Corriere Della Sera

30 April 2004

La sfida del nuovo Prince: “Basta con le volgarità’ pop”

"Janet Jackson? Rispetti i fan. E i cantanti rinunciano alla musica e computer"


Alessandra Farkas


Dal nostro inviato a JACKSONVILLE (Florida).

"L’ album nasce da un istinto polemico, come suggerisce il titolo”, spiega al Corriere Prince, che nonostante la temperatura estiva indossa un cappello bianco di pelliccia stile aureola e sembra ben più giovane dei suoi 46 anni - nel suo camerino semibuio tutto tappeti orientali e candele aromatiche della Veteran Memorial Arena di Jacksonville, tappa della sua tournée mondiale che in autunno lo porterà anche in Italia.

"Oggi - aggiunge - siamo bombardati da musicaccia sintetica, preconfezionata al computer da burocrati col master in Economia. Volevo riportare la musica vera, dal vivo, sul palcoscenico”.

Vuole essere il mentore delle nuove generazioni?

"Penso che sia mio dovere far scuola ai giovani. Esortarli ad abbandonare il playback e la musica troppo commerciale, perché è meglio sbagliare qualche nota che fingere. Un quarto di secolo dopo il mio debutto, i miei concerti sono di nuovo tutti esauriti, perché la gioia della musica vecchio stile è una rivelazione, contagiosa”.

Quale musica ama oggi?

"Stevie Wonder è il mio mentore: basta guardarlo per imparare. Anche Alicia Keys è straordinaria”. Un tempo lei diede la musica per morta.

"Ha cessato di vivere la prima volta che qualcuno ha offerto dei soldi a un musicista in cambio di una sua canzone, ben prima della nascita del jazz. Ma la creatività ha continuato a germogliare fuori dell’ industria discografica”.

Ce l’ ha ancora a morte con le major?

"L’ industria è un impero del male; un diabolico ingranaggio che mira al massimo profitto e trasforma gli artisti in fazzolettini usa e getta. Ai colossi la nostra longevità non conviene: li costringe ad aumentare gli zeri dei contratti”.

Perché dopo tante polemiche con l’ “industria del male”, ha firmato con la Sony?

"La Sony non è che un servizio di distribuzione, come un portalettere, visto che oggi il proprietario esclusivo di tutta la mia musica sono io. La parola chiave, per un artista che voglia restare tale, è “proprietà"”.

Cosa pensa del putiferio scatenato dal topless di Janet Jackson al Superbowl?

"Penso che la protesta oltrepassi il singolo caso di Janet. La scure dei censori è caduta perché la gente è stufa di tutta questa pornografia e vuole ordine nella sua vita. È un movimento democratico e in quanto tale va rispettato. Come la decisione di Zapatero di ritirarsi dall’ Iraq, in perfetta sintonia con la volontà del popolo spagnolo”.

È strano sentire parlare così l’ autore di “Darling Nikki”...

"Già, quella canzone superò ogni limite di pudore e fu oggetto di una crociata puritana da parte di Tipper Gore, la moglie dell’ ex vicepresidente Usa, che la bollò come pornografica perché usavo la parola masturbazione. Non credo sia possibile provocare più di quanto abbia fatto io allora. Ma dopo aver fatto e detto tutto, anch’ io sono cambiato e certe canzoni non le suono più, così come non uso più certe parole. Non mi rappresentano”.

"Musicology” è intriso di temi politici e sociali, dalla povertà all’ Aids, dall’ oppressione dei neri all’ Iraq, dal terrorismo all’ erosione dei diritti civili. Ha scoperto l’ impegno?

"Macché. La politica è in tutti i miei album. Pensi a “Dirty Minds/Controversy”, uscito oltre 20 anni fa, forse il più impegnato di tutti. E anche il mio rapporto con Dio non è cambiato, dopo la mia conversione ai Testimoni di Geova, 4 anni fa. L’ ho sempre amato e venerato, cercando di seguirne l’ insegnamento”.

Quale insegnamento?

"La dote più importante per un musicista è la dedizione e la reverenza verso l’ Altissimo, perché anche la musica è un dono che ci ha regalato Lui e questo è il motivo per cui non credo nell’ artista idolatrato e non firmo mai autografi. Grazie a Dio non ho mai avuto paura di nulla. Inclusa la morte e l’ aldilà. Solo i miscredenti sono prigionieri”.

Perché nei suoi concerti cita spesso la Bibbia?

"Invito il mio pubblico a leggere le sacre scritture, le uniche che rivelano la verità”.

Molte canzoni del cd sono un inno alla monogamia. Il matrimonio con Manuela Testolini ha convertito l’ ex playboy?

"Sono sempre stato un monogamo rispetto alla musica, all’ arte e a Dio. La monogamia non riguarda solo il sesso”.

In una delle canzoni più politicizzate dell’ album, Mr. Man, alcuni hanno letto un’ allegoria di George W. Bush.

"Mr. Man è l’ omologazione di tutti coloro che tiranneggiano e opprimono i più deboli. Una persona da sola non può commettere tutto quel male. Il simbolismo, qui, trascende la cronaca quotidiana”.

E se il Partito democratico volesse usare la canzone come manifesto?

"Non glielo consentirei. Non voglio essere strumentalizzato da nessuno”.

Molti hanno paragonato “Musicology” a “The Rising” di Springsteen e “Time out of Mind” di Dylan: cd che hanno resuscitato la carriera di grandi sulla via del tramonto. “È ridicolo. Io non sono mai andato via, sono gli altri che mi hanno ritrovato dopo 10 anni, scoprendo che Prince, oggi, è un uomo completamente libero”.