CAP 12: LIMITARE IL POTERE

Mentre Hobbes affermava la necessità di obbedire allo Stato per preservare la pace sociale, come fa anche Socrate col suo sacrificio; per i filosofi liberali (Locke, Montesquieu, Bentham, Mill, Spencer, Kant) il potere dello Stato ha dei limiti, i limiti sono i diritti naturali, originari e inalienabili dell'uomo. Per impedire allo Stato di calpestare questi diritti occorrono una divisione dei tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) che devono essere autonomi. Thoreau e Tocqueville vanno anche più in là, sostenendo che non solo nelle monarchia possa sorgere il tiranno, ma anche in democrazia si devono prendere misure per la trasformazione della democrazia in "dittatura della maggioranza".

XVIII sec:

Appare un’idea di giustizia più democratica, basata sullo slogan: “Tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge” e sui Diritti dell’uomo. L’origine del diritto è cercata non più nella natura, ma nell’uomo per individuare diritti naturali inalterabili per tutti, primo tra tutti il diritto alla vita.

Il discorso democratico è portato all'estremo da Rousseau che, contro la democrazia rappresentativa, propone la democrazia diretta.

Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu, meglio noto unicamente come Montesquieu

    • W monarchia inglese fondata sulla divisione dei poteri;
    • Le leggi devono adattarsi ai popoli, all'estensione territoriale dello stato, perfino al clima

Immanuel Kant, "Lezioni di etica"

Nel capitolo "Delle leggi" dà un definizione di "diritto" [Befugnis] come della "conformità delle azioni alla regola giuridica", quindi il diritto è la "scienza di tutte le leggi giuridiche". La legge costringe il cittadino ad agire in un certo modo ed è per questo distinta da Kant dall'etica, che è una norma interiore, che ha forza senza che ci sia un obbligo esterno. Etico e giuridico dunque non coincidono. La norma giuridica è stabilita da uomini sugli altri uomini, la norma etica non è stabilita da altri che dal soggetto e da Dio, quindi "compiere un dovere etico è compiere un dovere libero". Lo Stato può imporre leggi "pragmatiche" ma non leggi morali, che possono essere definite al massime come "leggi pragmatiche di Dio". "Dio deve essere considerato non come un legislatore pragmatico, ma come un legislatore morale".

XIX sec: Karl Marx e i diritti dell’uomo:

Per Karl Marx, i diritti dell’uomo altro non sono che i diritti della società civile borghese. L’uomo è infatti libero solo se ha mezzi economici che gli consentano di muoversi. Gli uomini non sono uguali: esistono differenze fisiche naturali e differenze economiche. Per la società capitalistica gli uomini sono piuttosto prestatori di manodopera, che è semplice mercanzia. Giustizia è remunerare gli uomini non sulla base della quantità di lavoro in un tempo dato, ma dei loro bisogni con una distribuzione equa di beni prodotti dalla macchina.

Problemi:

    1. Questa impostazione non rischia di creare dei fannulloni?
    2. Non è libertà anche l’affermarsi ed avere successo?

https://www.youtube.com/watch?v=r46bMHlgLxA

Agnes Helles in “Oltre la giustizia” (il Mulino, 1990), sostiene, che una società totalmente giusta, come quella immaginata da Marx, al di là della questione della sua realizzazione, non è auspicabile, perché in una società simile nessuno potrebbe più dire “questo è ingiusto”, il che ovviamente non è augurabile. Si tratterebbe di una società non dinamica, senza pluralismo delle opinioni, scontri e politica: “È questo il mondo che vogliamo? Un mondo senza conflitti, un paradiso, un giardino dell’Eden? Non penso che vorremmo vivere in un posto simile, dunque, non credo che una società totalmente giusta sia auspicabile”. Una trasformazione antropologica così com’è stata sognata da Kant e dallo stesso Marx parte dall’idea che ci sarà un tempo in cui ogni singola persona diventerà assolutamente buona e giusta e, dimenticando il limite della sua natura, finirà con l’assomigliare a Cristo. La Heller dubita che ciò possa essere una prospettiva vivibile e desiderabile: “Se in tutta la storia del genere umano l’essenza umana è rimasta così com’è, perché dovrebbe improvvisamente cambiare."

Von Hayek: il rifiuto della giustizia sociale. Lo Stato deve essere leggero, leggerissimo e soprattutto non cercare di dirigere l'economia per ridurre le disuguaglianze, non ce la farà mai, anzi produrrà dei danni.

http://www.philo5.com/Les%20vrais%20penseurs/19%20-%20Friedrich%20von%20Hayek.htm

Per concludere (per ora) il discorso. E' lo stato che fa le leggi (diritto positivo), ma i principi morali dovrebbero essere dentro di noi e guidarci. Gli autori che hanno una visione positiva dell'essere umano (o che si sforzano di averla) sono a favore di uno stato che imponga meno regole possibili e che soprattutto non intervenga mai sulle convinzioni del cittadino. E' la teoria del liberalismo, dello stato leggero. Chi ha una visione negativa dell'essere umano, finisce col credere che un'autorità che guidi l'uomo sia necessaria. Ivan Karamazov spiega meglio di tutti questo secondo punto di vista con la sua "Leggenda del Grande Inquisitore".