Post date: 27-mar-2014 22.05.16
di: Raffaele Russo e Fausta Micanti
II piacersi, l'essere in sintonia con se stessi nell'unità corpo-mente, con gli oggetti d'amore, è il sogno segretamente coltivato da ognuno di noi. È, altresì, la spinta allo sviluppo delle potenzialità dell'essere umano, lo slancio ad un percorso che, attraverso l'esperienza di aspetti ignoti caduti sotto il dominio della percezione, porta ad un'espansione del campo della coscienza.
Proveremo a riflettere sui processi trasformativi indotti da stimoli sensoriali, avvenuti, circolarmente, in un gruppo di pazienti bulimiche.
Immagini e prodotti della mente si sono modificati in un cammino di appropriazione e riconoscimento che ha condotto al passaggio dall'oggetto-cibo, in un oggetto-corpo, un oggetto d'amore. Oggetto nella e della relazione con l'Altro.
Tenteremo di descrivere come ad ognuno di questi oggetti, con qualità totali, fossero associate immagini della mente in cui corpo, cibo e mente fungono da tutt'uno globale rappresentante del Sé e come, attraverso microprocessi separativi, si sia potuto riconoscere la qualità parziale dell'oggetto fino alla conquista di un corpo-Se unitario, distinto e differenziato dall'altro, dall'esterno che è possibile accogliere come separato e nel quale è possibile trovare una collocazione.
Trance clinica
Danzano le ombre della sera
E tutto volerà come chimera
Chimera di un tempo senza fine
Srotola dal monte un'erba fine.
Alita lieve lo spirito del bosco
risveglia forze che ormai io riconosco.
Vecchio shamano e giovane shamana
Danzano in cerchio tenendosi la mano.
Cantano la danza della morte
Con spirito fiero della propria sorte
Danzano il canto della vita
II dado è tratto: questa è la partita.....
(Tratto da "II Tailagan sul lago Baikal" testo di M. Vittoria Turra 1996)
II gruppo, tenuto in co-conduzione da una coppia di terapeuti, aveva la durata di due ore con cadenza mono-settimanale.
La coppia dei conduttori è assimilabile al vecchio shamano e le pazienti alla giovane shamana: insieme, utilizzando la possibilità di evocare e consapevolizzare emozioni nel corpo, hanno costruito la possibilità di un passaggio alle emozioni del corpo e all'integrazione corpo-mente.
Il tentativo dei conduttori è stato quello di cercare uno stratagemma, un punto di accesso nella relazione tra le pazienti e il cibo che consentisse loro di percorrere il viaggio di trasformazione della dipendenza e di conquista della propria identità con il sostegno delle proprie qualità senso-percettive.
Durante gli incontri sono state proposte delle esperienze agite tendenti a sensibilizzare, oltre la diade pensiero-parola, altri canali comunicativi tra cui la recitazione, il canto, il movimento, il disegno, costruzioni d'oggetti ed altro.
Sono state proposte al gruppo le immagini di un film, "Lezioni di piano", dove la relazione tra la protagonista e il suo oggetto d'amore, il piano, impedisce il crearsi di una qualsiasi forma di relazione con l'Altro.
Il filmato venne proiettato più volte in lingua straniera per evitare il più possibile l'attenzione su altri canali della conoscenza e concentrarla su quello visivo.
Le immagini del film raccolte in un puzzle, in un collages, presentavano il percorso fatto dalla protagonista che aveva una relazione simbiotica con l'oggetto-piano.
Ella si relazionava con il mondo solo ed unicamente attraverso il piano. Quando percepisce che la difficoltà di liberarsi da esso la porta alla morte decide di abbandonarlo per concedersi alla vita ed alla relazione con l'altro.
Alle pazienti non è stato richiesto di commentare le immagini con le parole, ma sono state invitate ad esprimersi liberamente in una modalità non verbale a loro scelta.
Nell'elaborato presentato dal gruppo consistente in dei collages ricavati dai ritagli di giornali o riviste si manifesta il percorso fatto dalle persone in relazione al rapporto con il cibo.
I disegni sottolineano il percorso che, dal decodificare gli oggetti, porta all'appropriazione di parti del Sé e, quindi, dei propri desideri, che vengono finalmente collocati nel corpo. L'oggetto-cibo gradualmente si trasforma da oggetto-Se in oggetto della relazione con l'Altro. Si costituisce come difesa dalla paura di perdersi, di frammentarsi, deve giungere ad esprimere il campo della relazione con l'Altro, ad assumere valore di comunicazione. Nel gruppo, la comunicazione attraverso l'oggetto viene veicolata dalla sua forma-contenuto che è anche emozione, bisogno, desiderio. Successivamente, forma e contenuto si dissociano e tra loro si stabilisce una sorta di rapporto dove più si riduce la forma e più aumenta l'intensità del contenuto.
terapeuta è partecipe di questo processo, svolgendo la funzione di mediatore con il compito di identificare le cose nascoste ed il modo di entrare in con tatto con esse.
Tra i suoi scopi vi è quello di ricercare senza tregua nuovi oggetti che, anche se eclettici ed eterogenei, mirano allo sviluppo delle potenzialità latenti dell'essere umano, con un comune denominatore che è l'interesse per l'esplorazione di aspetti ignoti della percezione e per l'espansione della coscienza.
Le potenzialità di un gruppo sono paragonabili ad un profondo lago sotterraneo, bisogna scavare per portar su dell'acqua che serve per irrigare e vitalizzare i desideri, le aspettative, le paure, le speranze di ogni componente del gruppo.
Nessuno di questi aspetti va perduto, al gruppo non resta altro che abitarli e dar loro forma.
Il campo del gruppo si configura così come un luogo induttore di esperienze che, attivate dall'esplorazione senso-percettiva, mira a strutturare un campo più allargato per l'espansione della coscienza.
BIBLIOGRAFIA
1) GORDON L.A.: Anoressia e bulimia, Ed. R. Cortina. Mi 1991
2) KERNEBERG O.: Relazioni d'Amore, Ed. R. Cortina. Mi 1995
3) KERNBERG O.: Teoria della relazione aggettuale e la clinica psicoanalitica, Ed.
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4) PUGET I. BERNARD et al.: il gruppo e le sue configurazioni, Ed. Boria. Roma 1996.
5) KOUT H.: La guarigione del Sé, Ed. Boringhieri. Mi 1997.