Sofferenza e desiderio

Siamo abituati a distinguere la sofferenza dal desiderio in quanto si ritiene la sofferenza come qualcosa a cui sfuggire mentre il desiderio sembra essere qualcosa a cui soggiacere.

Approfondendo il concetto di sofferenza lo si associa al dolore e di conseguenza se ne prova repulsione per nostra natura.

La nostra reazione alla sofferenza però indica una indesiderabilità di tale sentimento e quindi una repulsione.

La repulsione della repulsione per qualsiasi cosa che ci riguarda è una delle distorsioni del mezzo attraverso cui sentiamo e cioè il desiderio.

Di conseguenza quand'anche indesiderabile la sofferenza rappresenta una delle distorsioni del desiderio e di conseguenza essa può essere considerata parte del desiderio per via della sua indesiderabilità.

Infatti come sappiamo il desiderio è composto dal piacere e dal dispiacere che a loro volta indicano la repulsione e l'attrazione che proviamo per un determinato oggetto,azione o parola o pensiero che percepiamo.

Tutto ciò per dire che alla fine la sofferenza può essere considerata una conseguenza del nostro modo di sentire attraverso il corpo senziente e pertanto è equiparabile ed è allo stesso tempo contenuta all'interno del concetto del desiderio con le sue 4 facce.

La sofferenza e il desiderio se li si vuole concettualmente distinguere, anche se sono associabili come termini (come spiegato sopra),possono essere considerati i mezzi attraverso cui percepiamo ,in quanto il corpo senziente percepisce attraverso le loro variazioni di intensità.

Pertanto l'accettazzione della sofferenza e del desiderio come mezzi di sentimento, che sono indissolubilmente legati alla nostra condizione umana, e di conseguenza al corpo senziente facilita l'attenuazione delle distorsioni cognitive che riducono la capacità di percezione del soggetto della percezione (l'osservatore o il percepente).