Della funzione del Percepente

Il processo dell'ego è sostanzialmente il prodotto del processo di percezione.

L'interazione tra l'ambiente esterno e l'ambiente interno (ambiente percettivo) determina la costituzione del processo dell'ego.

Se partiamo dal presupposto che il processo dell'ego è costituito dalla somma dei tre livelli della relazione fra corpo senziente e percepente e dalla interazione a sua volta con l'ambiente percettivo vediamo che è un processo fine a se stesso. Il risultato di questo processo è l'esperienza che il percepente acquisisce sulla natura della propria costituzione sia fisica che psichica nonché animica.

Il percepente non viene percepito come una entità a sé fintanto che non si è compresa la natura del processo dell'ego e la sua funzione.

La meditazione e l'introspezione servono esattamente a questo. Servono una volta compresa la natura dell'oggetto da studiare a permettere al percepente di insediarsi stabilmente alla guida dei processi interiori di percezione .

Infatti fino al quel momento tutti i processi dell'ego sono guidati da preferenze ca. la repulsione e l'attrazione che proviamo ca. determinate azioni, piaceri, desideri etc. che non sono sotto controllo .

La conseguenza è che indugiamo a fare ciò che nel bene o nel male abbiamo imparato a fare senza chiederci se ne abbiamo il controllo. In genere la chiamiamo abitudini perché sono ripetitive.

Si parla molto spesso della capacità di mettersi affianco a se stessi e osservarsi.

Quella è la posizione che assume il percepente per poter fare tesoro della esperienza che in quel momento , in quella determinata situazione si esprime.

Ho sentito una volta una persona che mi ha detto che “da quando ho imparato a mettermi a fianco a me stesso occupandomi delle questioni e delle situazioni che devo gestire stò meglio e ho meno difficoltà personali o emozionali “.

Questo succede perché quella persona mettendosi affianco a se stessa bypassa il processo del proprio ego considerando la natura delle cose che deve gestire o fare ,dal punto di vista del percepente essendo consapevole che può sempre servirsi delle esperienze già fatte attraverso il processo del proprio ego.

Anche perché la nostra capacità di valutazione è strettamente legata alla nostra storia emozionale.

La complessità di quanto descritto è dato dal fatto che la nostra costituzione è sia materiale che immateriale e questo rende molto difficile la comprensione dei processi che si instaurano tra le parti costitutive della nostra entità.

Con questo si vuole dire che bisogna sempre tener presente ,con l'occhio del percepente, che stiamo studiando noi stessi e le nostre parti costitutive e che tutti i processi che percepiamo nella introspezione è solo possibile percepirli in quella specifica situazione proprio per il fatto che essi sono invisibili all'occhio fisico.

Questo si spiega per lo specifico motivo che a parte gli organi dei sensi fisici e il nostro corpo che vediamo ,non vediamo le parti più importanti della nostra entità che sono il corpo senziente , che ci passa le sensazioni attraverso il settimo senso (repulsione e attrazione) e il percepente che è il soggetto ultimo del nostro sistema di percezione.