3 gradini

La carità è la scala verso il paradiso. Ma non è una scala lunga o impervia. È una scala piccola, con pochi gradini, ma per arrivare in cima bisogna farli tutti, anche se sono solo tre.

I tre gradini della scala della carità:

1) "Non fare agli altri ciò che non vorresti che gli altri facessero a te"

2) "Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (Lc 6,31)

3) "Fai all'altro ciò che lui vorrebbe tu gli facessi"

Il primo gradino si colloca in una dimensione negativa, cioè non fare il male, non far soffrire. Certamente non è un livello trascurabile, però non basta. Dire "io non faccio del male a nessuno" non basta per farci ritenere a posto. Può addirittura essere un atteggiamento egoistico, volto a semplice tutela della nostra tranquillità, a giustificare la nostra indifferenza. Non si deve confondere "l'amore" con "l'amore del quieto vivere".

Il secondo gradino rappresenta la novità evangelica. Siamo decisamente ad un livello superiore. Difatti qui si tratta di essere attivi, di "fare". E di fare del bene, non solo di evitare di fare il male. Però c'è il rischio di rifilare all'altro il "nostro" bene, cioè quello che noi abbiamo in testa, quello che decidiamo noi, e che non è detto che sia il suo bene. C'è il pericolo di trapiantare nell'altro i nostri desideri e le nostre esigenze.

Bisogna arrivare al terzo gradino. E questo richiede attenzione, delicatezza, intuizione. Occorre scoprire ciò che l'altro vorrebbe da me e in questo momento, in questa situazione particolare, evitando di appioppargli il prodotto che abbiamo stabilito noi, che abbiamo scelto in partenza. Bisogna "ascoltare" veramente l'altro (anche quando non riesce a parlare, in quello che non riesce a esprimere), e non interpretare a modo nostro le sue richieste. Bisogna mettersi sulla lunghezza d'onda dell'altro, ascoltarlo fino al fondo del suo cuore, anche nella sua voce silenziosa, facendo tacere tutte le altre voci (le voci chiassose dei nostri impegni improrogabili, della comodità, degli interessi, della preoccupazione di non aver fastidi e di non cercare guai...)