4°C. La novità


2a Parte

I quadri poetici,. A Colamonico., da Il filo 1994. In La Palestra della mente, interno. Acquaviva F.

Lo sguardo biostorico tra echi di realtà e tempi 0

Il ruolo storico dell'Osservatore nella costruzione della realtà multi-proiettiva

1a Nicchia

4° Campo - La novità

La novità della scoperta: l'importanza del dare un nome

Seconda parte

Antonia Colamonico - © 2011 - Il filo, Bari


La novità Prima parte - Terza parte

A Colamonico, da Umanità-disumanità - la Democrazia dello Sguardo/mente. 2015

"... Chino sulle sere getto le mie tristi reti in quel mare che scuote i tuoi occhi oceanici. Gli uccelli notturni beccano le prime stelle che scintillano come la mia anima quando ti amo. Galoppa la notte sulla sua cavalla cupa spargendo spighe azzurre sul prato." Pablo Neruda

A Colamonico, Ancora le parole - Parole vecchie e nuove, da Il filo. 1994

Il nodo vitale evento-parola

H. Putnami pone a base dell'acquisizione di una parola un “evento introduttivo” legato ad un particolare osservatore che ne circoscrive il significato, ancorandolo ad un'esperienza ben localizzata che faccia da bacino-attrattore di significato, poi esteso con gli scambi comunicativi nella varietà di sfumature.

Si può parlare di parto-nascita della parola che racchiude in sé un'immagine dal senso ben concreto.

La premura di Putnam, nel vincolare l'atto di nascita della parola ad un'esperienza concreta, è quella di evitare l'ipotesi di una costruzione fortemente sbilanciata verso il solo soggetto, come semplice successione di soli stati mentali, quasi deliranti in cui la realtà si trasformi in una forma di videogame.

L'ipotesi di successione di sole immagini, anche di una certa cibernetica, non è auspicabile né per la realtà, né per lo stesso pensiero. In tal senso il restare con i piedi per terra è basilare, ad esempio A. Einstein traccia il percorso dell'immagine che si fa concetto e dunque pensiero, quando essa diventa un elemento ordinatore, uno strumento di collegamento tra altre immagini che di per sé non sarebbero collegate.ii

Il pensiero, dunque è una costruzione che si evolve nel tempo con una complessa intessitura dialogica con il campo-habitat. In tal senso necessita fare un distinguo, per Putnam, tra le neuroscienze che studiano l'oggetto e il cognitivismo-epistemologico che guarda le produzioni del cervello; egli introducendo la metafora del computer, pone la differenza tra software e hardware.

Lo studio sui meccanismi del cervello dice poco e nulla sulle evoluzioni di produzioni del pensieri, essendo il cervello e il pensiero due livelli differenti di organizzazioni naturali:

  • biostoricamente parlando una distanza, spazio-temporale, li divide.

Porre l'atto di nascita della parola fa ritornare a quella dialogica socratica precedentemente esaminata, in cui la verità non è vista come un a-priori, chiuso in una perfezione calcificata, ma come una ricercazione che prevede un adeguamento costante al flusso comunicativo del doppio vincolo emittente-sé/destinatario-sé che di volta in volta chiude una direzione di significo e apre il senso nuovo di un verso storico. Solo in tale organizzazione si può parlare appunto di parola viva, particella topologica, che apre gli spazi e si estende come un seme al divenire di albero, quale altra realtà.

Dal punto di vista topologico del significato, il poter leggere le dualità d'organizzazione parola/senso, impone quel salto logico che fa posizionare l'osservatore nella 5a dimensione di lettura per le letture a coppia di nome/immagine- campo/contorno di quell'isolato posto in luce.

L'organizzazione reciproca realtà/coscienza a multistrato scaturisce dal potenziamento dell'occhio-visione che, con un salto di livello organizzativo, sappia porre in rete, quel mondo precedentemente scomposto in tante identità isolate, in una struttura che dà le rilevazioni sistemiche (Occhio a punto infinito).

La 5 dimensioni di lettura e le letture a occhio-multiplo, 2002

In tale apertura visiva gli osservati sono visti come come l'orchestrazione di fragili stati d'equilibrio delle due o più diversità che specularmente si accordano come in una orchestra sinfonica. La topologia della pensiero complesso implica:

    • da un lato una struttura a più facce perturbate/perturbanti che ruotando si vincolano come in un abbraccio fraterno, in tale spazio le perturbazioni sono le semplici variazioni informative del costante adeguamento ad ogni passaggio di lettura.
    • dall'altro uno sguardo a occhio biostorico che introduce un grado di profondità per leggere le perturbazioni, insieme.

Solo così si possono effettuare le letture ad un unico flusso comunicativo, il quale se si fissa, per troppo tempo, genera una rigidità cognitiva che diviene malessere storico o mentale. Cambiando lo sguardo, cambia anche l'attribuzione del valore e se da un occhio unidirezionale il mutamento è letto con una certa connotazione negativa, con la nuova carta di lettura è vitalità e normalità. Solo nella 5a dimensione, infatti, si può rovesciare (effetto guanto) il senso comune con la relativa attribuzione del peso storico e così facendo quello che era scisso, si fa sistema.

Sotto il profilo pratico gli effetti di una simile procedura cognitiva sono le accelerazioni nei tempi d'approccio alla realtà con una lettura più veloce e una memorizzazione più strutturata che non è sinonimo di complicata, ma se mai di semplificata con un notevole risparmio di tempo che agevola la presenza più attiva nella pagina storica, a tempo presente.

https://sites.google.com/site/biostoriaspugna/home/struttura/trattenere/la-nicchia/visione%20sdoppiata.png
A Colamonico. 1998

La visione a fuoco sdoppiato

Solo una lettura a fuoco sdoppiato, permette di visualizzare il dentro/fuori dell'oggetto stesso, come un unicum eco-inter-connesso. Per essere più chiari, si prendano due azioni “entrare” e “uscire” ed un attore-storico, Antonio e si costruiscano i due sguardi, quello scisso e quello complesso a occhio eco-biostorico:

    • Le azioni entrare e uscire letti con un pensiero lineare, unidirezionale, si pongono come due sensi in antitesi che si escludono vicendevolmente, per cui Antonio o esce dalla stanza o entra nella stanza.

Tale giustificazione storica resta imprecisa, se letta con la 5a dimensione, che dà profondità alla visione e permette con l'aggiunta di un asse la rotazione speculare. In questa dimensione la direzione non è definita dall'azione che non ha un verso, ma dalla posizione di lettura dell'osservatore, che vincola il movimento al suo punto di osservazione.

  • Se egli è posizionato nella stanza, vede l'uscita, tornando all'esempio, di Antonio dalla porta; se è invece nel corridoio, vede l'entrata di Antonio nella stanza.

Antonio né entra e né esce, semplicemente cammina:

    • La variazione del significato nasce dal aver vincolato l'azione al punto di lettura.

L'ampliamento di lettura che arricchisce il senso di una increspatura nuova, quale codice più sfumato, è possibile solo potenziando le coordinate di costruzione della stessa visione. Solo in tal postazione si possono osservare come fusi l'entrare/uscire, quale topologia a dentro/fuori (azione + occhio lettura + posizione spaziale + significato). In un sì fatto vincolo l'osservato-osservatore-osservazione si fanno un tutto sincronizzato e in tale essere sistema si pongono come bussola cognitiva che fa vedere, comprendere e costruire i piani stratificati di realtà.

Importante comprendere come la stessa realtà sia una costruzione, ma non di un pensiero delirante, ma di un accoppiamento strutturale che si vincola e si modella continuamente:

    • Ogni potenziamento dell'occhio-visione richiede un salto di scala nella lettura per cui se si organizza la visione sulle tre coordinate spaziali si hanno le collocazioni nello spazio degli oggetti (come fu compreso dagli umanisti nel 1500 con lo studio sulla prospettiva), se si attua un salto nella quarta dimensione, il tempo, si hanno le visioni cinetiche degli spazi con la possibilità di lettura delle fasi di mutamento storico (come comprese A. Einstein con il suo cronotopo deformatore di spazio); se con un ulteriore salto si entra nella quinta dimensione, circoscritta dallo stesso confine-perimetro di finestra d'osservazione (descritta in Fatto Tempo spazio nel 1993 da A Colamonico), si hanno le letture multiple che visualizzano (dentro-finestra + contorno-finestra + il fuori-finestra) in una modalità di isolati a arcipelago, si possono attuare le letture a trame-nodi ed effettuare le semplificazioni di complessità, riducendo il grado di disordine del campo con le letture a unico insieme i processi di esclusione ed inclusione.

Con tale organizzazione si attua il superamento del pensiero scisso, descritto così mirabilmente da Pirandello in Uno Nessuno Centomila, il quale con un processo di transfert, più o meno consapevole, proiettò in letteratura, anche se con una connotazione negativa, gli studi sulla relatività, con il vincolo-nodo logico tra campo fisico e campo psicologico.

La dimostrazione della capacità di tessitura e annodatura della mente si presenta proprio lungo le linee del limite semantico-disciplinare, Pirandello e Einstein sono un esempio di come il campo storico, con i suoi paradigmi, le sue aree nascoste e profonde, abbia fatto da collante tra le due menti che, anche se in campi diversi, si presentano coesi nel loro condividere il particolare vestito di realtà.

Importante indagare le trame trasversali che fanno da nicchia storica allo sviluppo delle produzioni mentali e fattuali, ad esempio la visione di uomo scisso pirandelliano che perde identità lasciandosi assalire dal flusso dei pensieri, è ritrovabile in molta produzione artistica, in cui l'unità dell'immagine si scompone, si slabbra e da forma nitida si fa sagoma vaga, di una parvenza di realtà che resta oltre il piano di lettura dell'artista, si pensi ad esempio alla corrente surrealista che fa perdere all'oggetto valore proprio, dandogli le sembianze del delirio psichico dell'autore:

  • Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale”iii

In tal senso è proprio la nicchia della spugna storica che si fa substrato, humus d'ancoraggio, bacino di supporto, da cui affiora, come radice, la consapevolezza individuale. Tale campo profondo è il terreno comune di molteplici dinamiche fattuali che l'occhio registra, legge, confronta, scinde, esclude e ritorna a considerare; in tale gioco di presa di realtà e di perdita di realtà, si formano le opinioni, le idee comuni, le correnti artistiche e filosofiche, le scuole di pensiero scientifico, le tecnologie e le azioni indirizzate tutte verso una condivisa linea di orizzonte.

Ogni singolarità trova casa nel campo-nicchia del suo particolare momento storico. Proprio l'orizzonte comune fa parlare di epoche, di tendenze, di mode e ogni mutamento implica un salto oltre il limite in grado di aprire il paradigma e cavare i nuovi movimenti e le nuove trame che conducono verso una nuova linea di frontiera.

Osservando il processo storico da occhio a punto infinito che allarga la finestra di lettura all'uno/tutto , visione a membrana-utero, si colgono tante bolle che affiorano e si accorpano, creando la bolla nuova più ampia che inizia a sua volta ad accorpare tante bolle più piccole e poi si fa ancora bolla unica. In tale dinamica si creano i pieni e i vuoti del complesso sistema a frattale dei complesso di pensieri generali in cui:

    • Ogni artista, filosofo, scienziato, tecnologo assume una collocazioni privata, singolare nel molteplice.
    • Ogni soggetto estrae la sua particolare angolatura di verità, apportando il personale indirizzo di realtà:

Nascono così le creste storiche che allargano la forma e nel contempo rendono palpitante tutto il sistema vitale.

Alla base del viaggio nella realtà della vita c'è la spinta auto-propulsiva, data dalla ricerca della verità, quale molla storica che spinge ad assumere la posizione storica.

La metafora del viaggio già letta nelle trame montaliane crea le “occasioni” vitali e ogni occasione è un'apertura di spazio, una piccola bolla di vita che affiora e dà concretezza. Certo non tutte le rotte hanno uguale significato, non tutte le verità hanno uguale valore e non tutte le risposte si possono definire propedeutiche alla vita.

Ma solo il salto logico nella 5a dimensione permette d'entrare in una organizzazione di conoscenza/coscienza multipla in grado di dare consapevolezza dell'essere un uno/tutto insieme, non più scisso e frantumato, ma armonizzato, come il mantice di una fisarmonica che si fa polmone del suono che una volta liberato assume mille e mille melodie, conservando la consapevolezza di essere un unicum/insieme.

L'ordinarietà di Vitangelo Moscarda, scissa nella sua incoscienza scomposta in tante immagini di sé, come in uno specchio rotto, se avesse potuto effettuare il salto di spazio di lettura, certo non si sarebbe dilaniato nello stato di spaesamento esistenziale che lo fece approdare all'alienazione dal sé. Ma per poter sviluppare uno sguardo nuovo, con cui incanalare tutte quelle forme di sé nella plasticità del divenire, avrebbe dovuto misurarsi con la dimensione dell'infinito, il luogo del “oltre il visto”, il campo della meta-storia, in cui è possibile attuare il volo logico con il cambio di prospettiva che allarga e dà maggiore profondità all'occhio osservatore.

Il salto gnoseologico e il volo

Purtroppo per lui, Pirandello non fece tale salto, si fermo all'orlo dell'abisso, forse spaventato dal buio, forse sordo al fremito del vuoto. Egli chiuso nel suo pessimismo assoluto, totale, non fece posto né al valore della famiglia o della casa come nel pessimismo verghiano, né tanto meno alla fede come in quello manzoniano che affidò a quella “mano” invisibile l'azione del raddrizzare le storie “storte”.

Pirandello che aveva sperimentato la pazzia della moglie, pare sposata per interesse, e, che si era iscritto al partito fascista, non seppe dare al suo personaggio altra soluzione se non la follia. In tale stato di de-composizione dell'unità-identità di Vitangelo si ritrovano tutti i risvolti di una nicchia culturale che come per G. Carducci, aveva fatto:

    • dell'evoluzionismo una forma d'idolatria materialista al fine di giustificare le politiche d'accaparramento delle energie e delle risorse;
    • del nichilismo storico una forma di avanguardia, nei confronti di un sistema politico-culturale bigotto, di facciata e fortemente provinciale, che di fatto non apportò un cambiamento-rotta con il precedente paradigma, ma semplicemente un'accelerazione verso il baratro bellico.

Il non provare a riordinare la coscienza oltre l'area della pazzia, rende cieca la scena storica, poiché solo quel salto oltre il limite permette il radicarsi in una visione a unicum.

Volo fatto ad esempio da Dante Alighieri che, col suo sistema a tre cantiche, seppe sfidare le etiche delle gerarchie politiche ed ecclesiali in nome della verità storica, veicolata sotto la chiave poetica.

Solo quel salto che Montale intravide, grazie agli occhi di sua moglie, fa imprime il privato talento come verso pieno e non vuoto di storia. Pirandello negando spazio al campo del non visto, condannò il suo personaggio alla "morte della coscienza", negandogli il luogo a quel imprevisto che squarcia all'improvviso il velo e fa emergere la cosa nuova, a dare un filo di speranza da poter annodare in un'azione e in una cresta differente di futuro.

Osservando a distanza i pieni e i vuoti della coscienza/conoscenza, si comprende come ogni scelta apra o al nulla o al tutto e in ogni singolo momento si ponga con una doppia possibilità di vita/morte.

È importante il vincolo soggetto/habitat per rendere concrete le astrazioni mentali.

  • Ogni idea deve immergersi nella vitalità del campo, come la prova del fuoco e in tale bagno se ne scopre la vitalità o meno, con la funzionalità. Solo da tale complementarietà nascono le fioriture di parole radicate nelle situazioni; le aperture frattali degli avvistati che rendono leggibili le trame nascoste delle interferenze tra gli stati dei pensieri e quelli del campo-contorno.
Il salto nel buio, quale non ancora immaginato, visualizzato, esplorato, compreso, permette il superamento dei tetti di conoscenza.
I salti di conoscenza come un gioco di acquisto (luce) e perdita (buio) del significato. Da A Colamonico, Ordini complessi, p.77. 2002

la novità Prima parte - Terza parte

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iH. Putnam. Mente, linguaggio e realtà. Adelphi. 1987 e Mente, corpo, mondo. Il Mulino, 2003; Massimo Dell'Utri, Le vie del realismo. Verità, linguaggio e conoscenza in Hilary Putnam. Franco Angeli. 1992iiA. Einstein, Autobiografia scientifica. Bollati Boringhieri, 1979iii Da: A. Breton. Manifeste du surréalisme del 1924.v A. Colamonico. Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. Op. Cit. 2005.viA. Colamonico. Biostoria. Op. Cit. 1998.


© 2011- Antonia Colamonico

1a nicchia

Il ruolo storico dell'osservatore nella costruzione della realtà multi-proiettiva

2° Campo - La finestra

La visione a tempi 0 e l’azione di orlatura di realtà

Antonia Colamonico © 2011 - Il filo, Bari

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