Spesso ci troviamo a dimenticare informazioni che consideriamo noiose, mentre quelle che suscitano il nostro interesse sembrano incidersi nella mente con maggiore facilità. Questo fenomeno è noto, ma la vita di tutti i giorni ci sfida continuamente ad apprendere dati che riteniamo superflui o meno stimolanti, che tendono a svanire rapidamente dalla nostra memoria.
Di fronte a questo dilemma, uno studio dell’Università della California[1] fornisce un insight significativo: la curiosità potrebbe essere la chiave per migliorare la nostra capacità di memorizzazione. Nel dettaglio, lo studio ha osservato i partecipanti mentre apprendevano informazioni banali e simultaneamente venivano mostrati dei volti non correlati al compito. Interessante è stato notare che i volti presentati insieme a nozioni percepite come interessanti venivano ricordati molto di più, anche quando non era richiesta la loro memorizzazione.
Questo suggerisce che la curiosità potrebbe non solo aumentare la nostra capacità di memorizzare informazioni direttamente rilevanti ma potrebbe anche migliorare il ricordo di informazioni circostanti, anche se considerate secondarie. Gli studi sono ancora preliminari e richiedono un approccio cauto, in attesa di conferme e di ricerche future che approfondiscano i meccanismi alla base di questo fenomeno. Tuttavia, le implicazioni per le metodologie didattiche sono promettenti, suggerendo che l'integrazione con la psicologia e le neuroscienze cognitive potrebbe rivoluzionare il modo in cui apprendiamo.
BIBLIOGRAFIA