(anno 2011)
Cos’è che determina l’organizzazione degli insetti sociali, degli stormi di uccelli, delle cellule negli organismi viventi, delle società umane o la distribuzione delle galassie nello spazio? Sembra impossibile, ma la distanza che separa la struttura di un formicaio dall’architettura di internet, può essere colmata utilizzando una nuova prospettiva, quella di rete.
Ogni sistema è formato da singoli elementi interagenti le cui relazioni costituiscono lo schema del sistema stesso; ma la cosa davvero sorprendente è lo scoprire che tutti i tipi di reti complesse seguono le stesse regole durante il processo di autorganizzazione.
Infatti le reti che si generano connettendo tra loro i neuroni cerebrali, le molecole nelle cellule viventi, i nodi nelle reti elettriche oppure gli individui nei sistemi sociali, rispondono agli identici principi organizzativi.
C’è un ordine nascosto nell’apparente disordine di un qualsiasi sistema sia naturale che artificiale. La struttura organizzativa che è sottesa nei vari domini risponde ad un preciso formalismo matematico: la legge di potenza.
Gli scienziati hanno scoperto una geometria segreta negli schemi di tutti i sistemi, perfino nella rete di amicizie di un individuo. L’ordine si configura rivelando un principio organizzativo fondamentale.
Le principali caratteristiche che si evidenziano decifrando la struttura delle “reti complesse” sono quindi: l’emergenza di modelli universali in tutti i tipi di rete, l’autorganizzazione e l’auto similarità. Queste proprietà sono tipiche delle strutture frattali che troviamo dovunque in natura, ma che si scoprono essere anche il modo in cui si organizzano gli elementi interagenti di un qualsiasi sistema. L’architettura di ogni rete infatti presenta, in qualsiasi dominio, geometrie frattali e riflette una struttura auto similare organizzata globalmente. Ogni rete cresce per innumerevoli motivi senza un’apparente organizzazione, i motivi possono essere realmente casuali ma lo schema che si produce manifesta un ordine.
Se si conduce un esperimento su un sistema che cresce al computer, ripetendolo migliaia di volte si avranno migliaia di strutture uniche, sempre diverse una dall’altra, ma il processo di crescita sarà lo stesso per tutte e presenterà caratteristiche frattali.
Il mondo che ci appare così complesso e casuale, risponde invece a semplici regole di base che stiamo appena cominciando ad intravedere; “E’ il generale nel particolare e l’eterno nel transitorio” parafrasando il filosofo Whitehead.
Ma queste regole si sono create spontaneamente o provengono da un più profondo livello di realtà ?
Le implicazioni filosofiche sono molteplici e sfociano in interpretazioni ed interrogativi che potremmo definire spirituali.
Esiste un programma dell’universo? C’è un architetto che lo ha definito una volta per tutte o questo viene continuamente creato? Il corso degli eventi è già determinato o coesistono molteplici o infinite possibilità? E queste sono già definite in una sorta di hard disk cosmico? Abbiamo la facoltà di sceglierne una esercitando il “libero arbitrio”?
Secondo alcuni ricercatori, lo sviluppo, l’espansione della coscienza ed il pensiero positivo, sarebbero la conditio sine qua non che permetterebbe di operare la scelta migliore per poter vivere la versione ottimale di un evento in quel peculiare universo dove quella storia è scritta e già esiste.
Tali speculazioni sono consentite da antiche tradizioni spirituali ed esoteriche ma anche dagli ultimi sviluppi delle discipline scientifiche. L’interpretazione a “molti mondi” della meccanica quantistica del fisico H. Everett afferma l’esistenza di infiniti universi in ognuno dei quali le più disparate versioni di uno stesso evento esistono già.
L’unione della teoria a “molti mondi” con la scoperta dell’universalità delle strutture di rete potrebbe suggerire l’ipotesi che ci muoviamo in un numero infinito di universi che presentano tutti gli stessi principi organizzatori, ma dove in ognuno si concretizza un’unica storia, un’unica possibilità che, attraverso un percorso interiore per allargare l’area della coscienza, potremmo imparare a scegliere.
Lo studio delle reti complesse ed altre branche di avanguardia della scienza contemporanea si connettono così allo spiritualismo, all’idealismo, alla filosofia, al cognitivismo, superando la tradizionale compartimentalizzazione dei saperi, promuovendo quell’interdisciplinarietà che aprirà una visione globale del mondo, unificando il piano fisico e metafisico e restituendoci il ruolo di protagonisti e di responsabili del nostro destino e della nostra storia.