Si arriva alle Coste di S.Eusebio dove si parcheggia nella spiazzo a Sud. Si parte in tale direzione e si trova subito paletto segnaletico: segnavia B/R n. 390 Senter Bandit – n. 391 S.Vito che seguiremo fino al M.Ucia. Tratto cementato e poi ghiaioso alquanto ripido per portarsi sul crinale che separa la Valle di Caino(DX) e Vallio (SX). Dopo la parte ripida il sentiero piano piano si porta sulla DX e poi nuovamente sulla SX per puntare in seguito a sud verso il “Zùf de Serle”(45’).
Al paletto segnaletico si gira a DX in direzione ovest e si proseguirà per buon tratto sul crinale attraversando bei roccoli per immettersi poi in bosco, rasentando sempre l’Altipiano della Cariadeghe che è Monumento Naturale. Con continui saliscendi si arriva alle Scalete Albere passando da maestosi faggi sparsi fra avallamenti imbutiformi(doline) che formano nel sottosuolo grotte carsiche denominate “òmber o bùs” disseminati su tutto l’altopiano quali ad esempio: òmber en banda al bus del zel ,con grotta sotterranea che si estende per una ventina di Km alla profondità di 450mt, òmber del casinet – bus del lat - bus dei tre legn- della mandria – della volpe – busa del sal- ecc. Tempo 55’ e si arriva alla “Corna de Caì” che merita senz’altro la visita(girando sulla DX su breve sentierino). Sullo sperone roccioso vi è un tronco intagliato con Madonna ed ai lati altre figure; bella la visuale a 180° da Mont’Orfano al lago di Garda. Si procede ancora per un cinque minuti e si arriva al Monte Ucia sul quale insiste una baracca ed una antenna. (2h –mt 1168).
Qui abbandoniamo il 391 per prendere un sentiero che diparte sull’angolo N/E del piccolo spiazzo. L’imbocco, seppur con traccia rossa, è poco visibile ma in seguito la traccia sarà ben evidenziata con frequenti segni rossi sia su alberi che sassi. Si scende quindi in direzione Sud nel “canal del Lùf” attraversando un ecosistema ancora incontaminato ed in una mezzoretta si arriverà, prima ad una carrareccia e poi ad uno sterrato carrabile. Questo si snoderà, in direzione sud molto sinuosamente attraversando l’altipiano, fiancheggiato da enormi esemplari(censiti) di faggi-carpini-frassini-castagni-ciliegi) fino ad arrivare ad un bivio(15’)dove si girerà a DX seguendo l’indicazione per S.Bartolomeo che raggiungeremo in 40’ dopo aver attraversato l’amena oasi della Valpiana . Sul cocuzzolo, attorniato da secolari piante, insiste il monastero costruito sui resti del Cenobio del Monastero dei Benedettini di S.Pietro in Monte Orsino edificato del 1039 dal Vescovo Olderico e completamente ristrutturato nel 1754 dai nobili Raineri; trattasi di complesso di interesse storico-colturale ed archeologico con scavi ancora in corso. Sguardo panoramico a 360° e si scende per seguire la strada asfaltata. Dopo pochi minuti, sulla sinistra si stacca un sentiero che si inoltra nel bosco che porta alla grotta più famosa e cioè “l’omber en banda al bus del zel. Seguendo la strada asfaltata in una decina di minuti si raggiungerà la Casa degli Alpini, e, girando sulla SX si prenderà la via del Zùf che in leggera salita si snoda fra verdissimi prati, ovviamente bucherellati dalle doline. Tempo 25 minuti e si arriva al Zùf de Serle, si scollina e, ripercorrendo il sentiero della risalita, in 40 minuti si arriverà al parcheggio.(totale 4h 30’)