1973

mercoledì 23 aprile 2014, 9:29

L’edizione del 1973 fu di basso livello, sotto tutti i profili, ad eccezion fatta per la canzone vincitrice e di poche altre; fu caratterizzata anche da strascichi di polemiche e disaccordi tra gli organizzatori e i cantanti, tra il Comune di Sanremo e la RAI e così via. La Rai trasmise solo la serata finale e usò per la prima volta delle telecamere a colori, nonostante che ancora la TV a colori fosse in fase di sviluppo.

Adriano Celentano ritirò la sua canzone all’ultimo momento a causa di disaccordi sulle scelte dell’organizzazione e di una sopraggiunta, si disse, gastrite.

Debuttarono Gilda Giuliani, che due anni dopo sarebbe stata la vincitrice, e Roberto Vecchioni, per il quale il successo arrivò molto più tardi.

La canzone vincitrice, “Un grande amore e niente più” di Peppino di Capri è veramente una canzone stupenda, carica di poesia. Mi è capitato un po’ come per “Addio addio”, che, conoscendola poco, ha cominciato a piacermi mentre la suonicchiavo col il tastierino che ho sul tavolo, per impararla.

Ve la propongo, anche questa, supportata dal suono melodioso della fisarmonica in sottofondo, anche se qualcuno sostiene che essa “rovini” l’armonica, cosa che a me non sembra proprio, ed è questo che conta, visto che a suonare sono io; anzi mi sembra che la fisarmonica, in certe canzoni, impreziosisca molto l’armonica!

Ringrazio tutti coloro che seguono questo mio percorso, soprattutto coloro che ascoltano le canzoni e coloro che riescono ad apprezzarle, per questioni di gusti musicali e attaccamento alla musica pop italiana, e per la possibilità di sperimentare e verificare la grande versatilità dell’armonica.

Torno però a ripetere che non c’è bisogno che vi sentiate di dover commentare ogni canzone, e se questa cosa andrà in porto, sarà in ogni caso una raccolta notevole e unica. Con questo non voglio assolutamente dire che l’unicità di una cosa debba necessariamente rappresentare un valore positivo, perché si può essere anche unici per idiozia, ma sono certo che, anche se ai più queste canzoni non piacciono, non mancheranno gli estimatori. Uno di questi estimatori sono io stesso, che amo queste canzoni, quasi tutte, in maniera profonda e viscerale (altrimenti non le farei) e che nel riportarle alla luce (si fa per dire), disponendole nel loro ordine cronologico e riferendole, di tanto in tanto, al loro periodo storico, mi appassiono e mi diverto veramente tanto.

E questo fintanto che ho potuto suonare canzoni a me note; in seguito non so se il mio approccio con esse potrà rimanere tale. Infatti domani si comincia con una della Zanicchi che ho ascoltato per la prima volta in questi giorni, per impararla, e la successiva, quella di Gilda Giuliani, mai sentita. E così avanti fino alla fine degli anni ‘70. Gli anni ‘80 non li ho ancora valutati, per non mettere troppa carne al fuoco, ma la situazione non andrà certo a migliorare. Sta di fatto che, nella migliore delle ipotesi, non potrò certo mantenere il ritmo di una al giorno.

Cordialmente.

Carlo