Si parte alla volta di Gavardo o di Nave/Caino/Vallio, per raggiungere Sopraponte di Gavardo; all’ingresso del paese cartello segnaletico che indica” Prati di Magno”. Si percorre la bella strada panoramica fino al grande parcheggio, dove inizia la gita. Si procede per un centinaio di metri e, al termine della salitella, si gira a DX su strada cementata con segnavia sulla DX B/R che si abbandonerà quasi subito per inoltrarsi nel bosco su uno sterrato. Tratto con frequenti piccole rampe che fanno guadagnare subito quota e con bella panoramica sulla DX sulle varie frazioni di Vallio. Ora lo sterrato prende sicuramente direzione est dipanandosi più regolarmente fino a raggiungere i primi prati della Selvapiana; al bivio si gira sulla DX e su ripido sentiero si arriva alla grande Croce di Selvapiana (45’).
La sosta è doverosa per avereampio panorama sul lago di Garda con la prua della Rocca di Manerba che fende le acque, le colline moreniche fino a Solferino e in fondo gli Appennini. Si ridiscende al bivio riprendendo lo sterrato che aggira sulla SX il grande prato fino a raggiungere la cascina Mora/Poletti e poco innanzi la pozza Oserì; lo sterrato si snoda pianeggiante fra castagneti e prati fin a raggiungere un cancello oltre il quale sussiste un bivio: dritti si arriva direttamente alle antenne mentre preferibile girare a DX per raggiungere la cascina Mora composta da due fabbricati che si passa in mezzo. Si abbandona lo sterrato per girare sulla SX per prendere più in altro sentiero che s’inoltra nel bosco (segnavia B/R poco visibile). Sentiero quasi pianeggiante che aggira sulla DX il monte Selvapiana (965 Mt) sopra il quale sono installate grandi antenne; si aggira sulla DX la recinzione fino a confluire sul sentiero riveniente dal precedente bivio e in direzione EST si procede sul crinale con a SX il profondo vallone di Clibbio e, gradatamente perdendo quota, si arriva a una breve salitella che ci porterà al Santuario Madonna delle Neve (2 h- Mt. 868.)
Sosta doverosa per ammirare, a nord, fra le fronde di secolari faggi e querce parte dei monti della Val Trompia e della Val Sabbia e, nel mezzo, in fondo, la mole del M.Blumone; a sud il lago di Garda, la Rocca, Sirmione, la Valtenesi e giù lo sguardo per raggiungere gli Appennini. Particolare attenzione anche al grazioso Santuario che risale al XIV secolo recentemente ristrutturato dopo il disastroso terremoto. Da qui inizia il ritorno riprendendo il sentiero sulla SX del Santuario con segnavia B/R n. 504 che ripidamente scende nel bosco ceduo in direzione EST; al termine della discesa, girando a SX, si prende decisamente la direzione Ovest e in breve si raggiunge la cascina “Rucc“ (ora completamente e bellamente ristrutturata). Si prende uno sterrato e dopo 100 metri al bivio con paletto segnaletico si procede diritti inoltrandosi nel fitto bosco di carpini e faggi (a DX si raggiunge il forcellino della Fobia e a seguire Prandaglio). Si procede senza nessun dislivello in pieno rilassamento per godere il bosco e i profumi che esso emana; si costeggia una recinzione e, al termine della stessa, cessa anche lo sterrato e poi si procede su sentiero fino a una salitella con traccia profondamente erosa dalle acque per raggiungere una selletta dove si girerà sulla SX; per godere ancora di un ampio e piacevole panorama, si gira a DX per raggiungere in poche minuti il dosso erboso del Monte Acuto. Si procede ora in leggere discesa con sentiero che tende a Sud fino a intersecare la strada che scende dalle antenne del M. Selvapiana. Dallo sterrato si passa al cementato che fiancheggia delle belle villette fino a raggiungere la strada asfaltata dove si girerà a SX. Si rasente il bel prato alla sommità del quale insiste una gradevole trattoria, sempre diritti,i tra simpatiche ville e villette si raggiungerà il parcheggio (1h 45’).