L’idea di Europa ha avuto una lunga gestazione che si è sviluppata nei secoli quando alcuni aspetti della civiltà del nostro continente, soprattutto nei campi della cultura e del costume, sono sembrati in alcuni momenti dare un senso a questo concetto.
E ci sono stati teorici e filosofi che hanno intuito e preconizzato una unione a livello continentale per arginare le dispute senguinose che si susseguivano incessantemente tra i vari stati. Ma si trattava di intuizioni isolate, potremmo dire utopiche, che non corrispondevano a un comune sentire, a parte il fatto che la cultura era appannaggio di ristrettissime cerchie di persone.
E’ l’Abbé de Saint-Pierre che scende un po’ più sul concreto, a cavallo tra ‘600 e ‘700, quando, esaminando la situazione da vari punti di vista, conclude nel suo Progetto di Pace Perpetua che solo una confederazione è foriera di indubbi vantaggi.
Il Progetto contiene delle intuizioni che saranno la base dei futuri sviluppi verificatisi in epoca recente (cessione di sovranità da parte dei regnanti, arbitrato per dirimere le controversie fra gli Stati, un esercito col contributo di tutti gli aderenti).
Tuttavia tale progetto è giudicato impraticabile da Rousseau il quale si chiede come sia possibile “sottomettere a un tribunale superiore degli uomini, come i principi, che osano vantarsi di mantenere il potere con la spada e che si rivolgono a Dio solo perché è in cielo. Un qualunque gentiluomo offeso si rifiuta di ricorrere al tribunale dei Marescialli in Francia, e voi volete che un re ricorra alla Dieta europea?”. (Cfr pag. 3: Scritti federalisti).
Cosicché Kant, criticando a sua volta Rousseau, afferma che una delle premesse per conseguire la pace perpetua è l’instaurazione di stati repubblicani con tanto di Costituzione.
Nel ‘700 altri personaggi si impongono, le cui idee influenzeranno le rivoluzioni francese e americana: Montesquieu e Voltaire che mettono in primo piano la centralità europea rispetto alle altre parti del mondo, sottolineandone la civiltà del diritto.
A partire dall’’800 comincia a farsi strada un concetto meno vago, seppure ancora velleitario, circa la necessità di arrivare a una maggiore concordia fra le nazioni. Ma contemporaneamente va affermandosi anche il concetto di patria e di nazione che sarà portato alle estreme conseguenze col nazionalismo.
Bisognerà passare attraverso le ecatombi della Prima e della Seconda guerra mondiale per raggiungere una maggiore consapevolezza e un più largo consenso che permetteranno di fare i primi passi veramente concreti verso l’unificazione dell’Europa.