CAP 8: BECCARIA CONTRO FILANGIERI
CRIMINE E PUNIZIONE
Un grande classico da leggere:
Dei delitti delle pene 1764 (clicca per accedere al testo completo, da leggere) di Cesare Beccaria (o di Pietro Verri?). Attenti che Cesare Beccaria è il nonno materno di Alessandro Manzoni.
SOTTO TROVI UN PASSAGGIO SUL PORTO D'ARMI DAL TRATTATO "DEI DELITTI E DELLE PENE". DEVI INDIVIDUARE LA TESI PRINCIPALE E CONTESTARE O PORTARE ARGOMENTI A SUO SOSTEGNO.
Dopo ogni strage (disgraziatamente piuttosto frequenti negli Stati Uniti) riprende la polemica sul diritto a portare armi. L'idea che ogni cittadino abbia diritto a difendersi con un'arma è nata con la Federazione americana. La si deve a Thomas Jefferson che la riprende da Cesare Beccaria, il quale considerava il porto delle armi da fuoco, un utile strumento di deterrenza del crimine:
"Una sorgente di errori e d'ingiustizie sono le false idee d'utilità che si formano i legislatori. Falsa idea d'utilità è quella che antepone gl'inconvenienti particolari all'inconveniente generale, quella che comanda ai sentimenti in vece di eccitargli, che dice alla logica: servi. Falsa idea di utilità è quella che sacrifica mille vantaggi reali per un inconveniente o immaginario o di poca conseguenza, che toglierebbe agli uomini il fuoco perché incendia e l'acqua perché annega, che non ripara ai mali che col distruggere. Le leggi che proibiscono di portar le armi sono leggi di tal natura; esse non disarmano che i non inclinati né determinati ai delitti, mentre coloro che hanno il coraggio di poter violare le leggi piú sacre della umanità e le piú importanti del codice, come rispetteranno le minori e le puramente arbitrarie, e delle quali tanto facili ed impuni debbon essere le contravenzioni, e l'esecuzione esatta delle quali toglie la libertà personale, carissima all'uomo, carissima all'illuminato legislatore, e sottopone gl'innocenti a tutte le vessazioni dovute ai rei? Queste peggiorano la condizione degli assaliti, migliorando quella degli assalitori, non iscemano gli omicidii, ma gli accrescono, perché è maggiore la confidenza nell'assalire i disarmati che gli armati. Queste si chiaman leggi non prevenitrici ma paurose dei delitti, che nascono dalla tumultuosa impressione di alcuni fatti particolari, non dalla ragionata meditazione degl'inconvenienti ed avantaggi di un decreto universale." (Dei delitti e delle pene, cap. XL "False idee d'utilità).
1) Rintraccia e sintetizza in una frase la tesi di Beccaria.
2) Analizza l'argomentazione di Beccaria e rintraccia nel testo tutti i sistemi retorici che utilizza per comprovare la sua tesi.
3) Fatto questo? puoi o smontare gli argomenti di Beccaria per sostenere la tesi opposta, o aggiungere tuo considerazioni per rafforzarla, se la condividi.
CESARE BECCARIA, CONTRO LA PENA DI MORTE E LA TORTURA
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Per Filangeri:
lo scopo delle leggi è la "conservazione e la tranquillità" dei cittadini, sono questi i diritti fondamentali e la ragione per la quale lo stato è stato creato. Leggi utili sono solo quelle che preservano la vita dei cittadini e la loro tranquillità, le altre sono inutili.
Una legge è buona in assoluto se si accorda a principi generali di giustizia, ma più spesso la bontà della legge è relativa ai tempi, alle diverse cultura, addirittura ai climi di un paese.
Curioso che Beccaria e Filangieri partano entrambi da John Locke: Beccaria per riaffermare che la vita è un diritto inalienabile che neanche lo Stato può portarci via (salvo particolarissime circostanze); Filangieri per proporre una diversa interpretazione del patto sociale originario.
Per Filangeri dallo Stato di natura = tutti possono uccidermi, si passa allo Stato di diritto nel quale I cittadini cedono allo Stato non il diritto alla vita, ma il diritto di uccidere.