Le figure retoriche possono essere utilizzate nel linguaggio verbale come in quello visivo, per raggiungere un determinato obiettivo di comunicazione. Le figure retoriche possono essere utilizzate per stimolare la mente del fruitore attivando il lui un forte livello cognitivo.
Le figure retoriche, o artifici retorici, sono così chiamate poiché fanno riferimento alla retorica, disciplina nata nel V sec a. C a Siracusa e sviluppatasi diffusamente ad Atene. La retorica è l’arte del parlare e dello scrivere al fine di persuadere. Le figure retoriche vengono solitamente distinte in queste principali categorie:
Figure fonetiche o di suono, quando riguardano la modifica, la ripetizione o il parallelismo dei suoni delle parole;
Figure dell’ordine, quando riguardano la disposizione dei sintagmi all’interno della frase;
Figure del significato, quando implicano delle relazioni tra il significato dei termini adoperati.
Sono metaplasmi tutti i mutamenti formali parziali delle parole quali:
Metatesi: rovesciamento dell’ordine di due fonemi, o suoni, all’interno di una parola.
Protesi: aggiunta di una vocale o sillaba davanti a una parola.
Aferesi: caduta della sillaba iniziale di una parola.
Epentesi: aggiunta di un suono all’interno di una parola.
Sincope: eliminazione di uno o più fonemi, o suoni, all’interno di una parola.
Epitesi: aggiunta di un fonema alla fine di una parola.
Apocope: caduta della vocale o sillaba finale.
Es: San invece di Santo
Allitterazione: Ripetizione in parole diverse all’interno di un verso o di versi successivi, di vocali, consonanti e sillabe che hanno lo stesso suono.
Es: “... rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo ...”
Assonanza: Somiglianza di suono fra le ultime sillabe di due parole, a partire dalla vocale accentata, quando sono uguali le vocali ma diverse le consonanti.
Es: viso – mattino ; amore – morte
Consonanza: somiglianza di suono quando sono uguali le consonanti ma diverse le vocali.
Es: fine - fune, tranello – caramella
Onomatopea: riproduzione attraverso le parole, o sequenze di parole, di suoni e rumori
Es: “... nei campi c’è un breve gre gre di ranelle ...”; “splash” per indicare un tuffo in acqua; “boom” per indicare l’esplosione di una bomba ecc.
Analogia: figura molto usata nella poesia moderna che consiste nell’accostamento immediato di parole o immagini a prescindere dai rapporti logici
Es: “ sono stato uno stagno di buio”
Ipallage: consiste nel riferire una qualificazione ad un elemento della frase diverso da quello cui si riferirebbe dal punto di vista logico del significato.
Iperbole: figura che consiste nell’esagerazione (per eccesso o per difetto) enfatica o inverosimile di un concetto.
Es: “ho una fame da lupi, mangerei un bue intero”
Litote: consiste nell’affermare un concetto negando l’opposto, spesso al fine di rendere meno sgradevole ciò che si dice
Es: “ non sei stato simpatico” invece di “sei stato antipatico”
Dai Promessi sposi “Don Abbondio non era nato con un cuor di leone” per dire che era un codardo.
Metafora: è la più diffusa figura retorica, fondata sul meccanismo del “trasferimento del significato”. Si ha quando ad un termine sostituiamo un altro che ha con il primo un rapporto di somiglianza. Viene considerata una similitudine abbreviata.
Es: “Don Abbondio era un coniglio”. Il legame tra i due elementi è la mancanza di coraggio. “Andrea è una scheggia”. Andrea e la scheggia sono due elementi caratterizzati dalla velocità.
Metonimia: indica la sostituzione di un nome con un altro che abbia con il primo rapporti di connessione come il contenente per il contenuto, causa per effetto, effetto per la causa, l’astratto per il concreto, l’autore per l’opera, il luogo invece delle persone che vi si trovano.
Ossimoro: consiste nell’avvicinare due parole di significato opposto.
Es: “...tacito tumulto...”; “...silenzio assordante...”; “...ghiaccio bollente...”
Personificazione: l'attribuzione a oggetti inanimati comportamenti e sentimenti propri dell’uomo.
Es: “... la terra livida, ansante, in sussulto...”
Similitudine: il paragone che viene istituito tra due immagini. E' di solito introdotto dai nessi “come…così” “come...tal”
Es: “bello come un dio”; "lento come una lumaca".
Sineddoche: consiste nel nominare una parte per il tutto, o viceversa, la specie per il genere, il singolare per il plurale. E’ analoga alla metonìmia.
Es: “...le vele facevano rotta a sud...”, dove per vele si intende la nave.
Sinestesia: consiste nell’avvicinare due parole appartenenti a due sfere sensoriali diverse.
Es: “...tenebra azzurra, ombra silenziosa, ombra accesa...”; "il sapore del successo".
Anafora: ripetizione di una parola o gruppi di parole all’inizio di due o più frasi o versi. Serve a dare maggiore incisività ad una parola che per il poeta contiene un significato importante.
Es: “S'i' fosse..." nella poesia "S'i' fosse foco" di Cecco Angiolieri nella quale queste due parole vengono ripetute all'inizio di quasi tutti i versi della poesia.
Anastrofe: inversione dell’ordine normale di due o più termini nella costruzione della frase. Serve a dare un certo ritmo alla poesia.
Es: “...sempre caro mi fu quest’ermo colle; "spesso il male di vivere ho incontrato...”.
Antitesi: consiste nell’accostamento di parole, frasi o concetti di senso opposto.
Chiasmo: disposizione incrociata degli elementi costitutivi di due proposizioni collegate, in modo che i termini della seconda siano disposti in ordine inverso rispetto a quelli della prima.
Es: "Le donne, i cavalier, l’armi, gli amori" dal proemio dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
Enjambement: consiste nello spezzare tra la fine di un verso e l’inizio di quello successivo una frase o un gruppo di parole. Serve a far soffermare il lettore sulla parola che è stata isolata.
Es: “... nel cuore è quasi un urlo di gioia...”
Iperbato: consiste nel rompere la normale successione delle parole in una frase, dando a questa una struttura irregolare
Es: “...l’acque cantò fatali...”.