Indici stratosferici

QBO: Quasi Biennal Oscillation e Attività solare

    Si tratta dell'unica oscillazione stratosferica e prevede fasi pressochè biennali (24-36 mesi) che si riferiscono alla direzione di provenienza dei venti stratosferici equatoriali. L'indice va considerato sempre in concomitanza con la fase solare

    La QBO nella sua fase negativa, se unita al minimo solare, può riuscire ad inibire il flusso perturbato zonale delle medie latitudini, rallentando e ondulando il ramo principale della Jet Stream, agevolando di conseguenza l’avvento degli scambi meridiani che vanno a disturbare il vortice polare, costringendolo a scivolare di latitudine, con importanti ondate di freddo dirette verso l’area temperata

    Al contrario, nella sua fase positiva, il Jet Stream sarà poco ondulato e sarà più difficile il verificarsi di scambi meridiani importanti

Di seguito due link per i dati numerici della QBO costantemente aggiornati:

Di seguito un grafico riassuntivo che mostra i valori degli ultimi anni relativi a:

Analisi delle anomalie di venti e temperature alle quote significativeFonte: NOAA Climate Prediction Center

Come detto, la QBO va considerata assieme all'attività solare. In particolare:

NAM: North Annular Mode

    L'indice NAM è in realtà è un ibrido tra indici stratosferici ed indici troposferici. Esso è la rilevazione descrittiva delle differenza tra la pressione atmosferica sulla verticale del Polo Nord e quella delle medie latitudini. Spesso viene associato all'indice AO che, a prima vista, sembrerebbe misurare la stessa differenza di pressione.Tuttavia l'atmosfera non è piatta, bensi tridimensionale, dunque ha uno spessore: 

   Quindi, ricapitolando, il NAM viene calcolato come profilo verticale a diverse quote bariche; alla quota di 1000hPa coincide con l'indice troposferico AO (Artic Oscillation) la cui influenza sulla frequenza di perturbazioni (e quindi in ultima analisi su temperatura e precipitazioni) nella zona americane ed eurasiatica è universalmente riconosciuta.

Profilo verticale delle anomalie di Geopotenziale (fra 65° e 90° latitudine NORD): fonte NOAA Climate Prediction Center

   Nel grafico seguente viene mostrata la correlazione fra le anomalie di geopotenziale alle varie quote ed il valore dell'indice AO (Artic Oscillation):

Profilo verticale delle anomalie di Geopotenziale (fra 65° e 90° latitudine NORD) e correlazione con l'indice AO fonte NOAA Climate Prediction Center

   Maggiori saranno le anomalie positive di Geopotenziale (colori verso il rosso), tanto più il valore dell'indice NAM sarà negativo e viceversa.     

   Secondo uno studio del 2001 di Baldwin e Dunkerton le soglie NAM precondizionerebbero l'indice AO (e quindi la circolazione atmosferica predominante in Europa) per circa 40 - 60 giorni:

Valore indice NAM (dati di input: GFS). Fonte: Stratobserve (disponibile in autunno/inverno)

Di seguito un altro plot in cui è presente a sinistra del grafico è presente il valore puntuale che l'indice NAM ha assunto negli ultimi 30 giorni. Molto importante notare il fatto che, rispetto al grafico precedente, i colori sono invertiti ma più intuitivi: eventi di warming sono indicati con colori caldi, eventi di cooling sono indicati con colori freddi:

Valore indice NAM (dati di input: GFS). Fonte: Lamma Toscana

    Ovviamente lo studio di Baldwin e Dunkerton è relativamente giovane (2001) ed è in continua evoluzione. Non è ancora chiaro infatti se un superamento della soglia (in un senso o nell'altro) precondizioni così fortemente l'atmosfera (facendo diventare il NAM la forzante più importante della circolazione) anche in presenza di altri fattori che di per se andrebbero contro il precondizionamento deriva dal superamento della soglia.

Cliccare qui per accedere all'archivio dei grafici NAM riguardanti i mesi invernali per quanto riguarda gli anni dal 1979 all'inverno scorso (il grafico attuale è riportato sopra).

    Di seguito sono riportati due grafici che indicano le temperature sopra il Polo Nord alla quota di 10 hPa, ovvero a circa 31 km di altitudine (primo grafico) e alla quota di 30 hPa, ovvero a circa 24 km di altitudine (secondo grafico). 

    Monitorando questi grafici si riesce a notare di quanto la temperatura misurata (linea nera) si discosta dalla temperatura media del periodo (linea grigia):

Temperatura rilevata lla quota di 10 hPa sopra il Polo Nord. Fonte: Japan Metereological Agency
Temperatura rilevata alla quota di 30 hPa sopra il Polo Nord. Fonte: Japan Metereological Agency

  I grafici mostrato di seguito (dati di input Japan Meteorological Agency) indicano la situazione della temperatura nella regione polare alle varie quote. Questo grafico aiuta a rendere evidenti situazione di warming (o cooling) della stratosfera sopra le regioni polari: 

Il grafico seguente mostra (dati di input GFS) il dettaglio delle temperature (e relative anomalie) espresse in gradi Kelvin della zona di atmosfera sopra la regione polare (dai 200 hPa a 1 hPa di quota):

Temperature e relative anomalie espresse in gradi Kelvin (dati di input: GFS) Fonte: Stratobserve (disponibile in autunno/inverno)

 Il grafico mostrato di seguito indica i venti e i flussi (riguardanti sempre la stratosfera sopra la regione polare). Per quanto riguarda i venti (dati di input Japan Metereological Agency):

    Oltre ad indicare l'entità delle intrusioni di calore viene mostrata anche la direzione (ovvero la convergenza verso il polo) di tali intrusioni. Nell'ultima parte del grafico sopra esposto infatti più le frecce sono lunghe e con verso puntato verso destra, maggiore sarà l'intrusività convergente di tali flussi di calore verso il polo.

Il grafico seguente mostra (dati di input GFS) il dettaglio dei venti (e le relative anomalie) alle varie quote: da 1000 hPa a 1 hPa.

Venti e relative anomalie alle varie quote (dati di input: GFS) Fonte: Stratobserve (disponibile in autunno/inverno)

    Focalizziamoci ora sulla parte destra del grafico, quella delle anomalie:

Il grafico seguente mostra il dettaglio (dati di input GFS) dei flussi di calore presenti alle varie quote: da 1000 hPa a 1 hPa.

Flussi di calore alle varie quote (dati di input: GFS) Fonte: Stratobserve (disponibile in autunno/inverno)

Waves Planetarie

    Per quando riguarda i flussi aiuta a rendere evidenti eventuali intrusioni di calore nella stratosfera polare dovuto in particolare alle 2 onde planetarie maggiori che sono:

Di seguito il dettaglio dell'ampiezza delle  Wave Planetarie (la 1 Pacifica e la 2 Atlantica) che più possono incidere sulle vicissitudini climatiche europee:

Caratteristiche Wave 1 - Pacifica (dati di input: GFS) Fonte: Stratobserve (disponibile in autunno/inverno)
Caratteristiche Wave 2 - Atlantica (dati di input: GFS) Fonte: Stratobserve (disponibile in autunno/inverno)

    La Wave 3 che si sviluppa sopra il continente asiatico agisce meno nelle intrusioni di calore verso le regioni polari anche perché dovrebbe svilupparsi nelle medesime zone dell'arcigno e gelido anticiclone termico Russo-Siberiano.   

Monitoraggio riscaldamenti stratosferici dell'emisfero nord alla quota di 10 hPa (GFS)

Riscaldamento vortice polare stratosferico emisfero nord (GFS)Fonte rielaborazione: Tropicaltidbits