TORQUATO TASSO E LA GERUSALEMME LIBERATA

FONTI: Rinaldo è un personaggio famoso dell'epica medievale francese, le cui avventure sono riprese e ampliate da Pulci, Boiardo e Ariosto. Armida rappresenta invece una invenzione poetica di Torquato Tasso, ispirata però ad alcune figure dell'Odissea.

Le isole fortunate di Armida ricordano l'orto di delizie di Alcinoo (Odissea, libro VII) e richiamano la letteratura del locus amoenus.

Armida come l'omerica ninfa Calipso trattiene il proprio amante su un'isola di beatitudini, come Circe è splendida maliarda e narcisista.

Come altre eroine classiche ella sarà prima ammaliatrice poi sedotta e abbandonata, al pari di Medea, Arianna (per la quale fu coniata l'espressione "piantata in Nasso") e Didone. Al contrario dei vari Giasone, Teseo ed Enea, Rinaldo però salva la maga dal suicidio e la porta alla conversione al cristianesimo.

Il canto è però pieno di citazioni consapevoli e non da Petrarca, Poliziano, Lorenzo de'Medici e dagli amatissimi poeti latini.

RILETTURE:

Georg Friedrich Händel (musica) e Giacomo Rossi (libretto) s'ispirarono ad alcuni episodi della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso per la loro opera RINALDO.

Galleria di quadri ispirati a Rinaldo e Armida.

L'ALUNNO REALIZZI UN CONFRONTO TRA LE COPPIE

ULISSE - CIRCE

RINALDO - ARMIDA NELLA GERUSALEMME

ADONE - FALSIRENA NELL'ADONE DI MARINO

Il riferimento più vicino nel tempo per Tasso è ovviamente l'episodio di Ruggiero e Alcina nel Furioso dell'Ariosto.

Proponiamo un confronto.

APPROFONDIMENTO: IL RINASCIMENTO E IL GIARDINO (adattamento da http://verdeprogetto.blogspot.com.es/2011/02/il-giardino-allitaliana.html e wikipedia.it)

Nel Medioevo il giardino ha un scopo utilitaristico. In letteratura però il giardino è ben presente come utopia. In Dante troviamo l'opposizione della selva oscura con il giardino del Paradiso terrestre; in Boccaccio abbiamo un giardino ideale (il mitico giardino di Pomona) ne "L'amorosa visione" e nella villa di campagna dove l'allegra brigata di giovani si rifugia per fuggire dalla peste e dall'imbestialimento da essa portata nel mondo cittadino.

Nel XV secolo, la riscoperta dei classici latini e greci condizionò l'architettura dei nuovi giardini all'italiana. Nel giardino viene ricreato il locus amoenus classico. L'idea di giardino all'italiana assume un significato profondamente decorativo e architettonico, realizzato su modello di quelli antichi con un rigoroso schema geometrico delle aiuole bordate di bosso, trova la sua forma "primitiva" più illustre nel giardino di Villa Medicea di Castello, a Firenze. Nel Cinquecento nasce il giardino da “guardare”. Si comincia ad usare i viali come assi prospettici che connettono le varie parti del giardino e viene data particolare attenzione agli effetti panoramici, accentuati con giardini pensili, terrazze e scenografiche scalinate.  

I giardini seguono attentamente la geometria delle forme: nasce l'architettura vegetale, l’arte topiaria, usata già dell’antica Roma dove minerali e vegetali sono usati allo stesso modo, plasmati dall'uomo e al suo “servizio”. Uno dei più grandi esempi di giardino all'italiana è il Giardino di Boboli a Firenze.

Davvero eccentrico il giardino di Bomarzo o "giardino dei mostri" del Principe Pier Francesco Orsini (1552).

Nel XVIII secolo nasce invece il cosiddetto "giardino all'inglese" che non si avvale più di elementi per definire e circoscrivere lo spazio, come fondali, quinte arboree o prospettive, ma si basa sull'accostamento e sull'avvicendarsi di elementi naturali e artificiali, tra cui, grotte, ruscelli, alberi secolari, cespugli, pagode, pergole, tempietti e rovine, che chi passeggia scopre senza mai arrivare ad una visione d'insieme, un luogo comunque in cui la natura non è mai incolta, anche quando assume un carattere selvaggio.

IL GIARDINO MAGICO DI ARMIDA (Locus amoenus+hortus conclusus).

"Dentro è di muri inestricabil cinto

che mille torce in sé confusi giri,

ma in breve foglio io ve' darò distinto,

sì che nessun error fio che v'aggiri.

Siede nel mezzo un giardin del labirinto

che par che da ogni fronde amore spiri;

quivi in grembo a la verde erba novella

giacerà il cavaliere e la donzella".

(Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata, canto XIV, 76)

Il giardino di Armida assomiglia per certi versi al giardino ideale del Rinascimento, per altri se ne allontana. Nel giardino rinascimentali domina la razionalità, il giardino di Armida è invece opera di magia. È presente l'elemento archetipico del LABIRINTO, che rimanda naturalmente al mito di Teseo. Il labirinto è uno spazio geometrico nel quale si trasferisce una delle paure elementari e primigenie dell'uomo, quella di smarrirsi nel bosco. Conosciamo antichissime raffigurazioni di labirinti su pietra vecchie di quattromila anni. "Selva oscura" e labirinto per quanto diversi hanno lo stesso significato. L'iconografia cristiana riprende l'immagine del labirinto per indicare il cammino lungo e pieno di errori che conduce il pellegrino verso la Verità. Nelle cattedrali medievali (Chartres ad esempio, San Vitale a Ravenna, San Michele a Pavia) si trovano spesso grandi labirinti disegnati sul pavimento.