IL NUCLEARE
Asia Gasparini
Asia Gasparini
In questi ultimi mesi l’intera Europa sta subendo una crisi energetica molto grave. Si stanno creando divisioni tra governi per la discussione in atto su come affrontare la carenza di energia. L'Europa quando si parla di energia nucleare si divide in 2 gruppi con differenti opinioni. Uno dei principali esportatori di energia nucleare è la Russia che sta costruendo nuove centrali nel suo territorio e le sue aziende stanno lavorando per costruirne decine anche all’estero. Anche la Cina sta investendo molti soldi in questo settore e ha intenzione di costruire 150 nuovi reattori nei prossimi 15 anni.
Negli ultimi 20 anni la produzione di nucleare è calata notevolmente in Europa, difatti oggi l’UE si trova nel mezzo di una terribile crisi.
Questa situazione ha creato molte idee distinte fra i cittadini italiani. Certi pensano che l’Italia dovrebbe installare delle centrali in modo da diventare indipendente, nonostante i gravi pericoli che potrebbe determinare una centrale nucleare.
Da anni ormai si discute su questo e ora nel bel mezzo della crisi i litigi sono ancora più accesi.
Avere una centrale nucleare nel proprio paese è un grave pericolo ed è una scelta da fare con attenzione e per validi motivi.
Anche se l’Italia in questo momento decidesse di costruire una centrale, comunque i primi risultati arriverebbero nel prossimo decennio. Inoltre, il nucleare è un'energia pericolosissima come dimostrato in passato dal disastro di Chernobyl. Non esiste tecnologia che possa escludere il rischio di gravi incendi ed emissioni di radioattività che, oltre a danneggiare l’agricoltura, aumenta il rischio per i bambini di contrarre la leucemia. Dosi molto elevate di radiazioni compromettono il cuore, i vasi sanguigni, il cervello e la cute, quindi danneggiano molto la salute. Nel caso di Chernobyl ci furono 57 morti dirette e l’ UNSCEAR ha contato fino a 4 000 casi di tumori a causa dell’incidente.
Generare energia nucleare rilascia molte scorie che rimangono radioattive per moltissimi anni e non ci sono ancora dei depositi per smaltirle in sicurezza.
In Italia il nucleare è pari solo al 25% dei consumi energetici, perciò non diminuirebbe notevolmente le importazioni anche perché non alimenta i trasporti e non produce calore per l'industria e per gli edifici.
Il nucleare è una fonte molto costosa e l’elettricità dell’atomo costa molto di più rispetto alle altre fonti, di conseguenza le tasse e le bollette dei cittadini aumenterebbero.
Inoltre, una centrale in fase di costruzione offre 3.000 posti di lavoro che, in fase di produzione, diminuiscono a 300, perciò non offre molti posti di lavoro.
Non è una fonte rinnovabile perciò questa energia è destinata ad esaurire, a differenza dell’energia eolica o solare.
Nonostante ciò, ci sono persone favorevoli alla costruzione di centrali in Italia e pensano che ci siano molti vantaggi. Innanzitutto porterebbe ad una stabilità politica superiore perché, se una nazione riesce a rendersi indipendente, diminuirà la dipendenza dai paesi fornitori.
Nonostante la costruzione di centrali abbia bisogno di molti soldi, poi la produzione di energia diminuirà il costo e il mantenimento di una centrale è economico.
Inoltre, è un ottimo investimento perché ha un ciclo di vita molto lungo, può lavorare fino a 50 anni, e la produzione dell’energia nucleare emette pochissima CO2 a differenza di altri combustibili fossili.
Tuttavia però il rischio di avere una centrale nel proprio paese è grande e la salute e la sicurezza devono sempre essere garantite.
In conclusione, le centrali non sono necessarie in Italia e, anche se ora le costruissimo, ciò non ci aiuterebbe a superare la crisi momentanea.