Il confine tra intelligenza e funzioni esecutive è da sempre un argomento sfuggente in neuropsicologia, e la questione si complica ulteriormente quando si introduce il concetto di creatività, difficile da definire e da misurare. Nel 2018, un team di ricerca argentino[1] ha approfondito queste tematiche studiando la relazione tra queste tre aree cognitive nei bambini e negli adolescenti.
Metodologia di ricerca
Lo studio ha valutato 209 soggetti di età compresa tra gli 8 e i 13 anni mediante una batteria di test destinati a misurare diversi aspetti cognitivi:
Creatività, tramite test verbali e figurativi.
Intelligenza fluida, mediante le Matrici del K-BIT.
Intelligenza cristallizzata, attraverso il Vocabolario del K-BIT.
Memoria di lavoro, con specifici subtest della WISC-IV.
Inibizione delle risposte automatiche, valutata con lo Stroop Test.
Flessibilità cognitiva, tramite test come il Wisconsin Card Sorting Test e altri test di fluenza.
Risultati ottenuti
I dati hanno mostrato che l'intelligenza cristallizzata era più fortemente correlata alla creatività rispetto all'intelligenza fluida, con un significativo 14% della varianza spiegata. Ancora più rilevante era il legame tra le funzioni esecutive, soprattutto l'inibizione e la flessibilità cognitiva, e la creatività, con quest'ultima che emergeva come il principale predittore della creatività, spiegando fino al 29% della varianza.
Importanza della flessibilità cognitiva
La flessibilità cognitiva, in particolare, media la relazione tra intelligenza cristallizzata e creatività, posizionandosi come una componente chiave nel processo creativo.
Limiti e prospettive future
Sebbene lo studio fornisca intuizioni preziose, è necessario estenderlo oltre la fascia di età considerata e incorporare misurazioni più ampie della creatività. Tuttavia, i risultati preliminari suggeriscono che sia l'intelligenza cristallizzata sia le funzioni esecutive, in particolare la flessibilità cognitiva, hanno un ruolo cruciale nella creatività.
BIBLIOGRAFIA