Il bignami della neve

Non c'è una via di mezzo: o la si ama o la si odia, di sicuro non lascia indifferenti e questo la dice davvero lunga su cosa rappresenti la neve in Italia.

Fino a quando la temperatura rimane pari o sotto zero per tutto il percorso di caduta, il nostro cristallo di neve rimarrà intatto e svolazzerà allegramente nell'aria fino a depositarsi candidamente al suolo. Qualora invece l'aria presenti diverse stratificazioni (spesso in questo caso ci si trova dinnanzi a nevicate da "cuscino" o da "addolcimento") e con temperature anche solo a tratti prossime o sopra allo zero, tutto cambia e iniziano le complicazioni: neve si o neve no? Anche i microclimi locali manipolano la nostra neve e spesso si hanno fenomeni molto diversi in zone ristrette.

Anzitutto la dimensione: perché a volte scendono dal cielo piccoli cristalli e altre grandi fiocchi? Dipende dalle caratteristiche della massa d'aria che viene attraversata dalla precipitazione in caduta:

      • Se ci si trova in presenza di aria fredda e asciutta di origine continentale (fase iniziale dell'episodio da cuscino) avremo i cristalli.
      • Se subentra aria più umida e mite (ma pur sempre sotto zero) negli strati intermedi subentreranno i fiocchi (fase avanzata della nevicata da cuscino).

Tecnica dello Zero Termico (ZT)

Si analizzerà ora il profilo verticale dell'aria (servono proprio a questo i radiosondaggi atmosferici che vengono effettuati ogni 12 ore) per avere ulteriori informazioni. Elemento di cruciale importanza è lo zero termico (ovvero la quota alla quale la temperatura misura zero gradi). Una volta in possesso di questo fondamentale parametro ecco un semplicissimo metodo empirico per capire se sulla nostra città arriverà pioggia o neve:

      • Lo zero termico si trova oltre 1000 m di altezza dal suolo: il nostro fiocco attraverserà 700-800m di aria sopra lo zero dopodichè fonderà giungendo al suolo come PIOGGIA.
      • Lo zero termico si trova a 1000 m sopra al suolo e negli strati sottostanti la temperatura non supera +0,5°, +1°: arriverà la NEVE.
      • Lo zero termico si trova a 1000 m sopra al suolo, nei 700 m sottostanti la temperatura raggiunge al massimo +1° e nei rimanenti 300 m nuovamente pari o sotto lo zero: avremo NEVE.
      • Lo zero termico si trova a 700 m sopra al suolo e negli strati sottostanti la temperatura non supera il valore di +1°, +2° (in aria asciutta): al suolo arriverà la NEVE.
      • Lo zero termico si trova a 700 m sopra al suolo e la temperatura negli strati sottostanti raggiunge i +3°, +4 (in aria umida): al suolo avremo PIOGGIA.
      • Lo zero termico si trova a 1200 m sopra al suolo e in prossimità dello stesso un'inversione mantiene temperature negative: nei sottostanti 700-800 m la neve fonde e, attraversando gli ultimi 400-500 m in ambiente sotto zero, giungerà a terra come PIOGGIA. In questo caso si avrà probabilmente il fenomeno del GELICIDIO, ovvero della pioggia gelata che congela al contatto con qualsiasi superficie.

In realtà si potrebbe raffinare tutto il procedimento calcolando la temperatura della wet bulb lungo tutta la colonna d'aria tramite il radiosondaggio della località più vicina. Basti sapere che più l'aria è fredda e asciutta, più la temperatura della wet bulb è bassa; è proprio questa la temperatura che ci indica se cadrà NEVE (valori di wet bulb al suolo e sopra non superiori a +1.0°C), o PIOGGIA (valori superiori a +1.0°C).

Tecnica del Punto di Rugiada (DP)

L'importante anzitutto è avere gli ingredienti necessari: una massa di aria fredda di buona qualità precedentemente affluita e, naturalmente, una perturbazione in arrivo. Posta questa doverosa premessa, per il semplice appassionato occorrono ora due preziosi elementi:

      • La temperatura dell'aria.
      • La temperatura del punto di rugiada (detta anche "dew point"), ossia la temperatura alla quale la nostra massa d'aria condensa.

Ora, un metodo empirico ma approssimativamente valido ai fini di conoscere la qualità della neve che cadrà, ma soprattutto le quote che raggiungerà durante la sua caduta dalle nubi prima di diventare pioggia può essere questo:

      • Prendere nota della temperatura e della dew point al suolo.
      • Sommare i due valori e dividere il risultato per 2.
      • Ripetere il medesimo procedimento per la temperatura a 925 hPa e a 850 hPa (se disponibili entrambi, altrimenti almeno uno dei due).

Sono valori che troviamo di solito nei radiosondaggi e che rivelano il profilo verticale dell'atmosfera sulla nostra località ad una data ora della giornata. Con il calcolo di cui sopra otterremo un certo valore per ogni quota analizzata: quel valore indica di quanti gradi scenderà la temperatura nel momento in cui inizierà la precipitazione.

Fonte: MeteoLive