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L'afasia, disturbo del linguaggio spesso conseguente a lesioni cerebrali, è stata oggetto di numerosi studi focalizzati sulla comprensione della relazione tra i deficit linguistici e altre funzioni cognitive, in particolare l'attenzione. Recenti ricerche indicano che i disturbi attentivi possano influenzare le capacità comunicative e linguistiche delle persone con afasia, suggerendo un'intrinseca connessione tra questi due domini cognitivi.

Una squadra di ricercatori statunitensi ha approfondito questo legame attraverso uno studio[2] che mirava a determinare la presenza di deficit attentivi nei pazienti con afasia e a valutare come questi potessero influenzare le capacità linguistiche. Gli individui coinvolti sono stati sottoposti al Conners’ Continuous Performance Test II (CPT-II), un test attentivo che misura la reattività a stimoli visivi, e alla Western Aphasia Battery Revised (WAB-R), per valutare i vari aspetti dell'afasia.

I risultati hanno evidenziato che circa metà dei pazienti afasici presentava deficit nell'attenzione sostenuta, particolarmente nei soggetti con una forma più grave di afasia. Queste difficoltà erano meno evidenti nella distinzione tra afasia fluente e non fluente. Interessante è stata la scoperta di una correlazione significativa tra i punteggi nei test di attenzione e quelli nei test linguistici; i deficit attentivi sembrano, quindi, accompagnare un aumento dei deficit linguistici.

Da ciò emerge l'importanza di una valutazione formale delle capacità attentive nei pazienti con afasia per determinare come queste possano influenzare le abilità comunicative e la partecipazione sociale. I risultati suggeriscono che gli interventi volti a trattare l'attenzione potrebbero essere benefici per i pazienti con afasia[1][3][4], in quanto i deficit di attenzione sostenuta e focalizzata potrebbero impedire ai pazienti di recuperare, confrontare e manipolare efficacemente le informazioni fonologiche e semantiche.

Le future ricerche potrebbero espandere questi risultati includendo pazienti con diversi tipi di lesioni cerebrali e afasia, per approfondire la comprensione delle relazioni tra i vari tipi di attenzione, le caratteristiche dell'afasia e le specifiche lesioni cerebrali. Questo potrebbe portare a trattamenti più mirati e a una gestione più efficace dei pazienti con afasia.Inizio modulo

BIBLIOGRAFIA

1. Caplan, D., Waters, G., DeDe, G., Michaud, J., & Reddy, A. (2007). A study of syntactic processing in aphasia I: Behavioral (psycholinguistic) aspects. Brain and Language, 101(2), 103-150.

2. Hula, W. D., & McNeil, M. R. (2008, August). Models of attention and dual-task performance as explanatory constructs in aphasia. In Seminars in speech and language(Vol. 29, No. 03, pp. 169-187). © Thieme Medical Publishers.

3. Lambon Ralph, M. A., Snell, C., Fillingham, J. K., Conroy, P., & Sage, K. (2010). Predicting the outcome of anomia therapy for people with aphasia post CVA: Both language and cognitive status are key predictors. Neuropsychological Rehabilitation, 20(2), 289-305.

4. Murray, L. L. (2012). Attention and other cognitive deficits in aphasia: Presence and relation to language and communication measures. American Journal of Speech-Language Pathology, 21(2), S51-S64.

5. Murray, L. L., Keeton, R. J., & Karcher, L. (2006). Treating attention in mild aphasia: Evaluation of attention process training-II. Journal of Communication Disorders, 39(1), 37-61.

6. Pérez Naranjo, N., Del Río Grande, D., & González Alted, C. (2018). Individual variability in attention and language performance in aphasia: a study using Conner’s Continuous Performance Test. Aphasiology, 32(4), 436-458.

7. Villard, S., & Kiran, S. (2015). Between-session intra-individual variability in sustained, selective, and integrational non-linguistic attention in aphasia. Neuropsychologia, 66, 204-212.