Il maschile e il femminile

L’altra volta vi dicevo che Ruha, la parola ebraica che indica lo Spirito, è di genere femminile e di come questo, per i molti rabbini, indicasse il lato femminile di Dio. Vi accennavo anche che questo tema fosse stato ripreso anche da alcuni teologi cristiani, in particolar modo ortodossi (Bulagakov in particolare ha lavorato molto sullo Spirito Santo come la femminilità di Dio).

Nel nostro primo incontro vi raccontavo anche della tricotomia dell’uomo (corpo, anima e spirito) nella visione paolina. (vedi 1Tess 5, 23).

Alla luce di queste due cose possiamo leggere il “fenomeno” uomo sotto un’ulteriore luce, sotto un altro punto di vista. Lo spirito è l’elemento femminile, e il corpo l’elemento maschile. Allora tutta l’esistenza umana è un richiamarsi vicendevole del corpo e dello spirito per mezzo dell’anima, è una continua tensione, un continuo richiamo, perché il corpo esige una fonte di vita, e la fonte di vita esige una concretizzazione. Ma è un continuo richiamo non nel senso del dualismo greco di anima/corpo (uno contrapposto all’altro, che dal punto di vista cristiano è una bestialità, un’eresia perché viene a negare l’Incarnazione), ma nel senso di un’unione perfetta, di un completamento reciproco, di una realizzazione attraverso l’altro e nell’altro.

Allora non è affatto stupido cominciare a pensare alla persona umana come elemento maschile ed elemento femminile che si richiamano continuamente.

Se l’altra volta abbiamo studiato gli organi sessuali, questa sera, per analizzare l’elemento maschile e quello femminile, invece dobbiamo guardare il cervello.

Questo è un organo che è veramente “strano”. È diviso in due emisferi: quello sinistro e quello destro. E qui troviamo una cosa strana, di cui nessuno sa il perché: a livello motorio e sensoriale, la parte destra del corpo fa capo all’emisfero sinistro, e viceversa. Cioè i movimenti della parte destra del corpo sono comandati dai centri nervosi dell’emisfero sinistro, e anche le sensazioni (ad esempio di caldo, del tatto e così via) della parte destra del corpo sono “registrate” dall’emisfero sinistro (e viceversa). Questa cosa si sa da tempo, ma nessuno è riuscito ancora a darne una spiegazione.

C’è un’altra cosa però: la distinzione tra elementi maschili e elementi femminili è basata proprio su questi due emisferi. Cioè ognuno di noi ha negli emisferi del cervello i meccanismi che vengono descritti come tipicamente maschili o tipicamente femminili. Fate molta attenzione, non sto parlando di donne e di uomini, ma di elementi femminili e maschili, non dimenticatelo!!!

Ma vediamo un po’ come è fatta questa distinzione.

- Nella parte sinistra, che sarebbe l’emisfero maschile, c’è il centro per contare, cioè della matematica; il centro del pensiero interpretativo, dunque la logica; il centro dell’applicazione delle idee, cioè della scienza, perché la capacità mentale di applicare un pensiero ad una realtà è proprio nella parte sinistra; poi il centro della scrittura, cioè il centro che coordina pensiero, mano e tutto quanto serve per scrivere; il centro dell’autocoscienza, cioè il centro dove uno prende e ha coscienza di sé stesso quindi comprende anche l’orgoglio; e infine, stranamente, c’è il centro della parola, della capacità verbale.

- Nella parte destra, l’emisfero femminile, c’è il centro dell’immaginazione; il centro della conoscenza intuitiva, cioè la conoscenza senza ragionamento, diretta, dell’empatia; il centro del sentimento; il centro dell’estetica, cioè della capacità di gustare il bello; il centro del canto e della musica e tutto quanto vi è connesso, melodia, ritmo, ballo; e poi, stranamente, il centro dello spazio, dell’orientamento nello spazio.

Se avete fatto caso, ho detto due volte “stranamente”. Questo perché l’orientamento spaziale è un elemento tipicamente maschile, ma si trova nella parte femminile del cervello, e invece la capacità verbale è un elemento tipicamente femminile, ma si trova nella parte maschile del cervello.

Su questo fatto sono stati fatti molti studi, ed è stata notata una cosa particolare. Siccome questi due centri si trovano, diciamo così, fuori posto, il resto dei centri si sviluppano in modo che il centro fuori posto viene “emarginato”, ma d’altra parte il centro del proprio sesso che è dall’altra parte si sviluppa dal 50 al 100% in più in modo da “soffocare” i centri non tipici. Se cioè prendiamo un cervello di un uomo, vediamo che i suoi centri di sinistra sono più sviluppati e il centro della capacità verbale viene in un certo senso soffocato, mentre il centro dello spazio, che si trova nella parte destra, si sviluppa dal 50 al 100% più che in una donna. E viceversa in una donna il centro dello spazio sarà soffocato dagli altri centri, mentre quello della parola si sviluppa dal 50 al 100% più che in un uomo.

Fate attenzione che questa non è una legge ferrea. Difatti ci sono delle persone che sono eccezionali, quelle che noi chiamiamo “geni”. Sono persone che hanno sviluppato in maniera armonica, proporzionale, tutti i vari centri, e non alcuni a svantaggio degli altri. Se ad esempio prendiamo Leonardo da Vinci vediamo che ha sviluppato tutti gli elementi femminili (estetica, musica, sentimento, immaginazione) insieme con un incredibile orientamento nello spazio. Quindi lui come maschio ha avuto un colpo di fortuna, la grazia di sviluppare l’emisfero destro (femminile) al pari di quello sinistro (maschile). Quello che è importante, per avere un genio, è che le due parti si sviluppino entrambe in maniera uguale.

È un equilibrio delicato, quello tra i due emisferi. Si può influire su questi centri? Certamente. Innanzi tutto con l’educazione, sia quella che ci viene data, ma anche quella che ci impartiamo, cioè con l’attenzione a ciò di cui siamo carenti e con lo sforzo per migliorarci, avendo coscienza di avere dentro di sé questi due poli.

Ripeto ancora che non stiamo parlando di donne e di uomini, ma di elementi maschili e femminili. Per chiarire, nelle poesie di tutto il mondo non si trova mai una metafora, un’immagine, che descriva il mondo femminile come una roccia, o che usi l’argilla umida per descrivere il mondo maschile. Questo perché la roccia è un elemento maschile (non è l’uomo), mentre l’argilla umida è un elemento femminile (non è la donna). Bisogna stare attenti a non confondere le cose, perché altrimenti dopo viene fuori che le donne sono bravissime e i maschi dei disgraziati, o viceversa. Mentre ogni essere umano è costituito da elementi maschili e femminili (gli uomini sanno parlare, anche se fanno più fatica delle donne; e le donne sanno orientarsi nello spazio, anche se meno degli uomini).

Fate attenzione che da questo dipende la stragrande maggioranza dei rapporti tra maschi e femmine nella società. Perché ogni sesso agisce secondo ciò che prevale in lui.

Sono stati fatti alcuni esperimenti. In una stanza c’è una donna seduta su di una sedia, entrano due maschi dall’apparenza un poco strana. Per la donna è tremendamente difficile alzarsi e attraversare la stanza, perché a livello inconscio lei non si orienta nello spazio, e, sempre a livello inconscio, sa che l’uomo controlla lo spazio meglio di lei, ma non ha nessuna difficoltà a mettersi a parlare, e difatti è quello che fa quasi nel 100% dei casi. Mentre se c’è un maschio sulla sedia, ed entrano due donne dall’apparenza “forte”, avrà paura a parlare, ma non avrà nessuna difficoltà a fare qualcosa nello spazio, a muoversi, e difatti quasi nel 100% dei casi si alzano dalla sedia e iniziano a muoversi nella stanza.

Questo avviene perché la donna controlla la parola e controlla la relazione a livello della parola, il maschio controlla lo spazio e controlla la relazione a livello dello spazio. E questo determina proprio il modo di rapportarsi nella società.

Un maschio che voglia attirare l’attenzione di una donna cercherà di parlarle, userà parole dolci, un tono di voce pacato e calmo, mentre una donna che vuole attirare l’attenzione di un uomo si muoverà nello spazio, si passerà la mano nei capelli, atteggerà la testa in un determinato modo, si liscerà la gonna o i pantaloni (e viceversa quando una persona vuole dominare o si sente minacciata tenta di ritornare sul suo terreno, l’uomo nello spazio e la donna nel verbale). Ma queste cose sono fatte a livello inconscio. Ed è interessante, e curioso, vedere come questi meccanismi entrano sempre in campo, anche ad esempio nei nostri incontri.

Questa diversità se viene accolta può aiutare, ma il più delle volte, purtroppo, sfocia in incomprensione e antagonismo, e questo incide molto sul rapporto uomo/donna, anche nel matrimonio. L’uomo cercherà di portare la discussione sempre sullo spazio, sui comportamenti, sui doveri, la donna invece cercherà di stare a livello della parola. Nel litigio tipico lei dirà “Tu hai detto ...” e lui ribatterà “Tu hai fatto ...”.

Il maschio sta attento al mondo delle cose, degli oggetti, perché sono nello spazio, e siccome gli interessa anche il rapporto tra l’idea e l’oggetto, penserà sempre a come agire nello spazio, a spostare gli oggetti. Un maschio che ha tanto tempo libero si ritrova a pensare a tante combinazioni, che il più delle volte non servono a niente. Le idee gli interessano in quanto rispondono alla realtà.

Di fronte ad un discorso un po’ astruso la prima reazione del maschio è di dire che non è vero, mentre la donna dice che non è importante che sia vero, perché è affascinante, al che lui si domanda come possa affascinare un discorso che non sia vero.

Questi (come quelli che farò più avanti) sono esempi limite, perché in ognuno di noi troviamo elementi maschili e femminili. Solo alcuni sono più sviluppati. C’è però da tener presente una cosa. Un uomo che abbia la prevalenza assoluta di elementi maschili è un maschio difficile. Una donna che abbia la prevalenza assoluta di elementi femminile è una femmina difficile. Prendete un uomo molto equilibrato tra elementi maschili e femminili, quindi una persona raffinata, con capacità di analisi e di sintesi molto sviluppate, accanto ad una donna che abbia solamente elementi femminili, cioè solamente sentimento e sensualità. Il risultato sarà una vita impossibile per entrambi. Viceversa, una donna molto equilibrata nei suoi elementi femminili e maschili con al suo fianco un uomo con soli elementi maschili, allora non vivrà con un uomo, ma con un caterpillar. Anche in questo caso sarà una vita impossibile per entrambi.

Altro esempio. Lui legge il giornale e di fronte ad una dichiarazione commenta: “Ma come si può dire una cosa simile!”, al che lei dice: “Ma pensa come doveva star male quello, per dire una cosa del genere”. Per l’elemento femminile è tipico curare la relazione, non è interessata al fatto se quello che l’altro dice è vero o no, ma a quello che l’altro sta provando. Il maschio invece guarda alla coerenza tra l’idea e l’oggetto o le parole. La donna è attenta ai sentimenti, al sentire umano. Difatti tipicamente femminile è la compassione. Se fate caso anche nella Bibbia le donne si comportano così.

La donna è più abile a coinvolgere il marito nel suo mondo che viceversa, perché la donna lo accoglie nel rapporto, lo coinvolge nei suoi interessi e lo aiuta a crescere. È molto difficile che un uomo riesca a condurre una donna nel suo mondo, solo un maschio molto equilibrato nei suoi elementi può riuscirci. Questo perché la donna è così abile verbalmente che riesce a portarlo dentro al mondo delle persone, delle relazioni, gli presenta queste persone in modo che il maschio possa governarle ponendole in uno spazio. Tipico esempio di questi sono i ricevimenti, le feste: sembra che sia il maschio a presentare la moglie, mentre è la moglie a portarlo, che lo tira là dove deve presentare. Se fate caso anche nei film viene fatto sempre così.

Tipicamente maschile è il battersi per le idee, mentre le donne si battono per le persone. Il padre, a proposito del figlio, dirà “non deve dire così”, mentre la madre si domanderà perché il figlio dica così, quali sentimenti siano dietro a certe affermazioni. Se fate caso nell’Antico Testamento le donne si battono per il popolo ebraico, gli uomini per la legge, per quello che si è deciso, per il patto. Giuditta, Ester rischiano tutto per il popolo.

Il maschio dice “la mamma ha detto”, la donna invece dice “la mia mamma ha detto”. La donna cura il rapporto personale, il maschio il ruolo, il compito.

Questa differenza è acuita nei momenti limite. Di fronte a una persona che sta morendo o sta malissimo, il maschio è imbarazzatissimo, non sa cosa dire né cosa fare, e difatti appena esce dalla stanza o tace o parla di cose stupide. La donna invece riesce ad entrare in relazione con chi sta morendo, e dice cose sensate. La donna è capace di creare una relazione perfino quando mancano le parole, è capace di una grandissima comunicazione non verbale. E difatti la donna ha anche una capacità di ascoltare molto forte.

È interessante a questo proposito vedere come si comportano gli elementi maschili e femminili in quattro personaggi del Vangelo: Nicodemo, Pietro, la Maddalena e la Samaritana.

Nicodemo viene da Gesù (Gv 3, 1 e ss.) e non capisce, ma vuol capire e allora fa domande. E qui Gesù è terribilmente femminile, perché lo spiazza dicendogli delle cose che Nicodemo non può capire. Cristo gli parla solo con intuizioni così forti che Nicodemo, con tutto il cuore, non può capire. Difatti non capisce e se ne va via triste.

La Samaritana (Gv 4, 4 e ss.) non capisce, però dice “dammi da bere quest’acqua”. Ha intuito qualcosa di importante e allora chiede. Nicodemo non capiva, ma neanche chiedeva oltre. Per l’uomo è persino difficile chiedere.

La Maddalena e Pietro (Gv 20, 1 e ss.) corrono entrambi al sepolcro e entrambi non capiscono. Pietro entra, non capisce, e torna dalla tomba come vi è andato. Maria cerca nella tomba, si mette a piangere, inizia a cercare attorno e appena incontra uno gli chiede dove hanno messo il suo Signore, e così lo incontra. Da questa sua insistenza nella relazione incontra Cristo. Pietro invece parte col cervello per vedere se l’idea della risurrezione corrisponde al fatto, vede la tomba vuota, gli sembra impossibile e torna a casa. La struttura maschile è fallita: l’idea corrisponde alla realtà, ma è troppo grossa, non si può credere. Maria invece dice “se sia risorto o no a me non importa, importa solo di riaverlo”. Lei non parla di resurrezione, è tutta basata sulla relazione e sulla persona. Questo è tipicamente femminile.

Capite quindi perché una persona che non abbia elementi dell’altro sesso sia una persona impossibile, una perversione.

Un altro elemento che gioca nella relazione uomo/donna è la paura del maschio nei confronti dei sentimenti. Siccome il maschio ha anche l’emisfero destro, ogni tanto sente qualcosa, ma ha molta paura di quello che sente, perché non rientra in qualcosa di analizzabile razionalmente, qualcosa di gestibile. E allora diventa importante che la donna aiuti l’uomo a prendere coscienza dei sentimenti e a non spaventarsi, e che l’uomo aiuti la donna a non basare tutto sui sentimenti e solo su di essi.

La cultura occidentale, soprattutto dal rinascimento in poi, è una cultura delle idee e degli oggetti, dell’applicazione delle idee agli oggetti, è la cultura della matematica, della fisica, una cultura molto tecnologica, in cui tutto ciò che è relazionale non funziona. Quindi l’elemento femminile è molto schiacciato, la sottomissione della donna è quasi totale.

La prima fase del femminismo rivendicava per la donna la possibilità di prendere il posto di lavoro dell’uomo, la parità lavorativa. Questo è avvenuto, e siccome non funzionava è venuta la seconda fase, quella del romanticismo, del ritorno al focolare. Ma neanche questo ha poi funzionato. E allora ecco la fase attuale che arriva agli estremismi del femminismo nordico che afferma che le donne debbano essere crudeli e violente.

Ma tutto questo non ha spostato la cultura maschilista, tanto è vero che le donne, anche in politica non hanno cambiato niente, perché hanno preso il posto del maschio, ma lo hanno fatto con la mentalità maschile. Un cambiamento ci sarà quando le donne prendendo il posto del maschio, lo faranno però col coraggio e la possibilità di agire da donna. È importante che la donna sia donna fino in fondo e abbia il coraggio di agire soprattutto con l’emisfero destro. Allora sì che le cose inizieranno a cambiare, perché si inizierà ad introdurre l’elemento femminile in una società che è profondamente non maschile, ma maschilista.

Un piccolo esempio dell’agire maschile e di quello femminile. Prendiamo due persone profondamente di preghiera, Frère Roger di Taizé, che aveva nel suo carattere una forte carica femminile, e Madre Teresa di Calcutta, che invece nel suo carattere aveva molti elementi maschili. Quanto Frère Roger è andato al parlamento europeo a Strasburgo ha fatto un bel discorso, ma un discorso adatto al parlamento. Invece quando Madre Teresa è andata alle Nazioni Unite, da buona albanese non ha seguito il protocollo, ma ha agito da donna in un contesto tipicamente maschile: invece di parlare di disarmo e di pace si è messa a pregare, sconvolgendo tutti. Non ha solamente preso la parità, ma ha agito da donna.

Capite allora che c’è un grande lavoro da svolgere in questo, perché la donna è caduta in questa trappola maschilista, ha conquistato un ruolo, che però svolge in modo maschile. E anche i movimenti femministi stanno fallendo, proprio perché combattono con armi maschili, con metodi maschili. Non si è mai parlato tanto di dignità della donna e di ruolo della donna come in questi ultimi decenni, però intanto, ad esempio, per la moda e la pubblicità (ma anche per i modelli che propone la televisione e gran parte della stampa) la donna non è altro che una bambola per i più perversi desideri maschili. Moda e pubblicità sono tutte e due disegnate e curate nella sola ottica maschile.

Ma torniamo a noi. Una zona che è conflittuale è quella che riguarda l’orgoglio. Che come vi dicevo ha sede nella parte sinistra, quella maschile. Questo disturba molto il maschio, perché lui non cede, e quando l’orgoglio si intreccia coi sentimenti è terribile, si crea una miscela esplosiva.

Lui sta male per una stupidaggine. Lo sa che è una stupidaggine, ma questo non lo fa star meglio, anzi. Poi arriva lei e gli dice “ma dai, non è niente!”. Questo lo fa star peggio. Se poi aggiunge qualcosa, o fa qualcosa come abbracciarlo, è la fine. Lui inizia a star male non più solo psicologicamente, perché non vuole cedere. Si impunta su una cosa stupida e non cede. Anche se la moglie si mettesse in ginocchio non cederebbe. Questo perché l’orgoglio si è mescolato ai sentimenti che prova verso la moglie. È una cosa terribile che fa star malissimo tutti e due.

Quella appena descritta può sembrare una situazione assurda, una situazione limite. Invece devo dire che è molto più comune di quanto non si creda, tanto che l’ho trovata descritta varie volte. Interessante la soluzione che ho trovata proposta. Stabilire un segnale (alcuni dicono un campanellino, altri una frase particolare, comunque qualcosa di preciso) che lui usi quando torna a casa in quello stato d’animo. Il senso del segnale è questo “Non ho niente, ma se dici una parola salto. Vorrei abbracciarti, baciarti, ma ho tanto fastidio che non lo faccio”. Allora lei, sentendo il segnale, non gli dice niente, lo abbraccia senza dirgli niente. Aspetterà che sia lui a parlare.

Tutte queste cose ci indicano chiaramente che tipicamente femminile è identificarsi con quello che sta nel mondo della relazione, mentre il maschio si identifica con quello che sta fuori, con gli oggetti. Tipico esempio è il senso di casa. Per la donna “casa” significa stare in un rapporto bello, per lei casa è dove c’è la relazione. Invece l’uomo identifica “casa” con il luogo dove vive. Quando la donna dice “torno a casa” intende proprio “torno tra le persone con cui ho il rapporto migliore”, mentre l’uomo intende “torno dove vivo, dove c’è la mia sedia, il mio divano, il mio letto”.

Tipicamente femminile è la religione, proprio perché relazione con Dio Padre. Per il maschio è più difficile, difatti in chiesa è pronto a tutto: riparare il tetto, costruire il campanile, lucidare tutti i banchi, anche a far fuori il parroco se non funziona, ma non a condurre una preghiera. Difatti nel Vangelo sono le donne che capiscono Gesù, che hanno intuito in lui una relazione, e questo gli basta. Vanno con lui e non gli chiedono niente, non discutevano di pastorale giovanile o di piani pastorali parrocchiali o diocesani, non fanno come gli apostoli che discutevano sempre. Dove la relazione è più fedele, lì è la donna. Se lei capisce che Dio è questa relazione fedele, totale, lei allora non smette di credere, le puoi dare centomila argomenti razionali contro Dio, ma lei non smette, tira diritto. All’uomo invece, se crede, basta che arrivi uno che gli dice che Darwin dice che la scimmia è l’antenato dell’uomo, e gli va subito in crisi l’idea di Dio creatore e smette di credere.

Tutte le distinzioni di questa sera sono fatte per capire. Abbiamo parlato di femminile e maschile, non di donne e di uomini (quando ho usato questi termini era solo per comodità). Hanno ragione i cinesi citati l’altra sera: se c’è solo sole e siccità non cresce niente, come non cresce niente se c’è solo buio e umido. Per la vita, perché nasca e cresca c’è bisogno di tutte queste cose, e non solo a livello dell’umanità, ma anche della singola persona.

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