Le guerre nel mondo e in particolare nel continente europeo che ci interessa più direttamente, non sono che una lunga sfilza di morti e distruzioni senza soluzione di
continuità.
Anche solo a partire dal periodo napoleonico è difficile portare il conto dei conflitti tra dinastie, stati, regimi. Guerre del la Francia imperiale, guerra austro napoletana, guerre di indipendenza in Italia e altrove, di Crimea, francoprussiana, italoturca, dei Balcani, Prima Guerra Mondiale, Seconda Guerra Mondiale, guerre jugoslave, per limitarci a quelle che più hanno lasciato il segno.
La pace, secondo una diffusa convinzione, non è che l’intervallo tra due guerre (Erich von Ludendorf, capo di Stato Maggiore tedesco dal 1916 al 1918). La storia dell’Europa non ha fatto che confermare questa asserzione. I nazionalismi, poi, soprattutto nel corso del primo Novecento, hanno contribuito in maniera determinante a rendere veritiero questo scenario.
Alla fine della II Guerra Mondiale un gruppo di statisti capì che alle divisioni si dovesse sostituire l’unione, la quale sola poteva evitare future tragedie. Da quel momento sono trascorsi più di 60 anni e, almeno nella parte d’Europa che ha partecipato al processo di integrazione, non sono più scoppiate ostilità. Un periodo lunghissimo, se rapportato alla precedente storia del continente, un periodo che si spera possa durare ancora a lungo.