NARRATOLOGIA

QUALCHE NOTA (da studiare) PER IMPARARE IL GERGO IMPIEGATO DAI CRITICI LETTERARI

Questa pagina è stata realizzata usando le voci di wikipedia e il testo di JEAN GENETTE, "FIGURES".

PICCOLO DIZIONARIO DI NARRATOLOGIA

Ecco alcuni termini tecnici usati nell’analisi dei testi letterari (da sapere!) Come vedrai qualcuno si è divertito a dare nomi difficili a concetti semplici. Non sono stato io.

Nota bene: ogni schema è una semplificazione. Le semplificazioni, come si capisce dalla parola stessa, funzionano bene con le storie semplici, tipo le fiabe, meno per i racconti complessi.

  • Diegesi = contenuto della storia raccontata.

IL NARRATORE

  • narratore = colui che racconta, narra gli avvenimenti di un certo fatto. Non deve essere confuso con la persona reale dell'autore. A volte vi è una marcata vicinanza tra il narratore e l'autore, in altri casi il narratore è ben distinto dall'autore (per epoca, genere, cultura ecc).

Il narratore di un testo può essere:

  • onnisciente, se conosce alla perfezione situazioni del presente, passato e futuro, conosce la psicologia dei personaggi, ciò che pensano, come agiscono, perché agiscono;
  • esterno alla storia, (eterodiegetico) se non è coinvolto nella trama e si limita a raccontarla. Generalmente i narratori esterni alla storia sono onniscienti (la narrazione avviene in 3a persona);
  • interno alla storia, (omodiegetico o intradiegetico) se ne è un personaggio (il protagonista o un personaggio secondario). Di solito i narratori interni alla storia non sono onniscienti (la narrazione avviene in 1a o in 3a persona). Il narratore intradiegetico, a sua volta, può essere autodiegetico, quando riporta fatti inerenti a sé stesso.

All'interno di uno stesso testo narrativo il narratore può adottare diversi punti di vista e, in tal caso, si parla di diverse focalizzazioni:

  • focalizzazione zero: si ha unicamente quando il narratore è esterno, eterodiegetico e onnisciente; in tal caso lo spettatore è messo nelle condizioni di dominare tutta la narrazione, essendo informato di tutto da un narratore onnisciente che penetra nei pensieri dei personaggi e si trova in più posti diversi contemporaneamente;
  • focalizzazione interna: quando il narratore adotta un punto di vista interno, cioè simile a quello che può avere un personaggio che conosce solo determinate vicende e non tutti i pensieri dei suoi coprotagonisti;
  • focalizzazione esterna: quando il narratore adotta un punto di vista esterno e ne sa meno dei personaggi stessi riguardo a una determinata vicenda; un esempio tipico è il romanzo poliziesco e, più in generale, quegli stili in cui deve prevalere la suspense del pubblico.

Se il narratore rielabora quanto gli è stato detto da un altro personaggio, si parla di:

  • narratore di primo grado, cioè colui che comunica direttamente con il lettore e che ha rielaborato la storia;
  • narratore di secondo grado, cioè la persona che ha comunicato la vicenda a quello di primo grado;
  • allo stesso modo possono esistere narratori di terzo, quarto, ... grado.

Per esempio, ne I promessi sposi, il narratore di primo grado afferma di aver trovato un manoscritto di un anonimo, il quale è il narratore di secondo grado.

La controparte del narratore è il narratario, ovvero colui che riceve il racconto del narratore; è il personaggio che compare nel testo come eventuale destinatario di ciò che il narratore enuncia. Un lettore, ma non quello reale (che ha letto o leggerà l'opera) ma implicito, quello a cui si riferisce l'autore (esempio: Manzoni - primo capitolo de "I Promessi Sposi").

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IL TEMPO DELLA STORIA E IL TEMPO DELLA NARRAZIONE

Vedi anche "Il Narratore", vol. 2, pp. 84-85

La fabula è l'insieme degli elementi storici visti nel loro ordine logico e cronologico. È l'autore della fabula che decide come collocare le varie scene nella narrazione. Infatti, alcune volte diventa difficile per l'autore mantenere questa sistemazione, anche se solitamente ciò non accade nelle favole per bambini.

L'intreccio è sempre l'insieme degli elementi storici nella successione, ma nel rapporto in cui l'autore li dispone. Quando fabula e intreccio non coincidono emergono, allora, le analessi e le prolessi.

Le analessi, che nel film sono chiamati flashback, sono racconti di fatti accaduti in precedenza (ricordi, esperienze passate, memorie, ecc..).

Le prolessi sono invece le anticipazioni di eventi successivi.

Le sequenze sono di vario tipo:

  • Narrative: sono le parti del racconto che determinano lo svolgimento della sequenza. Queste sequenze sono più accentuate nei racconti di avventure;
  • Descrittive: sono le parti del racconto più statiche. Queste servono a descrivere persone, paesaggi e oggetti. Queste sequenze si trovano nei racconti di fantascienza e anche nei gialli;
  • Riflessive: sono le parti del racconto in cui ci sono i pensieri, ragionamenti, considerazioni, emozioni dell'autore o del personaggio principale nella storia. Queste sequenze si trovano nei libri di psicologia e nei gialli.
  • Dialogate: sono le parti del racconto in cui c'è una parte mimetica (dialogo diretto) tra i personaggi. Queste sequenze si trovano in quasi tutti i tipi di libri.

Un testo-narrazione è composto di quattro parti:

  • Esposizione: che è la parte di presentazione e riconoscimento dei personaggi;
  • Esordio: dove avviene l'evento che modifica la parte iniziale. Essa può anche aggravare la situazione iniziale;
  • Peripezie: che consiste nell'insieme di movimenti che modificano di volta in volta la storia. Possono essere in miglioramento o in aggravamento della situazione. All'apice di questa situazione si arriva alla spannung (massima tensione);
  • Scioglimento: si tratta della fine della storia dove tutto si risolve in bene oppure, raramente, in male.

DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO

(adattamento da wikipedia.it)

vedi anche "Il Narratore", vol. 2 p. 95

DISCORSO DIRETTO è più facile spiegare cos’è con un esempio: Luigi XIV disse: "Lo stato sono io".

DISCORSO INDIRETTO Con il discorso indiretto, al contrario, l'enunciato viene integralmente incorporato in quello di chi lo sta citando:

  • Luigi XIV disse che lo stato era lui.

Esercizi:

http://www.scudit.net/mdimmiese.htm

DISCORSO INDIRETTO LIBERO è una variante del discorso indiretto che fonde le modalità del discorso diretto e di quello indiretto in una forma ibrida. Esso è discorso indiretto in quanto passa attraverso la mediazione del soggetto riferente che però mantiene stilemi, e strutture grammaticali del discorso diretto. È chiamato libero perché non viene in esso utilizzato quel legame tra discorso del narratore e discorso del personaggio che sono i verbi di "dire" o "pensare". Nel caso del discorso indiretto libero, nessun preciso "segnale" grammaticale indica il momento del passaggio tra i due discorsi. Infatti in apparenza sembra essere il narratore che continua a "vedere" e a "pensare", ma in realtà è il personaggio.

ALCUNE TECNICHE NARRATIVE VISTE IN CLASSE (testo ricavato e rielaborato da wikipedia.it che sentitamente ringrazio).

La suspense (pronuncia inglese - parola presente sia nella lingua inglese che nella lingua francese, dal latino suspensus - sospeso, indeciso, inquieto) è un particolare sentimento di incertezza e ansietà verso i risultati di determinate azioni. È uno strumento narrativo tipico del giallo (o thriller in inglese), ma anche dell'horror: l'autore stimola continuamente la partecipazione del lettore (o spettatore), proponendo ad esempio possibili piste per lo svolgimento della trama. L'avvenimento narrativo che scioglie la tensione generata dalla suspense è la risoluzione del mistero, che di solito avviene in maniera totalmente razionale, senza dettagli in sospeso o nodi da sciogliere.

Lo straniamento. I formalisti russi e in particolar modo Sklovskij usarono la parola otstranenie (отстранение) facendo riferimento a quei modi di procedere del linguaggio letterario che ha come scopo quello di rendere l'abituale visione delle cose deformata portandole in contesti diversi da quelli naturali. Ciò può essere sperimentato su tre livelli: quello linguistico, ricorrendo a parole o a forme stilistiche al di fuori dalla norma; quello dei generi letterari definiti inserendo degli schemi inconsueti; quello di come si percepisce la realtà creando situazioni o rapporti imprevedibili. Wikipedia propone come esempio la novella "Rosso Malpelo" di Giovanni Verga, noi abbiamo letto "Sentinella" di Brown, dove lo straniamento è ottenuto col ribaltamento improvviso del punto di vista. La tecnica dello straniamento è usata anche nel cinema e nell'arte d'avanguardia (cerca quadri di René Magritte, per esempio).

LA CORNICE

Esempi di raccolte di racconti a cornice:

"Le mille e una notte" X sec. edizione per l'infanzia consigliata "La nuova frontiera" (l'edizione originale non è adatta a ragazzi di età inferiore ai 14 anni).

Versione animata di Emanuele Luzzati "Ali' Babà e i quaranta ladroni"

- ci sono più narratori di diverso livello perché a volte una storia contiene il racconto di un'altra storia in una struttura tipo matrioska. Il racconto della cornice è affidato a un narratore esterno, poi si sussegguono altri narratori di interni, tra i quali la bella Sharāzād

- non si sa chi sia l'autore, probabilmente la versione che leggiamo oggi è una raccolta di racconti scritti in epoche e luoghi diversi, poi inseriti nella cornice

"Le mille e una notte" ispirano:

"Le città invisibili" di Italo Calvino (1972)

ma ha importare la raccolta di racconti a cornice in Europa è Giovanni Boccacio col "Decameron" (XIV sec.).

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TESTI ANALIZZATI o GRANDI CLASSICI CONSIGLIATI

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ALLEGATI

dallo spazio "allegati" puoi scaricare alcuni file con una schede per realizzare l'analisi narratologica di testi letterari.

Il file "Scheda analisi" è per gli alunni dal terzo anno in poi.

"Scheda libro" è più semplice.

"Scheda horror" è per i racconti dell'orrore.