L'intreccio tra le funzioni esecutive e l'intelligenza è da tempo materia di studio e dibattito, con una sovrapposizione significativa tra i due costrutti che sfida i ricercatori nella ricerca di confini definiti. Per capire meglio queste due componenti, si considerano le funzioni esecutive come un insieme di abilità cognitive interconnesse, responsabili dell'iniziazione volontaria delle azioni, dell'inibizione comportamentale, della pianificazione e della risoluzione di problemi - abilità che si intrecciano con il concetto di intelligenza, specie quando si toccano le aree della pianificazione e del problem solving.
La ricerca di Montoya-Arenas e colleghi[3] ha esplorato questa relazione in un contesto specifico, osservando bambini con vari livelli di intelligenza, inclusi quelli considerati plusdotati. Utilizzando la scala intellettiva WISC-IV, i ricercatori hanno misurato sia l'intelligenza che le funzioni esecutive in bambini con QI medio (85-115), superiore (116-129) e molto superiore (oltre 129). La ricerca mirava a indagare la presenza di correlazioni tra questi due aspetti nelle diverse categorie di intelligenza.
I risultati hanno rivelato un legame significativo tra i punteggi intellettivi e le funzioni esecutive nei bambini con intelligenza media e superiore. Tuttavia, tra i bambini plusdotati, questo studio ha scoperto che non esisteva una correlazione significativa tra le scale intellettive e i test per le funzioni esecutive, proponendo che, in questa popolazione unica, le funzioni esecutive possano svilupparsi in modo indipendente dall'intelligenza.
Le conclusioni dello studio suggeriscono che, mentre nei bambini tipici intelligenza e funzioni esecutive sono interdipendenti, nei bambini plusdotati queste potrebbero essere distinte, operando su piani separati. Questo potrebbe indicare che le misure standard di intelligenza potrebbero non catturare pienamente la complessità delle funzioni esecutive nei bambini eccezionalmente dotati.
Nonostante il valore di questi risultati, lo studio sottolinea la necessità di interpretare i dati con prudenza, data la natura non rappresentativa del campione esaminato, composto esclusivamente da bambini con eccellente rendimento scolastico. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare se tali risultati possano essere estesi a tutta la popolazione dei bambini plusdotati e per esplorare come queste scoperte possano influenzare la valutazione e il supporto educativo per questa fascia di età.
BIBLIOGRAFIA