Si parte alla volta di Polaveno e, dopo case dell’ultima frazione, si gira a DX seguendo l’indicazione “Santa Maria del Giogo; dopo un chilometro circa su uno slargo in un ampio tornate si parcheggia e si procede sullo sterrato(paletto segnaletico)dove inizia la gita. In una mezzoretta si perviene al Santuario di S. Maria del Giogo con attiguo prato con magnifica vista sul lago d’Iseo, monumento ai caduti e una Madonnina; si scende e in breve si arriva al rifugio ora tipica trattoria con terrazza vista lago e a seguire un piazzale dove perviene una strada risalente da Sulzano (e anche da Polaveno, dopo il nostro parcheggio, passando da Nistisino). Per il senso della gita, è doveroso precisare che quivi esisteva un’uccellanda con due “caselli”, uno posto sulla terrazza del rifugio e l’altro sul cocuzzolo (ora sostituito da una casetta) per la cacciagione con “tesa” e “roccolo”.Da rilevare che fino alla prima metà del novecento, la cattura degli uccelli era effettuata ancora mediante reti (detta aucupio) che erano svolte fra due file concentriche di alberi (roccolo) oppure su un crinale con un filare di alberi(tesa)o di due( bressanella) opportunamente tagliati. Su gli alberi dei roccoli era issato un lungo ramo secco(el sech) detto “posadùr” sul quale gli uccelli sostavano dopo essere stati tratti in inganno dagli uccelli di richiamo, nelle gabbie appese o nella ”coridura”(gabbia lunga a sezione ovale posta sul prato ) o dallo “zimbello”(barbai)( uccellino legato a un filo); il cacciatore nel caselllo(costruzione in muratura, piano terra ricovero per le gabbie d’uccelli e sopra locale per il cacciatore)lanciava un rametto “spauracchio”(sbròf) da una apposita finestra( detta sbrofadùra) per spaventare gli uccelli che istintivamente si abbassavano e finivano nelle reti. Quanto sopra per immetterci nello spirito della gita vera e propria che inizia dal piazzale a SX in direzione EST su sentiero con segnavia B/R n. 312 risalente da Gardone VT; trattasi di vecchia mulattiera che congiungeva la val Trompia al lago d’Iseo. Percorso lievemente ma costantemente in discesa che porta in breve alla località Pozzolo passando sotto la caratteristica passerella e in seguito, sulla DX, a un roccolo detto “doset dela Cuca”; interessante notare in questo tratto sulla SX al limitare del bosco la “Palazzina” con le graziose torrette. Proseguendo sempre sullo sterrato si arriva alla località Cucca (paletto segnaletico) e poco dopo dalle casette si perviene a un bivio: a DX per il “rocol della bedola” (betulla) dove insiste una piccola casetta bianca (già casello) e appostamento di caccia in mezzo al tondo di secolari faggi, castagni, bedole e carpini e alcune piante di sorbo (marosén) e a SX dove giriamo, uno sterrato che s’inoltra nel bosco essenzialmente di castagni. Si perviene a un altro bivio, dove si proseguirà sempre dritti tralasciando la diramazione sulla SX (poco dopo di questa, altro bellissimo e recente roccolo).Proseguendo, passando oltre due cancelli, si sbuca al limitare del vasto prato a pascolo della “Colma di Domaro” dove campeggia una bella casa mansardata(già cascina ma ora completamente e bellamente ristrutturata); risalendo il prato la si rasenta sulla DX fino al crinale dove nel bosco si snoda il sentiero che lo si percorre girando sulla DX per breve tratto fino a un cancello dove inizia la bella “Tesa” e “ roccolo” del M.Codibolo che la percorriamo per tutta la lunghezza fino al”casello” con bella panoramica della Valle di Gardone che si chiude sotto le propaggini della Punta Almana; ritorniamo sui nostri passi non senza prima aver notato i resti della postazione antiarea della prima guerra Mondiale e, ripassato il cancello ,seguiremo in direzione OVEST ,il sentiero(labile traccia) che si snoda sul crinale nel bosco. A un tratto sulla SX si noterà una cascina, impropriamente detta “la Palazzina” che si raggiungerà in pochi passi con scarto deciso uscendo dal bosco. Costruzione con stalla, abitazione e annessa chiesetta in fase di inesorabile abbandono. Proseguendo sul dosso erboso un bel roccolo con piccolo casello dove gireremo a SX (abbandonando il filo) rasentando un “pagher” (pineta) fino a raggiungere la località Pozzone con roccolo e casello completamente ristrutturato a casa per vacanze. Altro scarto deciso per riportarsi nel bosco e si scenderà lungo il filo fino a raggiungere la “tesa della Cuca” con , nel bel mezzo del valico, il casello ben conservato; da notare, al piano superiore, sul fronte Nord la finestra della “sbrofadùra” chiusa e sotto due ferri sporgenti che sostenevano il capanno e, sopra il piccolo porticato una meridiana. Proseguiamo sempre dritti in lieve salita e in successione incontreremo: “Roccol della Cuca”, casello della” Tesa del Pianello”, la “tesa del Pianellino” e infine, sul cocuzzolo panoramico, il casello della “Tesona”(quest’ultimi caselli ampliati nel tempo);tratto veramente suggestivo che si dipana lungo il crinale tra imponenti e maestosi faggi, da notare sui lati i resti del muricciolo con pietre a secco che delimitava la tesa. Ritorniamo sui nostri passi fino al casello della Cuca, dove giremo a SX (a DX il sentiero, scendendo, s’immetterà nella strada consorziale risalente dalla Valle di Gardone). In pochi minuti saremo nuovamente alla Cocca (proprio al paletto segnaletico) e quindi girando sulla DX, si percorrerà il tragitto dell’andata: in quaranta minuti saremo al piazzale del rifugio e ancora una mezzoretta, passando ancora dal santuario di S. Maria del Giogo, saremo al parcheggio.