Una ricerca ha esaminato la relazione tra funzioni esecutive e disturbi linguistici in bambini prescolari, scoprendo che i bambini con disturbi di linguaggio mostrano spesso punteggi inferiori nei test di funzioni esecutive come memoria di lavoro e inibizione. I risultati hanno evidenziato una correlazione significativa tra deficit nelle funzioni esecutive e difficoltà linguistiche, sottolineando l'importanza di valutazioni cognitive comprensive nei protocolli diagnostici per i disturbi del linguaggio.
Il rapporto tra disturbi linguistici e cognitivi
L'interesse crescente verso i disturbi primari di linguaggio e le loro frequenti comorbidità cognitive è stato sottolineato nella consensus conference[1] del 2019, che ha chiarito come comunemente i disturbi linguistici siano accompagnati da difficoltà cognitive diverse, incluse alterazioni nelle funzioni esecutive.
Focus della ricerca
Un'indagine recente, condotta da Marini et al.[2], si è focalizzata sull'associazione tra le funzioni esecutive e i deficit linguistici specifici in bambini in età prescolare, con lo scopo di approfondire:
Le differenze nelle prestazioni ai test delle funzioni esecutive tra bambini con e senza disturbi di linguaggio.
La natura dei deficit linguistici in termini di comprensione e produzione.
La correlazione tra i punteggi ottenuti ai test delle funzioni esecutive e le difficoltà linguistiche e narrative.
Metodologia di studio
Lo studio ha coinvolto un gruppo selezionato di bambini tra i 4 e i 5 anni, circa la metà dei quali diagnosticati con disturbo primario di linguaggio. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una serie di test standardizzati: la Memoria di Cifre della WISC-R per la memoria di lavoro verbale, l’Inibizione della NEPSY-II per il controllo inibitorio, e vari test di linguaggio della BVL 4-12 per valutare le competenze articolatorie, fonologiche, lessicali, grammaticali e narrative.
Osservazioni e risultati
I risultati hanno confermato la prima ipotesi, con i bambini affetti da disturbo primario di linguaggio che mostravano punteggi più bassi nei test delle funzioni esecutive. Per quanto riguarda la seconda ipotesi, i risultati hanno evidenziato un quadro più complesso, con alcuni aspetti linguistici significativamente inferiori nei bambini con disturbo (abilità articolatorie, discriminazione fonologica, comprensione e produzione grammaticale) e altri confrontabili con i bambini a sviluppo tipico.
Per la terza ipotesi, le funzioni esecutive valutate hanno mostrato correlazioni significative con molteplici aspetti linguistici. Ad esempio, la memoria di lavoro spiegava una parte considerevole della varianza sia nelle abilità articolatorie (17%) sia nella discriminazione fonologica (16%), mentre l'inibizione aveva un impatto ancora maggiore su quest'ultima (59%), sulla comprensione grammaticale (49%) e sull'informatività lessicale (30%).
Conclusione della ricerca
I risultati indicano una connessione diretta tra i disturbi del linguaggio e le funzioni esecutive. Emergono evidenze che i bambini con difficoltà linguistiche tendono a mostrare deficit nelle funzioni esecutive, particolarmente nella memoria di lavoro e nelle capacità inibitorie. Tali risultati suggeriscono l'importanza di includere la valutazione delle funzioni esecutive nei protocolli diagnostici dei disturbi del linguaggio, vista la loro rilevanza nel quotidiano e la probabilità di associati deficit cognitivi.
BIBLIOGRAFIA