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LA CARTA
La carta, un materiale di straordinaria importanza, permea innumerevoli aspetti della nostra vita, dall'informazione e comunicazione (libri, periodici) all'imballaggio e a svariati altri settori. Ha rivestito e tuttora incarna un ruolo cruciale nella diffusione della cultura e, malgrado la crescente diffusione dei supporti digitali, continua a coesistere con le tecnologie più avanzate.
Le materie prime per la produzione della carta:
La carta è un composito formato da una fitta rete di fibre di cellulosa, unite tra loro e ad altre sostanze (adesivi, pigmenti, minerali). La risorsa primaria per la sua fabbricazione è il legno. Oltre al legname proveniente da coltivazioni a crescita rapida, si utilizzano anche scarti di segheria, tronchi di piccole dimensioni inadatti ad altre lavorazioni e residui forestali (cime, rami, ecc.). Le fibre vegetali, per essere trasformate in carta, necessitano di essere trattate e miscelate con additivi specifici, denominati materie prime ausiliarie: le cariche, che conferiscono alla carta maggiore levigatezza e candore, e i collanti (resine, amido, caseina, cere), che la rendono impermeabile a liquidi e inchiostri, predisponendola alla scrittura. L'industria cartaria impiega, in misura sempre maggiore, fibre di recupero derivanti dal riciclo di carta e cartoni usati. Questa carta, nota come carta da macero, proviene da scarti industriali e commerciali o dalla raccolta differenziata domestica.
La preparazione della pasta di cellulosa:
Il processo produttivo della carta, sia esso chimico o meccanico, ha inizio con la preparazione delle diverse paste, che si distinguono in base al metodo di lavorazione:
Paste chimiche o di cellulosa, composte da cellulosa pura.
Paste semichimiche, con un contenuto di cellulosa meno elevato.
Paste ad alta resa, caratterizzate da un basso contenuto di cellulosa pura, che consentono un risparmio di materie prime.
Pasta meccanica, ottenuta sfibrando il legno meccanicamente.
Le carte realizzate con cellulosa pura vantano una qualità superiore. Le altre tipologie di pasta sono di qualità inferiore e trovano impiego nella produzione di carta da giornale e da stampa, cartoncini e cartoni. In passato, lo sbiancamento delle paste avveniva con cloro, una sostanza altamente inquinante; oggi si prediligono alternative meno dannose per l'ambiente. Le paste ECF (Elemental Chlorine Free = prive di cloro elementare) hanno rimpiazzato quelle prodotte con il cloro nelle carte per scrittura e stampa.
La fabbricazione della carta:
I materiali fibrosi che giungono in cartiera sotto forma di balle vengono disciolti in acqua e miscelati con altre paste in un macchinario apposito, in proporzioni variabili a seconda del tipo di carta desiderato. Successivamente, la pasta viene trasformata in fogli di carta mediante una macchina continua; i fogli escono dalla macchina sotto forma di rotoli di notevole lunghezza e larghezza. I fogli possono essere sottoposti a ulteriori trattamenti (patinatura e calandratura) che ne perfezionano la superficie, rendendola perfettamente liscia, lucida e talvolta brillante. Spesso la carta viene tagliata in fogli del formato richiesto e confezionata in risme (una risma equivale a 500 fogli).
Le tipologie di carta:
La carta per uso grafico offre la più vasta gamma di prodotti. Tra questi si distinguono: la carta da giornale per i quotidiani; la carta patinata; la carta extra-strong; la carta per libri; la carta da disegno. La carta per imballaggio viene impiegata in diverse forme: cartone ondulato, cartoncino, sacchetti per la spesa, carta velina. Le carte per uso domestico sono quelle di uso quotidiano: carta igienica, fazzoletti, tovaglioli di carta, ecc. Le carte per uso industriale ed edilizio comprendono: la carta vetrata, la carta fotografica, la carta adesiva, il cartongesso, la carta da parati.
Il papiro è una pianta acquatica molto diffusa lungo le sponde del Nilo. Il fusto della pianta veniva tagliato in varie strisce sottili, poi immerse in acqua. Ancora bagnate, le strisce venivano disposte affiancate le une alle altre fino a formare un foglio unico. Al di sopra di questo primo foglio era depositato un secondo strato di fibre disposte in senso ortogonale alle precedenti e così via, fino a ottenere uno spessore consistente. Il tutto veniva compresso ben bene. Le sostanze naturali presenti nella pianta consentivano un lento ma tenace incollaggio.
Il papiro venne sostituito dalla pergamena, ottenuta da pelli di animali conciate e lisciate. Il nome deriva dalla città di Pergamo, in Turchia. Era molto più costosa e resistente del papiro, ma era possibile fabbricarla ovunque; vi si poteva scrivere su entrambi i lati e garantiva maggiore durata.
L’invenzione della carta viene attribuita a un cinese, Ts’ai Lun, che, nel 105 d.C., fabbricò dei sottili fogli impastando scorze d’albero, stracci e residui di vecchie reti da pesca sminuzzati e mescolati con acqua. La carta veniva fabbricata artigianalmente: in un recipiente contenente la pasta si immergeva una specie di setaccio di forma rettangolare (staccio), sul fondo del quale, costituito di sottili fili metallici,si formava un foglio umido; l’acqua veniva eliminata per scuotimento. Il foglio era poi staccato, pressato tra feltri per eliminare l’acqua residua e fatto asciugare all’aria.
Gli Arabi si impadronirono di questa tecnica, ne migliorarono alcuni aspetti. La prima cartiera italiana fu fondata ad Amalfi nel 1220.
Nel 1276 sorse la cartiera di Fabriano, nelle Marche, famosa per l’adozione di formati standard e per l’invenzione della filigrana. La filigrana consiste in un segno distintivo che appare come un disegno più chiaro osservando il foglio in trasparenza: si ottiene con sottili fili metallici applicati sopra lo staccio.
I cartai olandesi realizzarono nel XVII secolo una macchina per raffinare la pasta stracci (macchina olandese), costituita da un cilindro rotante fornito di lame taglienti, e furono così in grado di fornire grandi quantità di carta più bianca e omogenea in tempi più ridotti e a poco prezzo. Nel secolo successivo, con l’avvento della Rivoluzione industriale, si tentò di meccanizzare tutto il processo di fabbricazione. Il francese Nicolas Louis Robert, nel 1799, costruì la prima macchina continua, in grado di fabbricare un foglio continuo della grandezza di circa 60 cm.
Per lungo tempo, come materia prima si usarono stracci e cordami, ma la crescente richiesta di carta portò allo sfruttamento del legno: nel 1825 si ottenne la prima pasta meccanica dalla sfibratura del legno e, dieci anni dopo, in Inghilterra, si giunse all’estrazione della cellulosa dal legno. Arrivò la pasta di legno, la produzione diventò di massa e la caduta del prezzo trasformò la carta in un prodotto di largo consumo. La carta industriale abbondante e a basso costo diversifica gli utilizzi: nel 1871 la prima carta igienica in rotoli, nel 1906 le prime confezioni del latte in cartone impermeabilizzato, nel 1907 il cartone ondulato e poi giocattoli.