4 novembre Festa delle Forze Armate

Carabinieri a cavallo durante una parata. I membri della "Benemerita" rappresentano l'Arma per eccellenza dello Stato Italiano nonché la più longeva, essendo presente sul territorio, prima esclusivamente sabaudo, sin dal 13 luglio 1814.

Altare della Patria, Roma. Il monumento funge da sede tombale per il corpo del Milite Ignoto.

Il suddetto personaggio incarna il simbolo dell'eroismo militare nel corpo di un caduto sul fronte durante la Prima Guerra Mondiale. La salma giunse a Roma proprio in occasione del 4 novembre 1921 a bordo di un apposito convoglio ferroviario partito da Aquileia, in Friuli Venezia Giulia, terra martoriata dalla Grande Guerra.

Perché è importante celebrare il 4 novembre

La festa delle Forze Armate è sempre un giorno speciale, un momento di commemorazione e di ricordo nei confronti di coloro che hanno sacrificato, volontariamente o meno, la propria vita per il nostro Paese. Il 4 novembre non celebra solo i caduti sul campo, ma tutti i membri delle FF. AA., attivi nel passato e nel presente, che hanno messo a disposizione la loro esistenza al servizio della comunità italiana, in ogni dove e in ogni momento.

Tuttavia, quest’anno il 4 novembre assume un significato ancor più denso: esattamente 100 anni fa veniva infatti eretto ed inaugurato l’Altare al Milite Ignoto, simbolo più alto del sacrificio, dell’abnegazione, della dedizione, dello spirito di volontà e di corpo, dei più alti ideali a difesa del nostro Paese.

I festeggiamenti in occasione del 4 novembre sono ormai abitualmente da alcuni additati come celebrazione del militarismo e dell’autoritarismo politico, mentre da altri vengono posti sotto l’ala dell’esaltazione dei valori del Ventennio fascista. Ovviamente basta possedere un minimo di spirito critico, nonché prendere cum grano salis il contesto di questa giornata tanto speciale ed importante per la storia dell’Italia, per capire che la realtà dei fatti è completamente diversa da entrambe le posizioni. Il 4 novembre non si celebra il ricordo di coloro che mandarono al mattatoio le sacrificate ed i sacrificati, consapevoli delle conseguenze che avrebbero patito i sottoposti e coperti dalla sicurezza di non doversi sporcare nemmeno un solo dito con il sangue, la terra e le lacrime dei caduti invece da celebrare. Dato che il contesto dell’istituzione del tributo al Milite Ignoto è collegato agli eventi della Prima guerra mondiale, prendo proprio un esempio da tale conflitto per ben discernere i protagonisti meritevoli di ricordo e di onorificenze da tutte le figure che tentarono, in un modo o nell’altro, di farsi gloria sulle croci altrui.

È comunemente risaputo che la Grande guerra 15-18 abbia avuto un impatto devastante sulla vita di milioni di italiane e di italiani, contando soprattutto sul fatto che le vite complessivamente perdute solo nel nostro Paese ammontano a più di 1.000.000 di effettivi. Tuttavia, meno note sono le vicende che portarono l’Italia a stringere accordi di armistizio con l’Impero Austro-Ungarico. Infatti, le porte per i trattati di pace vennero spalancate da Vienna già nel settembre 1918, con gli eterni rivali d’Oltralpe ovviamente intenzionati, in quanto sicuri sconfitti, a concedere a Roma pressoché qualsivoglia condizione. Tuttavia, non solo il governo italiano continuò a far patire le condizioni infernali di trincea a decine di migliaia di connazionali assiepati sulle sponte del Piave, ma li costrinse addirittura all’offensiva negli stessi giorni in cui trattava le condizioni di pace con gli austriaci, i quali, confusi ed inviperiti almeno quanto gli italiani, non poterono far altro che ripiegare a gambe levate al di là del Carso. Tra le numerose vigliaccate di cui il governo italiano si macchiò, con la consapevolezza di mettere inutilmente a repentaglio la vita di propri connazionali per un minimo guadagno in termini diplomatici, figura sicuramente l’affondamento della corazzata Viribus Unitis, fiore all’occhiello della classe Tegetthoff e della marina austro-ungarica di stanza a Trieste. Infatti, sicuro che l’inabissamento della suddetta nave avrebbe arrecato enormi danni morali a Vienna, il governo incaricò gli ufficiali Raffaele Paolucci e Raffaele Rossetti di affondare la suddetta imbarcazione. Tuttavia, la medesima era appena stata ceduta dall’imperatore austriaco al neonato governo di Belgrado durante le trattative per l’armistizio con il Regno di Jugoslavia, pertanto l’abbattimento della Viribus Unitis non solo non ebbe ripercussioni nelle trattative con l’Austria, ma incrinò per diversi decenni le relazioni diplomatiche con la Jugoslavia.

Gli esempi sopramenzionati servano da chiarimento per chiunque infanghi il nome di coloro che meritano tutte le nostre menti e tutti i nostri cuori nelle celebrazioni del 4 novembre, giorno sacro per ricordare ancora più intensamente chi ha devoluto la propria esistenza ad una causa all’apparenza immateriale, ma all’atto pratico fondamentale. Le responsabilità personali di quanti hanno sbagliato in contesti di ius in bello sono certamente da aberrare, ma dovrebbe essere chiaro al pubblico più generale che le guerre non avvengono per colpa di chi si ritrova poi sul campo di battaglia a rischiare la propria vita, bensì a causa di quanti si trovano al di sopra di tali linee: questi sono, al contrario, i soggetti da screditare. Il 4 novembre è un inno al rendere giustizia a chi non meritava di vedere la propria vita spezzata così precocemente, ed è allo stesso tempo un monito per non ripercorrere tali scene nel futuro più prossimo ed arrecare in tal modo un simile fardello sulle spalle di tutte e tutti coloro incaricati della difesa delle nostre esistenze.

Fabio Naca

Nazario Sauro: Storia d'amor patriottico

Sin dai primi anni di gioventù ho sempre voluto associare il 4 Novembre, giornata e festa nazionale dell'Unità e delle Forze Armate, al ricordo degli Eroi e degli atti eroici, all'esaltazione di figure simbolo del nostro Risorgimento e delle due Guerre Mondiali quali Salvo d'Acquisto, Luigi Rizzo, Maria Boni Brighenti, Vittorio Montiglio, Cesare Battisti, Fabio Filzi, ma tra i tanti decorati al valor militare emerge per me sicuramente la figura di Nazario Sauro, eroe tra gli eroi. Non ho mai condiviso le citazioni “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” e “Beati quei tempi che non hanno bisogno di eroi!” di Bertolt Brecht, perché lontane dalla mia idea di Patria e dalla mia necessità di immedesimazione nell'eroicità e nel valore di esempio morale che ne consegue.

Nazario Sauro nacque nel 1880 a Capodistria, città dell’Impero Austro-Ungarico. La sua famiglia era da sempre di origine italiana e lui si considerava del tutto italiano. Poco prima dell'entrata in guerra dell’Italia contro gli Imperi Centrali decise di trasferirsi a Venezia per arruolarsi come Tenente di Vascello nella Regia Marina, ben conscio che in caso di cattura non sarebbe stato considerato prigioniero di guerra, ma condannato all’impiccagione per alto tradimento.

Sauro a 36 anni, reduce da più di sessanta missioni di guerra a bordo di navi e sommergibili della Marina Italiana tra Grado, Monfalcone, Sistiana e Trieste, venne catturato dagli asburgici, processato e, dopo un drammatico confronto con la madre che finse di non riconoscerlo, condannato a morte il 10 agosto 1916. Sul patibolo gridò continuamente “Viva l’Italia”, fino al suo ultimo respiro. La morte di Sauro contribuì alla causa nazionale e il suo valore morale fu subito riconosciuto da tutti, in Italia e all'estero, dalla Regia Marina e dal Governo italiano.

Il poeta-soldato Gabriele d’Annunzio si recò a Venezia a far visita alla vedova e ai figli definendo Nazario Sauro come “il vertice spirituale della piccola patria italiana che domani sarà franca”. Nel dicembre 1918 Benito Mussolini lanciò una sottoscrizione sul Popolo d’Italia e si recò a Capodistria per consegnare la somma alla famiglia di Nazario. Nel gennaio 1919, la salma fu traslata con tutti gli onori nel cimitero di Pola e fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

“Dichiarata la guerra all’Austria, venne subito ad arruolarsi volontario sotto la nostra bandiera per dare il contributo del suo entusiasmo, della sua audacia ed abilità alla conquista della terra sulla quale era nato e che anelava a ricongiungersi all’Italia. Incurante del rischio al quale si esponeva, prese parte a numerose, ardite e difficili missioni navali di guerra, alla cui riuscita contribuì efficacemente con la conoscenza pratica dei luoghi e dimostrando sempre coraggio, animo intrepido e disprezzo del pericolo. Fatto prigioniero, conscio della sorte che ormai l’attendeva, serbò, fino all’ultimo, contegno meravigliosamente sereno, e gridò forte e ripetuto più volte dinnanzi al carnefice "Viva l’Italia!". Esalò anima nobilissima, dando impareggiabile esempio del più puro amor di Patria

Alto Adriatico, 23 maggio 1915 – 10 agosto 1916

A fronte alla decisione delle potenze alleate di cedere l'Istria e la Dalmazia alla Jugoslavia, per evitare che la salma dell’eroe subisse lo scempio riservato agli italiani, nel marzo 1947 la bara seguì l'esodo degli esuli italiani, fu avvolta nel Tricolore e trasportata sulla motonave Toscana, quindi da Pola raggiunse Venezia.

Di seguito, un estratto dalla struggente lettera testamento di Nazario Sauro lasciata ai propri figli.

Caro Nino,

Tu forse comprendi od altrimenti comprenderai fra qualche anno quale era il mio dovere d’italiano. Diedi a te, a Libero, ad Anita, ad Italo, ad Albania nomi di libertà, ma non solo sulla carta; questi nomi avevano bisogno del suggello ed il mio giuramento l’ho mantenuto. Io muoio col solo dispiacere di privare i miei carissimi e buonissimi figli del loro amato padre, ma vi viene in aiuto la Patria che è il plurale di padre, e su questa Patria, giura, o Nino, e farai giurare ai tuoi fratelli, quando avranno l’età per ben comprendere, che sarete sempre, ovunque e prima di tutto italiani. I miei baci e la mia benedizione. Papà dà un bacio a mia mamma che è quella che più di tutti soffrirà per me, amate vostra madre! E porta il mio saluto a mio padre.

Come disse Orazio, non omnis moriar. Nazario Sauro, dopo più di centro anni, vive sempre nel cuore e nella mente delle Italiane e degli Italiani che amano profondamente la propria Patria.

Fabio Faccilongo

Nazario Sauro in una fotografia eseguita il giorno antecedente alla sua esecuzione



Le Forze Armate si differenziano dalle spesso confuse Forze dell'Ordine in base alla loro composizione e struttura prettamente militare, a differenza delle seconde che presuppongono un'intelaiatura civile.

Il Comandante in Capo delle FF.AA. Italiane è il Presidente della Repubblica, mentre il Ministero competente è la Difesa (a differenza delle FF.O. che si rifanno agli Interni).

Nel carosello soprastante si possono apprezzare tutti i corpi afferenti alla categoria delle Forze Armate, con le seguenti ulteriori distinzioni:

Forze Armate:

  • Esercito Italiano

  • Aeronautica Militare Italiana

  • Marina Militare Italiana

  • Arma dei Carabinieri

Corpi Armati:

  • Guardia di Finanza

Corpi Ausiliari:

  • Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana

  • Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana

  • Corpo Militare dell'Esercito Italiano del Sovrano Militare Ordine di Malta

  • Corpo delle Infermiere Volontarie dell'ACISMOM (Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta)

  • Ordinariato Militare

RICORDIAMO DI SEGUITO LE CADUTE E I CADUTI DELLE FORZE ARMATE

A PARTIRE DALL'IMMEDIATO SECONDO DOPOGUERRA

(In ordine alfabetico, con data e luogo di morte)

AIELLO Antonino († 11/10/2005, Bosnia Erzegovina)

ANTONUCCI Gerardo († 24/01/1996, Bosnia Erzegovina)

BACCARO Pasquale († 02/07/1993, Somalia)

BALLARINO Massimo († 30/07/2004, Libano)

BATTAGLIA Concetto Gaetano († 18/02/2009, Kosovo)

BETTI Marco († 03/09/1992, Bosnia Erzegovina)

BIONDINI Massimiliano († 31/05/2005, Iraq)

BRAJ Manuele († 25/06/2012, Afghanistan)

BRIGANTI Marco († 31/05/2005, Iraq)

BRUNO Massimiliano († 12/11/2003, Iraq)

BRUNO Giovanni († 03/10/2004, Afghanistan)

BUCCI Riccardo († 23/09/2011, Afghanistan)

BUTTAGLIERI Giuseppe († 03/09/1992, Bosnia Erzegovina)

CALIPARI Nicola († 04/03/2005, Iraq)

CALLEGARO Marco († 25/07/2010, Afghanistan)

CALÒ Carmine († 22/08/1998, Afghanistan)

CARDELLA Vincenzo († 30/09/2006, Afghanistan)

CARLINO Cosimo († 13/02/1991, Emirati Arabi Uniti)

CAROPPO Alessandro († 21/09/2008, Afghanistan)

CARRISI Alessandro († 12/11/2003, Iraq)

CARROZZA Tommaso († 30/12/1993, Somalia)

CASAGRANDE Davide († 14/07/2004, Iraq)

CAVAGNERO Giuseppe († 22/03/1959, Somalia)

CAVALLARO Giovanni († 12/11/2003, Iraq)

CELLI Sergio († 15/02/1961, R.D. Congo)

CERZA Carmine († 24/01/1997, Bosnia Erzegovina)

CHIEROTTI Tiziano († 25/10/2012, Afghanistan)

CIARDELLI Nicola († 27/04/2006, Iraq)

CIRILLO Marco († 31/05/2005, Iraq)

COLA Simone († 21/01/2005, Iraq)

COLAZZO Pietro Antonio († 26/02/2010, Afghanistan)

COLETTA Giuseppe († 12/11/2003, Iraq)

CONGIU Cristiano († 04/06/2011, Afghanistan)

CUOMO Roberto († 30/10/1993, Somalia)

CURRÒ Francesco († 20/02/2012, Afghanistan)

D'AURIA Lorenzo († 04/10/2007, Afghanistan)

DE CILLIS Pierdavide († 28/07/2010, Afghanistan)

DE LUCA Onorio († 11/11/1961, R.D. Congo)

DE MARCO Matteo († 16/09/2011, Afghanistan)

DE RISI Giovanni († 17/11/1961, R.D. Congo)

DE TRIZIO Carlo (27/06/2006, Iraq)

DI GIOVANNI Filippo († 11/11/1961, R.D. Congo)

DI LEGGE Massimo († 23/09/2011, Afghanistan)

DI LISIO Alessandro († 14/07/2009, Afghanistan)

DI SARRA Marco († 30/06/1994, Ruanda)

DI STASI Antonio († 05/03/1949, Eritrea)

DRAGANO Pasquale († 24/06/1999, Kosovo)

FABI Armando († 11/11/1961, R.D. Congo)

FENOGLIETTI Ermanno († 27/12/1995, Bosnia Erzegovina)

FERRARO Emanuele († 12/11/2003, Iraq)

FICUCIELLO Massimo († 12/11/2003, Iraq)

FILIPPA Andrea († 12/11/2003, Iraq)

FIORETTI Giuseppe († 09/08/2001, Kosovo)

FIORITO Manuel († 05/05/2006, Afghanistan)

FOCCIÀ Angelo († 03/06/1999, Bosnia Erzegovina)

FONDI Tommaso († 17/11/1961, R.D. Congo)

FORCUCCI Arnaldo († 15/01/2009, Afghanistan)

FORNER Daniele († 06/08/1997, Libano)

FORTUNATO Antonio († 17/09/2009, Afghanistan)

FOSCI Luciano († 01/08/1952, Somalia)

FRASCA Mario († 23/09/2011, Afghanistan)

FRASSANITO Enrico († 07/05/2006, Iraq)

FREGOSI Enzo († 12/11/2003, Iraq)

GALLO Giovanni († 13/01/2012, Afghanistan)

GALLONI Marcello († 03/06/1999, Bosnia Erzegovina)

GARBATI Giulio († 11/11/1961, R.D. Congo)

GATTI Massimo († 06/08/1997, Libano)

GAVINO Antonio († 12/11/1999, Kosovo)

GHIONE Davide († 12/11/2003, Iraq)

GHITTI Ivan († 12/11/2003, Iraq)

GIARDINA Alessandro († 21/02/1994, Somalia)

GIGLI Mauro († 28/07/2010, Afghanistan)

GIORNI Dario († 15/02/1961, R.D. Congo)

GONELLI Giorgio († 11/11/1961, R.D. Congo)

IACOVACCI Vittorio († 22/02/2021, R.D. Congo)

INTRAVAIA Domenico († 12/11/2003, Iraq)

LA ROSA Giuseppe († 08/06/2013, Afghanistan)

LANGELLA Giorgio († 26/09/2006, Iraq)

LATTANZIO Franco († 27/04/2006, Iraq)

LAZZARESCHI Lorenzo († 09/02/1998, Somalia)

LI CAUSI Vincenzo († 12/11/1993, Somalia)

LIGUORI Carlo († 02/07/2006, Afghanistan)

LIMA Giuseppe († 31/05/2005, Iraq)

LUINETTI Maria Cristina († 02/12/1993, Somalia)

MAJORANA Horatio († 12/11/2003, Iraq)

MAMONE Antonio († 11/11/1961, R.D. Congo)

MANCA Gianmarco († 09/10/2010, Afghanistan)

MANCINELLI Gionata († 03/08/1993, Somalia)

MARCACCI Martano († 11/11/1961, R.D. Congo)

MARCHINI Roberto († 12/07/2011, Afghanistan)

MARRACINO Salvatore Domenico († 14/03/2005, Iraq)

MATTA Marco († 07/01/1992, Croazia)

MERLINO Filippo († 12/11/2003, Iraq)

MESSINEO Francesco Paolo († 20/02/2012, Afghanistan)

MILLEVOI Andrea († 02/07/1993)

MIOTTO Matteo († 09/10/2010, Afghanistan)

MONTAGNA Fabio († 25/11/1993, Mozambico)

MONTESI Filippo († 15/03/1983, Libano)

MORFÉ Roberto († 13/09/2019,Iraq)

MUNARIN Bruno († 20/03/1950, Somalia)

MUREDDU Matteo († 17/09/2009, Afghanistan)

NARDONE Luigi († 02/08/2001, Kosovo)

NASINI Fabrizio († 30/07/2004, Libano)

NATALE Silvano († 07/01/1992, Croazia)

NIGRO Dino Paolo († 09/08/2001. Kosovo)

NISI Elio († 17/11/1961, R.D. Congo)

NIUTTA Francesco († 20/11/2003, Bosnia Erzegovina)

OLIVIERI Carlo († 06/10/1973, Egitto)

OLLA Silvio († 12/11/2003, Iraq)

OPPIZIO Corrado († 24/02/2014, Libia)

ORLANDO Giuseppe († 20/09/2006, Afghanistan)

PADULA Michele († 18/06/2012, Kosovo)

PAGA Francesco († 11/11/1961, R.D. Congo)

PALADINI Daniele ( 24/11/2007, Afghanistan)

PAOLICCHI Stefano († 02/07/1993, Somalia)

PARISI Giuseppe († 06/08/1997, Libano)

PARMEGGIANI Amedeo († 11/11/1961, R.D. Congo)

PASCAZIO Luigi († 17/05/2010, Afghanistan)

PEDONE Marco († 09/10/2010, Afghanistan)

PETRUCCI Roberto († 23/04/1997, Bosnia Erzegovina)

PETRUCCI Pietro († 12/11/2003, Iraq)

PEZZULO Giovanni († 13/02/2008, Afghanistan)

PIBIRI Alessandro († 05/06/2006, Iraq)

PISTONAMI Giandomenico († 17/09/2009, Afghanistan)

POLSINELLI Luca († 05/05/2006, Afghanistan)

PONZIANO Rosario († 15/10/2009, Afghanistan)

POSITANO Francesco Saverio († 23/06/2010, Afghanistan)

POSSENTI Silvestro († 11/11/1961, R.D. Congo)

QUADRINI Italo († 15/02/1961, R.D. Congo)

QUADRUMANI Nazzareno († 11/11/1961, R.D. Congo)

RAGAZZI Alfio († 12/11/2003, Iraq)

RAMACCI Fiorenzo († 07/01/1992, Croazia)

RAMADÙ Massimiliano († 17/05/2010, Afghanistan)

RANDINO Massimiliano († 17/09/2009, Afghanistan)

RANZANI Massimo († 28/02/2011, Afghanistan)

REMOTTI Francesco Paolo († 11/11/1961, R.D. Congo)

RICCHIUTO Davide († 17/09/2009, Afghanistan)

RIGHETTI Giorgio († 15/09/1993, Somalia)

RIGLIACO Marco († 03/09/1992, Bosnia Erzegovina)

ROMANI Alessandro († 17/09/2010, Afghanistan)

RUGGE Stefano († 08/05/2002, Macedonia del Nord)

RUZZI Giulio († 06/02/1994, Somalia)

SAGLIMBENI Giuseppe († 17/11/1961, R.D. Congo)

SALACONE Flavio († 01/08/1952, Somalia)

SANFILIPPO Michele († 11/10/2005, Afghanistan)

SANNA Luca († 18/01/2011, Afghanistan)

SEBASTIANIS Luigi († 12/08/2014, Libano)

SEMPRONI Pio († 21/10/1950, Eritrea)

SGRÒ Antonio († 06/08/1997, Libano)

SILVESTRI Michele († 24/03/2012, Afghanistan)

SORINO Vitantonio († 13/05/1954, Somalia)

SORU Raffaele († 05/11/1961, R.D. Congo)

STABILE Salvatore († 25/11/1993, Mozambico)

STIGLIANI Nicola († 11/11/1961, R.D. Congo)

STRAMBELLI Giovanni († 13/05/1993, Somalia)

TARANTINO Antonio († 05/07/2004, Iraq)

TOBINI David († 25/07/2011, Afghanistan)

TRAMACERE Alfredo († 05/03/1949, Eritrea)

TRINCONE Alfonso († 12/11/2003, Iraq)

TUCCILLO Gaetano († 02/07/2011, Afghanistan)

UTZERI Samuele († 02/04/2000, Kosovo)

VAIRA Diego († 09/07/1997, Albania)

VALENTE Roberto († 17/09/2009, Afghanistan)

VALENTE Luca († 20/02/2012, Afghanistan)

VANNOZZI Francesco († 09/10/2010, Afghanistan)

VANZAN Matteo († 17/05/2004, Iraq)

VELARDI Giuliano († 03/09/1992, Bosnia Erzegovina)

VENTURINI Enzo († 07/01/1992, Croazia)

VIANINI Bruno († 03/02/2005, Afghanistan)

VILLE Sebastiano († 09/10/2010, Afghanistan)

VISIOLI Rossano († 15/09/1993, Somalia)

VITALIANO Massimo († 21/09/2006, Iraq)