compila i campi richiesti, selezionando la lingua del testo originale e della traduzione, poi clicca su Align e comincia ad allineare: clicca su una parola del testo orginale e sulla corrispondente parola della traduzione. Infine salva, cliccando su Save.
Sulla piattaforma Alpheios, individua i versi iniziali della parodo (recitativo). Usa la traduzione per allineare i due testi su Ugarit
Dopo la conclusione del prologo, in cui la vedetta ha recitato in trimetri giambici, entra il coro, preceduto da un suonatore di flauto senza maschera e, con passo ritmato, prende posto nell’orchestra: mentre ‘marcia’ declama i versi 40-103 che sono pertanto un ‘recitativo’. Il verso di questa sezione è l’anapesto.
Al verso 104 inizia la parte strofica: si tratta di un canto vero e proprio, realizzato attraverso la ripetizione di una melodia. Poiché non possediamo la melodia, deduciamo questo dalla metrica: infatti la stessa sequenza metrica si ripete varie volte. In dettaglio distinguiamo:
1. la strofe
2. l’antistrofe
che hanno lo stesso schema metrico. Probabilmente anche i passi di danza erano gli stessi ma forse compiuti prima in una direzione (strofe) poi nell’altra (antistrofe).
Questo schema strofe-antistrofe si ripete varie volte. Nel testo è segnalato con l’abbreviazione (in greco) ‘str.’ ‘ant.’ e le lettere dell’alfabeto.
La parodo dell’Agamennone comprende 6 coppie strofiche, più precisamente una triade e 5 coppie strofiche. La triade è composta da:
strofe – antistrofe – epodo (una sezione che ha diversa metrica e, probabilmente, diversa melodia).
Alla fine di ciascuna strofe della triade viene ripetuto identico un verso: si chiama efimnio.