Si parte alla volta di Cardone VT e, alla Pieve d’Inzino, al semaforo, si gira a SX seguendo l’indicazione Santuario Madonna del Castello; trattasi di antica pieve del 1285 e riedificata nel 1704 a seguito apparizione della Madonna. Appena passata la chiesa, si parcheggia nel piazzale antistante a un laghetto artificiale nella località Gorga. Parecchie frecce segnaletiche indicano varie mete e relativi tempi di percorrenza: si prosegue dritti su stradina asfaltata al termine della quale inizia il sentiero con segnavia BR n. 315 -croce di Marone o Testata d’Inzino che s’incunea nella stretta e suggestiva valle d’Inzino. Non c’è possibilità di sbagliare percorso e si seguirà sempre su buona traccia con segnavia evidenti, fiancheggiando sempre il torrente Re, ora a SX, ora a DX (per ben sette volte si attraversa passando su grossi massi), ora rasentandolo, ora in fondo a profonde forre, ora in lieve fruscio, ora in gorgheggianti cascatelle. All’inizio si passa sopra il simpatico ponticello del Dog a seguire una breve ma ripida salita fatta a gradoni, detta la “Scala Santa” e poi dopo venti minuti si arriva alla bella Madonnina detta dei sette Re, così denominata, in quanto nel torrente principale vi confluiscono altri sette torrentelli discendenti da valli laterali(a SX Rendena,Colombere e Colonno – DX Casere,Porchera,Purciola e Angheride). Breve tratto pianeggiante fino all’area pic-nic della Valle della Lana con a DX scintillante pozza, a seguire il bivio per la Valle della Lana con in alto la caratteristica cresta rocciosa detta del “Cardinale” per la sembianza appunto del prelato e poco dopo il Passo del Diavolo. Tratto da percorrere con una certa cautela per il baratro a SX come pure in seguito alle “Scalette” dove il sentiero è attrezzato con funi e a DX una stretta gola e nella parete rocciosa due tonde cavità nelle quali sono allocate due piccole Madonnine. Si percorre ora tratto di sentiero nell’alveo del torrente, passando alla sorgente detta della “Scaletta”, poi con ripido sentiero si attraversa una pineta per sbucare nei prati sottostanti la testata d’Inzino fino a una carrareccia dove si gira a SX e in pochi passi, si arriva all’accogliente rifugio della Croce di Marone( 2h 25’ mt.1166 – dsl Mt. 778.)
Dopo la dovuta sosta, si riparte girando sulla SX seguendo uno sterrato in direzione Ovest – con segnavia B/A del 3 V e 290 della Proai Gòlem - per la Forcella di Sale che la si raggiungerà dopo una mezzoretta passando dal passo dello Spino(indicazione segnaletica a SX da tralasciare)dopo il quale, al primo bivio,con segnaletica, si girerà a SX prendendo il sentiero con segnavia B/R n. 314-Inzino/Gorga che ripidamente si immette nella valle delle Casere. In venti minuti si raggiungerà la malga delle Casere sulla quale, a un angolo il segnavia indicherà di seguire il sentiero su dosso erboso; tratto con bella panoramica a Est sul Gòlem e a Ovest tutta la dorsale della Punta Almana. Terminato il dosso, il sentiero s’immette nel bosco e tutto a mezzacosta con leggera pendenza aggirerà le varie vallecole coperte da folto bosco di carpine-aceri, faggi e pochi esemplari di frassino e querce e verdi macchie di agrifoglio fino ad arrivare a un ponticello, oltre il quale in breve si arriverà al “Dos de l’Asen” con simpatico casetta e orticello. Ora il sentiero perde quota più rapidamente con begli scorci panoramici a Est sul Lividino e Costarica fino a raggiungere altri due baitelli e la sorgente dell’Angarida e, finalmente al fondo valle il “Cargadùr” (caricatore) dove termina una teleferica, pochi passi e si entra nell’abitato e quindi al parcheggio del mattino (discesa totale due ore.)