Nella ricerca di una visione unitaria della mente e della materia come parti di un sistema che risponde alle stesse leggi, emerge l’ipotesi che le vibrazioni e quindi le frequenze, il suono, la parola, la musica, potrebbero essere il linguaggio e cioè “l’informazione semantica” densa quindi di significato che dà forma e determina le origini di mente e materia. Sappiamo che il suono si propaga nell’aria attraverso le onde e che le particelle elementari si presentano sotto il duplice aspetto corpuscolare e/o ondulatorio. Il formalismo matematico della teoria delle stringhe ritiene che le particelle altro non siano che un sottile filamento di energia vibrante molto più piccolo di un nucleo atomico che produce particelle diverse vibrando in modi diversi. Secondo tale teoria l’universo sarebbe una sinfonia di note diverse che il sottilissimo filamento di energia vibrando in vari modi esegue. Altra ipotesi possibile è considerare corretta la teoria di Bohm e De Broglie in cui le particelle elementari potrebbero essere il substrato sul quale l’onda ad esse associata (potenziale quantico) imprimerebbe l’informazione per dare vita all’universo. Il potenziale quantico o onda pilota potrebbero essere intesa perciò come “ il suono”, “il verbo”, “la parola” e quindi l’informazione che dà origine al cosmo; l’informazione attiva e forse cosciente, carica di significato, che guida le vibrazioni di energia dall’infinitamente piccolo verso un’organizzazione sempre maggiore e più complessa, il codice attraverso il quale il sistema si autoorganizza.
Fatta questa premessa potremmo azzardare una teoria individuando il messaggero del Campo nella radiazione cosmica di fondo che Wikipedia definisce “ radiazione omogenea ed isotropa (indipendente dalla direzione) che nella cosmologia moderna è ritenuta essere il residuo termico del Big Bang." Tale radiazione è caratterizzata da un perfetto spettro di corpo nero, ad una frequenza di 160,2 GHz corrispondente ad una lunghezza d'onda di 1,9 mm, ad una temperatura di 2,726 kelvin ( -270 gradi centigradi) e dalla propria estrema uniformità su tutto il cielo. (In fisica un corpo nero è un oggetto che assorbe tutta la radiazione elettromagnetica incidente senza rifletterla). Il corpo nero, per la conservazione dell'energia, irradia tutta la quantità di energia assorbita (coefficiente di emissività uguale a quello di assorbività) e deve il suo nome solo all'assenza di riflessione. Date queste caratteristiche di omnidirezionalità, omogeneità, uniformità e di conservazione dell’energia ma anche di superconduttività questa onda radio elettromagnetica potrebbe benissimo contenere l’informazione olografica dell’ordine implicito essendone pertanto l’ordine esplicato. L’onda pilota, che potremmo definire anche se abbastanza impropriamente la mente della particella, è il lettore dell’informazione-radiazione cosmica e la percepisce in toto in maniera implicita, data la sua peculiarità olografica, utilizzando però in maniera esplicita solo la parte che può “leggere”. Ciò spiegherebbe anche perché la particella, nell’esperimento delle due fenditure, crea la figura d’interferenza, comportandosi come un’onda con la possibilità di percorrere contemporaneamente tutti i percorsi o “storie” che collassano in un unico percorso o “storia” al momento della misura, quindi al momento in cui la particella viene a contatto con altre particelle (decoerenza) o con una qualsiasi potenziale conoscenza da parte di qualsiasi essere dotato di coscienza.
Frequenze per l’emozione
Le frequenze possono essere anche emozione e la musica ne è un classico esempio. La musica, si usa dire, fa vibrare le corde del nostro animo; ed è vero quando c’è risonanza. Ma c’è di più, chi di noi non ha provato variazioni del proprio stato d’animo durante l’ascolto di un brano musicale? Esistono delle vere e proprie tecniche musicali per trasmettere delle emozioni. Sappiamo ad esempio che una melodia in tonalità maggiore di regola si accompagna a qualcosa di allegro e la velocità del ritmo può rafforzare tale sensazione. L’opposto avviene per una melodia in tonalità minore. La tonalità ed il ritmo possono essere paragonati ai colori e alle pennellate di un pittore, non sono altro che il modo con il quale il compositore vuole trasmettere e condividere il suo stato d’animo, il suo messaggio, la sua informazione. Fra le curiosità dell’informazione musicale esiste la quinta diminuita detta anche nel passato la quinta del diavolo per la sua tensione intrinseca, per la sua instabilità e dissonanza; i greci addirittura ne vietavano l’uso ai giovinetti perché tale intervallo veniva percepito come lascivo e lussurioso e nel medioevo si pensava evocasse il diavolo. Non a caso il gruppo rock dei Black Sabbath impostò proprio la canzone che prese il titolo dal gruppo stesso, un po’ come dire il marchio di fabbrica, sulla quinta diminuita, aggiungendo un ritmo lentissimo nonché una campana che suona in lontananza; l’effetto è assicurato ! Un’ultima curiosità; la nota che caratterizza per eccellenza il blues è anche qui la quinta diminuita in quanto la caratteristica della sonorità del blues è quella di calare; prova ne sia il frequente uso del “pitch bending” ovverosia del pizzicare la corda e nel contempo alzarla o abbassarla nel capotasto in modo da cambiarne gradualmente l’intonazione.
Le frequenze che ci piacciono
La mente umana percepisce una varietà di rumori di regola apprezzandone alcuni a discapito di altri. Ciò è dovuto al fatto che i cd rumori hanno nel loro spettro alcune componenti prevalenti sulle altre che ne determinano, appunto, le caratteristiche. Fra gli altri si definisce rumore bianco quello simile ad un continuo fruscio o soffio, è molto imprevedibile e ha uno spettrogramma sostanzialmente piatto con onde di tutte le frequenze e di intensità simile ad ogni frequenza; rumore marrone quello che si presenta ovattato all'udito, come il rumore di una cascata, molto prevedibile e con accentuazione di basse frequenze; rumore rosa o 1/f invece quello che ha una prevalenza dell’ampiezza delle armoniche a bassa frequenza ed ha un effetto molto rilassante poiché somiglia ad alcuni dei rumori naturali che hanno, per lo più, proprietà distensive.
Questo spettro di fequenze per le sue variazioni di intensità, di tono e di intervallo si estende a tutte le varietà di musica sia orientale che occidentale ed anche ai rumori ed ai suoni della natura. Il suono del nostro ambiente ha proprietà spettrali universali che la mente umana riconosce, apprezza e ripropone attraverso le proprie peculiari composizioni. E’ da notare altresì che l’estetica della musica, che è una delle forme d’arte più pura e coinvolgente emotivamente, spesso si avvale del rapporto aureo phi, 1,618, della serie di Fibonacci e di conseguenza della geometria frattale che troviamo dappertutto in natura. Dai greci fino all’epoca medievale la musica era considerata una branca della matematica, basti ricordare il famoso concetto di “musica delle sfere” che nell’immaginazione dei filosofi permeava tutto l’universo.
Le frequenze per sperimentare
Molti autori, al di là del discorso estetico, ritengono che esistono frequenze capaci di creare stati emotivi più intensi o di riequilibrare lo stato di salute della persona o di creare stati alterati di coscienza. Accenneremo solamente ad alcuni di questi argomenti ciascuno dei quali richiederebbe ben oltre una semplice esposizione. Quale che sia lo strumento che viene utilizzato, dalla voce, comunicatrice degli stati d’animo ed evocatrice dei sentimenti più diversi: dolore (grido) gioia (risata) preghiera (mantra, gospel) evasione ( canzone popolare ) ad ogni altro strumento meccanico dal tamburo al più sofisticato strumento elettronico, ad ogni frequenza corrisponde un suono, spesso non udibile, che si misura in hertz. L’attenzione di appassionati e studiosi si è spesso concentrata sull’esame degli effetti che le frequenze hanno sulla mente e sul corpo e ne sono nate varie discipline quali la cimatica, la musicoterapica, e sperimentazioni come la creazione di droghe virtuali (I-Doser) o frequenze per l’apertura dei chakra o per il raggiungimento dei più svariati stati alterati di coscienza. Ma in tutto questo oceano di frequenze si è cercato anche di individuare la frequenza del suono sacro, la frequenza perfetta che rappresenta l’armonia dell’universo. Occorre fare una piccola lezione di musica. Ad ogni frequenza corrisponde un suono ed ecco una parte della tabella di una scala temperata con l’indicazione delle note e relativa frequenza in Hz
DO4 C4 262 Hz
DO#4 C#4 277 Hz
RE4 D4 294 Hz
RE#4 D#4 311 Hz
MI4 E4 330 Hz
FA4 F4 349 Hz
FA#4 F#4 370 Hz
SOL4 G4 392 Hz
SOL#4 G#4 415 Hz
LA4 A4 440 Hz
LA#4 A#4 466 Hz
SI4 B4 494 Hz
Se prendiamo un diapason, strumento che si usa per l’accordatura in la, pizzicandolo fa 440 oscillazioni al secondo ed emette un suono che è il La della scala temperata. Ma potrebbe sembrare strano che nel 1884 nientemeno che Verdi ottenne da una Commissione musicale del Governo un decreto che normalizzasse il diapason e quindi il la a 432 oscillazioni al secondo, cioè a 432 Hz. La differenza è talmente piccola che solo un orecchio ben allenato può percepirla; dove stava allora la particolarità e la ragione della richiesta di Verdi? Sembra strano ma, a detta degli esperti, con un’accordatura in la a 432Hz il suono è più maestoso, più ricco.Non solo ma sembra che esperimenti condotti da Maria Renold, pianista e ricercatrice sonica, portino a dichiarare che i concerti con accordature a 432 Hz siano stati i più graditi dagli ascoltatori poiché la musica trasportava “…in un mondo più intimo, con la sensazione di essere avvolti dalla musica stessa che sembra scaturire dal centro della stessa stanza …” I sostenitori di questa teoria asseriscono inoltre che questa frequenza sia in armonia con i battiti cardiaci del cuore umano, con la frequenza di replicazione della doppia elica del DNA, con la sincronizzazione degli emisferi cerebrali, con la risonanza Schumann e con la geometria musicale della creazione. Stuart Wilde ne “Il sesto senso” scrive che il suono sacro, l’Om, si avvicina al fa diesis.