Il principe è un saggio critico di dottrina politica scritto da Niccolò Machiavelli probabilmente tra la seconda metà del 1513 e l'inizio del 1514, nel quale espone le caratteristiche dei principati e dei metodi per conquistarli e mantenerli. Si tratta senza dubbio della sua opera più nota e celebrata, quella dalle cui massime sono nati il sostantivo "machiavellismo" e l'aggettivo "machiavellico".

L'opera non è ascrivibile ad alcun genere letterario particolare, in quanto non ha le caratteristiche di un vero e proprio trattato

Contenutо

«Coloro e' quali solamente per fortuna diventano, di privati, principi, con poca fatica diventano, ma con assai si mantengono.»

Per raggiungere il fine di conservare e potenziare lo Stato, viene popolarmente e speculativamente attribuita a Machiavelli la massima "il fine giustifica i mezzi", secondo la quale qualsiasi azione del Principe sarebbe giustificata, anche se in contrasto con le leggi della morale. Questa attribuzione, più ascrivibile ad Ovidio è quantomeno dubbia, dato che non trova riscontro nel Principe e nemmeno in altre opere dell'autore e dato che, in merito a questa massima, vi sono elementi contraddittori all'interno dell'opera.

Tale aforisma potrebbe, forzandone l'interpretazione, essere dedotto in questo passaggio:

«... e nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio da reclamare, si guarda al fine. Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati»

(N. Machiavelli, Il Principe, cap. XVIII)

Pur non essendo letteralmente uguale a quella che conosciamo, il senso è evidentemente molto simile alla sua forma popolare. Il punto è che nel testo del Principe la frase è riferita espressamente ad azioni legate alla ragion di Stato, dunque generalizzarla a qualunque fine, il più onesto ma anche il più immondo, è una deformazione piuttosto grossolana e fuorviante.

Machiavelli in un altro passaggio, sempre in riferimento al Principe, spiega che cosa sia la pazzia, contraddicendo in parte quanto detto sopra:

«perché un principe che può fare quello che vuole è un pazzo; un popolo che può fare ciò che vuole non è savio.»

(N. Machiavelli, Opere complete, Alcide Parenti, Editore-Libraio, Firenze, 1843, cit., p. 313)

Perciò è pazzo colui che crede di poter dire e di poter fare quello che vuole. In altre parole, è pazzo colui che pensa che il fine giustifichi i mezzi.

In Machiavelli, la salvezza dello Stato è necessaria e deve essere anteposta alle personali convinzioni etiche del Principe, poiché egli non è padrone, bensì servitore dello Stato.

Il metodo di indagine utilizzato da Machiavelli ha il carattere della scientificità d'indagine, in quanto si serve del metodo induttivo e di quello deduttivo. Il primo metodo parte dall'osservazione di un'esperienza precisa e dei dati ricavati, per poi risalire alle norme generali che hanno sempre regolato l'agire dell'uomo politico; il secondo metodo parte da tesi sicure e utilizza fatti o esempi storici a sostegno delle tesi espresse.

Рубриката подготви: Диляна Иванова и Вероника Маки от 8а клас