Le pubblicazioni sorte intorno alle vicende dell'Ordine del Tempio, se da un lato hanno contribuito a far conoscere vicende oscurate dal tempo, dall'altra hanno alimentato misteri, leggende e prodotto spesso della falsa informazione. Quando ci accostiamo a questo tipo di ricerche è importante muoversi con estrema umiltà propria del “cercatore dell'Universo della memoria” consapevole di essere incapace di cogliere pienamente ciò che è accaduto nel passato. I documenti, i reperti in genere possono segnare o descrivere un particolare evento ma non riescono a cogliere gli sviluppi e le ramificazioni degli eventi realmente accaduti. Questo succede perché oggi ci poniamo diversamente verso gli accadimenti della vita ed abbiamo una scala di valori diversa da quella del passato. Sulla data reale della fondazione dell'Ordine quindi dobbiamo basarci sui dati di fatto. Secondo la storiografia ufficiale, i Templari furono fondati attorno al 1117-1118 da 9 cavalieri che avevano come Maestro dell' Ordine, Hugues de Payns scritto sui documenti coevi nella forma latina Hugo de Paganis. Lo scopo della loro istituzione era quello di proteggere i pellegrini lungo le vie per la Terrasanta. Le fonti sulle origini e sul numero dei fondatori non sono però né sicure né unanimi e considerata la scarsità di documenti in merito credo ci si debba attenere agli scritti dei primi cronisti che raccontarono e riferirono la nascita dell'Ordine. I primi cavalieri che sottoposero la propria regola al Re di Gerusalemme perché venisse approvata non riuscirono o non si curarono di conservare il documento che sanciva tale evento al punto che ancora non si è certi se ciò avvenne sotto Baldovino I morto nel 1118 o sotto il suo successore Baldovino II. Così l' unico documento che si richiama alla fondazione dell'Ordine è la Regola redatta in latino e approvata dal Concilio di Troyes nel 1128. Di poco posteriore lo scritto “De laudae novae militiae” di Bernardo di Chiaravalle. Alcuni ricercatori italiani retrodatano la fondazione dell'Ordine all'anno 1099, basandosi sugli scritti dell'Abbazia di San Bertino attribuiti al monaco Simone e risalenti al 1145. Lo stesso Cardini afferma che con tutta probabilità Baldovino I potrebbe essere stato il primo Re a dare l' approvazione verso la fraternitas e che il suo successore avrebbe provveduto a sancirla ufficialmente. L' Ordine del Tempio, in quanto “iniziatico” custodiva un sapere essoterico ed uno più nascosto, rivolto ai membri: esoterico. I principali simboli identificativi dell'Ordine del Tempio erano la Croce patente a braccia uguali, il beauceant (o baussant), i sigilli. Ad essi si possono ragionevolmente accostare tutti quei simboli che alludevano ad una dottrina esoterica cosmologica come la croce forcuta, la potenziata, la cosmologica, la triplice cinta o griglia del filetto e le sue sequenze( griglia di diamante, del raggio di carbonchio,del qirkat), il fiore della vita, il fiore dell' apocalisse,la ruota del divenire, la vesica pisces, gli strumenti di lavoro dei mastri costruttori.Le ragioni della presenza templare in maremma erano legate ai rapporti che l' Ordine stesso aveva con la Repubblica marinara di Pisa, con la Sardegna e con la Linguadoca e la Provenza. Si possono soltanto fare supposizioni circa la localizzazione degli insediamenti templari nelle nostre zone anche perché Papa Innocenzo II , fedele a Bernardo di Chiaravalle e responsabile della traslazione della sede Vescovile da Roselle a Grosseto,con la bolla pontificia “omne datum optimum” esonerava l' Ordine dal pagare tasse e gabelle stabilì di fatto l' ufficializzazione dell'Ordine dei Cavalieri Templari come indipendenti dalla Chiesa. Le chiese templari erano quindi esentate dal versare le decime e pertanto pare naturale pensare che i luoghi di culto citati negli atti medioevali e non presenti nelle “rationes” fossero di dominio templare. Questo l'elenco delle ipotetiche pertinenze templari in maremma:
GROSSETO
Domus di San Salvatore (probabilmente in Istia) con annesso Spedale e chiesa di San Leonardo in Grosseto passata poi ai Cavalieri di Malta e poi ancora alla Confraternita della Misericordia).
Spedale di San Giovanni fuori porta ( zona Uliveto) e Grancia di Sant Andrea passate ai gerosolimitani.
MONTI DELL' UCCELLINA Santa Maria Alborense e Grancia delle Sante Marie, Convento della Valentina (titolato forse al Santissimo Salvatore), Ospedale de Lhosa
ROCCHETTE DI FAZIO
Spedale di san Tomè e Pieve di Santa Cristina
SASSO D'OMBRONE
Commenda di San Giusto passata ai Cavalieri di Malta(nei pressi del ponte sul fiume Ombrone).
CAMPAGNATICO
Spedale di Sant Antonio (probabilmente avente altro titolo)
ARCIDOSSO
Pieve di San Leonardo e Pieve di Sant Andrea
MONTICELLO AMIATA
Pieve con annesso spedale
MAGLIANO IN TOSCANA
Canonica di San Martino,San Tiburzio (San Bruzio)
MANCIANO- PITIGLIANO
Santa Maria in Vinea
SOVANA
Una domus templi
ORBETELLO
Pieve di Santa Maria ad Portam con Spedale di San Giovanni
ISOLA DEL GIGLIO
Monastero con Pieve di San Giovanni
MONTELOPIO
Una mansio
VIGNALE-RIOTORTO
Una domus
FROSINI (vicino San Galgano)
Una domus
VAL DI CORNIA
Una sede non ancora identificata
MASSA MARITTIMA
Tracce Templari
CAMPIGLIA
Pieve di San Giovanni con annessi( probabile Lazzeretto).
Risulterebbe alquanto interessante approfondire il rapporto tra le Mansio Templari e le Grance presenti sul territorio maremmano. Si tende frequentemente a collegare la presenza dell'Ordine del Tempio alle vie Sacre principali del medioevo come la Compostelana o la Francigena. Eppure l'Ordine era abilmente coinvolto nei transiti marittimi. Ci riguarda molto da vicino il rapporto che Innocenzo II ebbe con Bernardo di Chiaravalle allora Legato Pontificio in Toscana. Entrambi traslarono la Sede Vescovile da Roselle a Grosseto (1138) e Bernardo stesso ebbe ad officiarne la cerimonia. Riporto parte del discorso che Papa Giovanni Paolo II fece a Grosseto in occasione di una sua visita pastorale alla Diocesi: ”In un’occasione come questa non posso fare a meno di andare indietro nel tempo, alla distanza di otto secoli e mezzo, per rievocare la visita di un mio predecessore, così strettamente legato alla vostra storia locale, È il Papa del Concilio Ecumenico Lateranense II, Innocenzo II, il quale, in viaggio dalla Francia verso Roma, accompagnato da due illustri santi, san Norberto e san Bernardo di Chiaravalle, fece tappa nella Grosseto medievale, che cinque anni dopo volle elevare al grado di Sede vescovile. Quel gesto del 1138 stimolò la crescita della vostra città: vi sorse una cattedrale, dedicata al martire romano san Lorenzo, e in seguito vi fu trasportata la venerata icona della Madonna delle Grazie; e divenne santuario mariano della diocesi”. In effetti pochi anni dopo venne fondato lo Spedale di San Leonardo con annessa Pieve (1152) . La costa a sud di Grosseto come abbiamo visto dalla distribuzione dei loro possedimenti,era presidiata dai Templari che controllavano anche i traffici verso le miniere interne della maremma, nate per lo sfruttamento del rame e dell'argento per le monetazioni, dell'allume per la produzione laniera e del mercurio impiegato come colorante e come amalgama per estrazione dell'oro e dell'argento. Il monastero madre di San Giovanni dell'Isola del Giglio posto nell' attuale località de “La Bredici” e collegato allo Spedale e Pieve di San Giovanni in Orbetello (nei pressi del vecchio Ospedale cittadino ove è localizzata l' attuale Chiesa di Santa Maria delle Grazie) teneva contatti marittimi con i tre monasteri della Franca di Girifai in Sardegna: Santa Maria di Gultudofe, Monastero di San Giovanni Battista “Su Lillu”, Monastero di Santa Maria e Sant Angelo di Gonarium. Tutti questi luoghi erano emanazione del Monastero cistercense di Aquas Salvias (Abbazia delle tre Fontane) di Roma dedicato a Sant Anastasio. Il Monastero aveva dominio fin dal periodo carolingio su gran parte della maremma: Cosa- Ansedonia, Scarceta, Rocchette di Fazio, lungo direttrici medioevali che collegavano la costa alle miniere dell'entroterra. La storia dell'Abbazia delle Tre Fontane è strettamente legata alla figura di Bernardo di Chiaravalle che sacralizzo all'Ordine Cistercense l' allora Convento benedettino di Cluny, dopo la sua visione della Scala Coeli. Negli annali del 1140 di Papa Innocenzo II , si riporta la donazione dell'Abbazia a Bernardo di Chiaravalle fatta “per gratitudine”. La gratitudine di aver appoggiato il Papa nello scisma, contro Anacleto II difeso invece dai cluniacensi.