La sclerosi multipla è una malattia immuno-mediata che colpisce il sistema nervoso centrale, con effetti sulla sostanza bianca e grigia. Questa condizione porta a demielinizzazione, neurodegenerazione e lesioni assonali, influenzando significativamente le funzioni cognitive dei pazienti.
I deficit cognitivi nella sclerosi multipla possono manifestarsi fin dalle prime fasi della malattia[3] e incidere notevolmente sulla qualità di vita, anche in presenza di minore disabilità fisica[2]. Tuttavia, il valore prognostico di questi problemi neuropsicologici al momento della diagnosi non è stato completamente chiarito.
Pitteri e collaboratori[5] hanno esaminato retrospettivamente i dati neuropsicologici e di risonanza magnetica di 78 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, raccolti 8 anni prima. I pazienti erano stati valutati con la Batteria Breve e Ripetibile di test Neuropsicologici di Rao[1] e sono stati monitorati ogni sei mesi per disabilità, stato di malattia, volume di lesione della sostanza bianca e assottigliamento corticale.
I pazienti sono stati divisi in tre gruppi basati sui risultati neuropsicologici:
Cognitivamente normali (senza punteggi deficitari)
Con deficit cognitivo lieve (uno o due punteggi deficitari)
Con deficit cognitivo severo (tre o più punteggi deficitari)
I test della batteria includevano:
Selective Reminding Test (apprendimento di parole)
Spatial Recall Test (apprendimento visuo-spaziale)
Symbol Digit Modality Test (velocità di elaborazione)
Paced Auditory Serial Addition Test – 3 (PASAT-3, calcolo e attenzione sostenuta)
Word List Generation (fluenza verbale)
L'analisi ha rivelato che solo la valutazione neuropsicologica era un predittore significativo della progressione della malattia e dell'assottigliamento corticale dopo 8 anni. Essere nel gruppo con deficit cognitivo lieve o severo era indicativo di un andamento più negativo della malattia, con maggiore disabilità, atrofia corticale e segni di conversione a SM secondariamente progressiva.
Interessante è che solo il PASAT-3 tra i test singoli si è dimostrato predittivo.
Conclusioni: Questa ricerca evidenzia l'importanza delle valutazioni neuropsicologiche iniziali nei pazienti con SM per una migliore comprensione della prognosi della malattia. Solleva interrogativi sull'utilità di batterie di test più brevi e sulla necessità di valutare più ampiamente domini cognitivi come attenzione, funzioni esecutive e linguaggio. La ricerca suggerisce che una valutazione neuropsicologica dettagliata può fornire informazioni preziose sulla progressione della malattia.
Riassunto Breve: Una ricerca ha dimostrato che i deficit cognitivi misurati all'inizio della sclerosi multipla possono predire la progressione della malattia e l'assottigliamento corticale dopo 8 anni. I test neuropsicologici, in particolare il PASAT-3, sono stati identificati come strumenti utili per predire l'evoluzione della malattia. Questo studio sottolinea l'importanza di valutazioni neuropsicologiche complete per prevedere la progressione della SM e solleva questioni sull'adeguatezza delle batterie di test brevi.
BIBLIOGRAFIA