Si arriva alle Coste di S. Eusebio, dove si parcheggia nello spiazzo a sud. Si parte in tale direzione e si trova subito paletto segnaletico con segnavia B/R n.391 per S.Vito e n.390 Senter Bandit con il primo tratto in comune sul crinale abbastanza ripido fino a immettersi nel bosco e al primo paletto segnaletico si girerà sulla DX sul sentiero n. 390. Il sentiero si snoda quasi pianeggiante con brevi saliscendi nel folto bosco con sensazione di incontrare qualche “bandit” (contrabbandieri) fino a raggiungere uno sterrato che si seguirà fino al termine, dove su un albero sulla DX si ritrova il segnavia B/R(non considerare il precedente ) Si entra nuovamente nel bosco e dopo un buon tratto si arriva a un baitello che lo si aggira dietro sulla SX(nota di riferimento un abete) fino a un nuova paletto segnaletico: si abbandona il 390 che procede diritto per S.Vito per girare sulla SX prendendo il segnavia B/R n. 392 per il Monte Ucia(1h 45’).
Si raccolgono le forze giacché il sentiero si fa alquanto ripido e faticoso procedendo su stretti tornantini prestando attenzione ai segnavia senza inoltrarsi a tracce laterali. Al termine della salita (50’) s’interseca il sentiero B/R n. 391 e, girando sulla DX, si seguirà inoltrandosi nel parco naturale delle Cariadeghe con la caratteristica formazione di rocce e profonde doline fino a raggiungere in dieci minuti il M.Ucia(tot. 2h 45’ dsl 628 metri.) Sosta obbligatoria per uno sguardo panoramico a 360°, dagli Appennini, al M.Rosa. alle Orobie,gruppo del Maniva con dietro la sagoma del M.Blumone. Si ritorna sui propri passi e dopo il bivio della risalita si arriverà a un paletto segnaletico indicante la “Corna de Cai”; vale la pena di salire allo sperone roccioso per un ulteriore sguardo panoramico questa volta sul lago di Garda. Ancora poco passi e si ritrova un altro paletto segnaletico(25’) dove , abbandonando il 391 si girerà a DX per prendere il sentiero, segnavia BLU, che si inoltra nell’altopiano delle Cariadeghe. Tratto di sentiero caratterizzato da grandi alberi con folte chiome e intrecci di rami particolari (faggi-carpini-castagni-frassini- ciliegi – con un loro specifico nome quale: el Fò de la macia tonda - -Fo del grop – seresa del Zuf – Ruer del colomb – Fò del candelaber ecc))macchie di agrifoglio e profonde doline fino ad immettersi su una carrareccia che la si seguirà fino a deviare , a un segnavia BLU su un albero, a SX per raggiungere in breve la Cascina del Comune posta su una panoramicissima radura prativa(1h’).
Trattasi fabbricato della metà ottocento una volta a uso agricolo e, recentemente ristrutturato per realizzare una struttura legata alla fruizione dell’area protetta con museo e sale per scolaresche e in parte un “poiat” accanto alla Grotta della la”carbonela”. Dietro all’edifico due maestosi e imponenti faggi, davanti lo sguardo si perde sull’altopiano racchiuso fra il Monte Tesio e il cocuzzolo del M.S.Bartolemeo dal quale, oltre le chiome di secolari faggi, spunta l’omonimo monastero costruito sui resti del Cenobio dei Benedettini di S.Pietro in Monte Orsino edificato nel 1039; gratificante pure la vista sul lago di Garda con la penisola di Sirmione che si incunea nelle azzurre acque, e i colli morenici. Si scende sulla DX e al limitare del prato si apre l’apertura del “Bus del Mandrià” (forte emozione nello scendere per pochi metri nell’antro fresco e oscuro).Si segue ora, con qualche difficoltà, il segnavia ROSSO del “SENTER DEI OMBER” fino a raggiungere le due “pose” del Laacoi e seguendo il sentiero si arriverà, prima al “Bus de l’Omber en banda al Bus del Gel”(ingresso oscuro e denso di mistero) e in seguito, con una breve deviazione sulla DX, il “ Bus del Gel (affascinante pensare che grotte,camminamenti,laghetti si estendono sotto per una ventina di Km a una profondità di 450 metri. Ritornando sui propri passi, al bivio si girerà a DX per immettersi in sentiero che si snoda fra folto noccioleto fino a sbucare sulla strada asfaltata proprio di fronte al “Fò de la Madonina” e in pochi minuti si arriva alla casa degli Alpini (55’) i dove si prenderà sulla SX via del Giogo. Breve e non impegnativa salitella che in 20’ terminerà al “Zuf de Serle” dove per la discesa si riprenderà il segnavia B/R n.391; tratto molto appagante con magnifica vista sull’altopiano con prati, cascine, villette e…. “omber”. Si ridiscende quindi in direzione Nord su traccia ben evidenziata dal passaggio di motocrossisti fino a bivio con paletto segnaletico della risalita, dove ovviamente si proseguirà dritti ripercorrendo il percorso della risalita (40’ – totale ritorno, 3h 20’).