Matteo Sodaro - Divinità meccaniche

Divinità meccaniche

di Matteo Sodaro

 

Ormai l’utilizzo di telefoni e affini è diventato pane quotidiano.

Io, per primo, passo gran parte della giornata incollato a vari schermi.

Ma ogni giorno se ne parla di più, ragazzi che passano troppo tempo incollati a questi aggeggi.

Ogni telefono nuovo ha più vendite del vecchio e pare che, se hai un telefono di 6 mesi, sia vecchissimo, devi subito andare a comprarne uno nuovo! E se poi non è di marca? Tragedia! Per compleanno hai ricevuto l’iPhone 32 invece che l’iPhone 32 Plus S! Ora verrai escluso dalla società mondiale perché non hai il dispositivo che possiede il tuo cantante preferito!

Dove stiamo andando a finire? Cosa si sta creando?

Una sorta di dipendenza, un fanatismo?

Manca solo che ci si inginocchi davanti ad un computer e che ci si metta a mangiare solo mele (Apple).

Consumismo incredibile di miriadi di risorse, per farci contenti e prendere un qualcosa di uguale identico a quello che avevi prima ma di cui cambia il colore o la forma, stesse funzioni, ma magari ripresentate in un modo diverso per eluderci.

Ma sapete il bello?

Il bello è che siamo consapevoli di tutto ciò.

E nonostante tutto siamo anche felici e non ci fermiamo.

Per non parlare delle funzioni che ci forniscono, di svago e non.

Utilizzate in maniera troppo assorbente.

Restiamo lì, a guardare con ammirazione e quasi stando a lodare quello che vediamo.

Quindi come possiamo riassumere?

Fondamentalmente la dea/mamma che si è andata a formare è la Dipendenza. Una divinità che ci focalizza su qualcosa, della quale non possiamo fare a meno, e nel momento che proviamo a sbarazzarcene immediatamente ne risentiamo psicologicamente, dovendo quindi fare una bella terapia togliendoci questi aggeggi con molta calma a piccoli passi.

Forse è meglio cercare divinità non meccaniche.