Ordini multipli

Ordini Complessi Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni

Antonia Colamonico

Ed. Il Filo. Bari 2002 (pp.77-82)

Terzo Campo - La rete informativa-immaginativa-emotiva.

Gli Ordini multipli

Convegno: Ai margini del Caos. A Colamonico, La spugna biostorica e l'autoreferenzialità della vita – Firenze, Palazzo Strozzi 20 - 21/11/2008
Rembrandt van Rijn, La parabola dell'uomo ricco, 1627 la parabola dello stolto ricco, che passa tutta la vita ad ammassare ricchezze materiali, trascurando quelle spirituali. La sua attenzione è totalmente rivolta ad esaminare la moneta che regge nella mano destra alla luce di una candela. Con fine abilità psicologica, il pittore ha infuso nell'espressione assorta dell'uomo (fronte aggrottata, occhi acuti, naso camuso, bocca piccola socchiusa) la sua ossessione per i beni materiali. Posati sul tavolo, tutta una serie di oggetti che ancora testimoniano l'avidità dell'uomo: altre monete, una bilancia per pesarle, libri, pergamene e registri contabili di ogni sorta. Marisa PreteIl dipinto del grande maestro, focalizza lo sguardo dell'uomo che incanalizza tutta la sua attenzione su una moneta, in tale scelta si evince il ruolo dello sguardo/mente nel selezionare lo spazio d'osservazione. Ogni osservazione parta da una scelta di campo di lettura soggettiva, da un campo tutto il soggetto storico isola un sotto-campo che diviene il luogo della sua analisi. Antonia Colamonico

Occhio selettore di Spazi-Tempi

Il soggetto lettore-attore-abitante di segni-echi di azioni, attraverso le capacità elaborative della sua mente, costruisce quale secondo giocatore della dinamica vitale la sua storia che di riflesso diviene storia del suo habitat e come ricaduta massima, dello stesso campo universo. Ogni risposta-azione, partendo da una scelta valutativa, è un evento-madre che si attualizza in un dato spazio a tempo 0, ma l'attualizzarsi presuppone degli effetti plurimi di ricaduta, eventi figli, che tendono o a rafforzare o ad annullare il senso imposto dall'azione stessa. I campi della ricaduta sono l'uno nell'altro e vanno da uno spazio entro il limite io, a uno spazio oltre il limite io.

Il limite è la membrana di separazione tra il sotto-insieme organizzato soggetto e l'insieme organizzato habitat; esso costituisce la frontiera, intesa come il luogo dell'essere di fronte, quale spazio del guardarsi l'un l'altro. La membrana segnando il confine, isola i due insiemi e impedisce all'habitat di sconfinare nell'io e all'io di sconfinare nell'habitat; per cui essi rimangono degli invalicabili che si osservano.

Dall'osservazione nasce il gioco di risposte, come uno spazio-tempo pieno/vuoto, fatto di azioni e di attesa di risposta d'azione, in relazione alla dinamica comunicativa che vede il ribaltamento del ruolo/funzione di emittente-destinatario.

Pur attuando il gioco vitale come interscambio di azioni, l'io resta io e l'habitat rimane habitat. Essi si possono definire sistemi isolati auto-referenzialiiche comunicano solo tramite echi-impressioni che essi stessi percepiscono e traducono in valore-sensi, secondo i rispettivi codici organizzativi. Lasciando ai biofisici e ai biochimici lo studio di come l'habitat fisico o chimico-biologico risponda alle perturbazioni d'evento, si può provare a tracciare come il soggetto uomo, co-lettore-attore di segni-echi, strutturi le percezioni in:

    • dentro/fuori, prima/dopo, avanti/dietro, sopra/sotto, grande/piccolo, dolce/amaro, bello/brutto, ecc.

Costruendo in tal modo la profondità del suo spazio vitale e sociale.

La visione

L'appropriazione di conoscenze può essere definita un processo d'illuminazione che produce i lampi di luce nelle sfere della mente, tradotti poi in bisogni, valori, visualizzazioni, emozioni, codici, azioni. La luce, quale processo biochimico e fisico insieme, produce consapevolezza, creando le visioni di certezze, spendibili in ipotesi di futuro. La visione, quale chiarezza, equivale al sapere come rispondere alle perturbazioni di campo; al sapersi muovere all'interno degli spazi; al sapere gestire l'incertezza del vivere; al saper sistematizzare le informazioni. Mentre l'assenza di visione, quale ignoranza, è il buio informativo come il non sapere cosa fare, come agire, per cui ci si affida o al caso, processo per prova ed errore, o alla rinuncia all'azione.

Per questo si può parlare di due andature o velocità del processo di appropriazione del fatto-spazio-tempo:

  • quella accelerata, immediata, fulminea, istantanea che apre spaccati di visioni risolutive nuove e quella decelerata che prosegue alla cieca, per prova ed errore, con una notevole perdita di tempo, determinando uno stallo sulle posizioni iniziali.

Da simile mappatura a salti di chiaro/scuro, come si può facilmente osservare dalla mappa, il processo di appropriazione procede a singhiozzo, secondo congiunture negative e positive che segnano le fasi di perdita/acquisto dei quanti informativi della storia individuale, sociale, cosmica; tale bivalenza genera le implosioni/esplosioni di ordini di realtà.

La dilatazione /delimitazione dell'io osservatore-attore-abitante nello spazio con fasi alterne di luce/ombre si pone come forza organizzatrice in continua espansione/regressione che si apre/chiude alle sfere dei sentiti, dei vissuti, degli operati, degli appresi, dei condivisi, quale susseguirsi di dimensioni sospensive di sento-vivo-opero-conosco-dico che tendono verso un tempo passato-futuro. Da tale stato di tensione si organizzano gli spazi del ricordare, tempi dello ieri o del fattuale, e gli spazi del sognare, tempi del domani o del fattibile che a loro volta si intrecciano con lo spazio dell'essere. Il sento-vivo-opero-conosco-dico dello spazio-tempo reale si moltiplica così negli insiemi dei ricordi e negli insiemi di sogni, negli insiemi di luoghi-tempi passati-futuri; tutto questo insieme si può chiamare coscienza individuale, sociale, universale.

Per cui volendo tracciare in una carta, differenziandole, le tre linee evolutive dell'io soggettivo nel tempo-spazio si possono visualizzare le tre dimensioni che a volte o si confondono o si differenziano, costituendo gli stati chiaro/scuri della coscienza, intesi come un alternarsi di gradi di certezze/incertezze, serenità/ansia, gioia/dolore, coraggio/paure...

Ogni stato è un modo di percepire/percepirsi nell'interno della storia. Si spiegano in tal senso tutte le molteplicità dei modi di essere che non sonobalzi di umore, limitativi della propria umanità, ma semplicemente i gradi di maggiore o minore appropriazione dell'io-habitat, a seguito dei differenti stadi dell'acquisto/perdita di organizzazione.

Tale processo di appropriazione si può chiamare processo di apprendimento che traduce i segni-echi in presi informativi che daranno corpo alle idee e ai sensi di azione, quali ipotesi di risposte che memorizzate diverranno le ideazioni e le sensazioni.

Le ideazioni-sensazioni costituiscono i nodo-sinapsi della rete immaginativa/attuativa. Essi, come lampi luce di esperiti/esperibili, sono quantità/qualità informative di senso che veicolano, indirizzano la comunicazione tra l'io e l'habitat, tracciando le linee di percorso, attualizzando la realtà.

I percorsi di passati-futuri costituiscono i vincoli dei presi informativi, quali scale valutative di senso che legano gli spazi del ricordo-sogno-realtà dentro/fuori in immagini significanti stati di valore con gradi di più o meno benessere/malessere dell'io e del campo. Il definire le scale di bello/brutto, armonico/disarmonico, bene/male, grande/piccolo, giusto/ingiusto, sano/malato, corretto/scorretto, legale/illegale... permette i giochi di gradazione che l'occhio lettore di volta in volta costruisce per muoversi nello spazio e muovendosi co-edifica la realtà. Ad esempio l'occhio-mente nella sua elaborazione impara a distinguere i tempi in:

    • il prima e il dopo relativi al campo io;
    • il prima e il dopo relativi al campo non-io (habitat);
    • il prima e il dopo relativi alla relazione io-non io.

Le gradazioni di letture

Attraverso tale processo (topologico) egli scinde lo spazio-tempo e nel frattempo vincola la sua conoscenza alle emozioni provate, alle aspettative di risposte elaborate, alle mappe concettuali tracciate, alle ipotesi di effetti immaginate, alle risposte percepite, al grado di benessere/malessere esperito. Così vincolati gli echi storici si collocano in sensi definiti di spazi interni/esterni, chiusura questa che non esclude in un tempo futuro dell'apertura ad un nuovo senso-direzione, attraverso la riorganizzazione di scale-bisogni-aspettative-azioni-impressioni.

Ogni passaggio, da un senso ad un altro, implica un salto di coscienza, inteso come una rielaborazione delle mappe-valori-risposte. Ogni passaggio da un ordine ad un altro può essere letto come un disinnamoramento/innamoramento, per questo si possono leggere i mutamenti di percorsi e d'identità. I salti implicano le diverse sfaccettature dell'esistere che fanno dell'io-habitat una realtà molteplice e organica insieme.

La capacità a graduare il movimento del campo interno/esterno, porta l'occhio osservatore a misurare, ad esempio, il tempo secondo direzioni e velocità differenti. Si può così parlare di tempo oggettivo o di tempo soggettivo:

    • il primo è il tempo quanto-fisico che può essere letto, attraverso una scala temporale variabile fatta di nano-secondi, secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, secoli, millenni, ere; e può assumere una direzione, una durata, un ciclo, che permettono di misurare l'inizio-fine dei fenomeni, oltre alle cronologie.
    • Il secondo, quello psicologico, con una velocità differente che si può dilatare o richiudere come una pupilla colpita da un raggio di sole, in base alle emozioni e alle attese di risposta che rendono lo scorrere della vita; ora più veloce, ora più lento, ora fermo in una riflessione, ora fulmineo in un'azione.

Il primo è il tempo irreversibile, segue una (freccia) direzione verso l'infinito futuro: il seme diventa albero e non può più tornare seme. Esso ha un ritmo e una scansione che non sono né i ritmi e né le scansioni del tempo psicologico. Il secondo reversibile con una direzione a salti secondo un percorso a doppio verso passato-futuro che lo rende rovesciabile. Sia l'uno, sia l'altro sono tempi reali, naturali poiché producono delle perturbazioni di campo con effetti di ricaduta.

Si può porre anche un terzo tempo, quello storico, inteso come il tempo del rapporto io-habitat che può essere letto come un processo discontinuo: il continuo è relativo alla caduta-scia di evento come le variazioni perenni dei campi, ed è la visione oggettiva; il discontinuo come il tempo d'elaborazione di risposte alle dinamiche di eventi, tra l'emittente/destinatario che prevede una membrana confine tra i due (zona d'ombra-buio).

È bene precisare che la discontinuità è dovuta più alla incapacità di lettura che alle fasi del processo storico: sono i bui visivi e informativi a creare l'assenza che si può porre come un vuoto.

L'immaginazione molla dell'azione storica

L'occhio-mente proprio cogliendo questa intermittenza, impara ad immaginare risposte possibili nelle pause di evento e tale immaginare è l'elaborazione di carte di spazi futuri-passati possibili. La realtà non equivale all'immaginare, ma l'accesso ad essa è solo un'immaginazione.

L'immaginazione è la facoltà mentale che permette di essere l'altro protagonista del gioco vitale e nello stesso tempo il lettore di realtà. Giocare significa rispondere e rispondere capire; capire a sua volta significa scoprire il gioco, cioè leggerlo. La costruzione di immagini è strettamente connessa alla capacità di interagire con il sé e con l'habitat, ne scaturisce che:

+ immagini = + capacità d'azione / - immagini = - capacità d'azione.

Il processo di apprendimento essendo funzionale alla vita, diviene di conseguenza l'unico vero bene da perseguire per l'io individuale, sociale, cosmico.

Da questo viaggio di esplorazione sull'organizzazione della conoscenza, scaturisce il valore bio-storico delle capacità elaborative ed organizzative della mente umana:

  • l'immaginare non è più una semplice dimensione astratta, limitata ad alcuni ambiti disciplinari, visti spesso fumosi e superficiali, ma piuttosto la stessa molla dell'azione-risposta storica.

Il soggetto può essere un osservatore, un attore e un abitante nella misura in cui sa ideare, immaginare, pensare, ricordare, sognare, apostrofare, delimitare, datare, confrontare, comunicare lo spazio che lo contiene e, attraverso tale molteplici azioni, egli potrà appropriarsi di sfere sempre più grandi d'infinito.

Per poter agire si dovrà immaginare l'azione, dando all'atto un corpo ideale e, poi, uno concreto. L'astratto e il concreto sono due facce della stessa realtà. L'idea è reale e quindi storica, nell'attimo stesso in cui si pone, in cui prende forma-vita come lampo, guizzo, luce. Il lampo produce delle perturbazioni di ricaduta bio-psichiche, bio-fisiche, bio-chimiche, bio-sociali, che lo fanno essere il promotore di storia, così come lo è l'azione stessa, e la storia, è bene ricordarlo, è la vita, cioè la rete di finito-infinito tutto dell'esistere (in ogni tempo 0 degli spazi).

Carta, le modalità sentire/pensare nella conoscenza
Carta, il processo di appropriazione della realtà

Valenza della quinta dimensione di lettura per un pensiero al plurale

Dal percorso sin qui tracciato si può constatare come nell'azione di lettura il soggetto osservatore sia attratto o verso un valore (+ o -) positivo o verso uno (+ o -) negativo: l'indifferenza non ha peso, poiché equivale all'assenza di lettura. In relazione al valore (+ o -) attribuito, si porrà il senso qualitativo e quantitativo della sua ricercazione vitale.

Il senso, come attribuzione di direzione, assume nell'osservazione la finzione di organizzatore qualitativo e quantitativo di realtà, in tale possibilità di movimento una riflessione importante necessita fare sulle dimensioni di lettura, quali gradi di libertài dei sistemi.

La nascita di un campo complesso d'osservazione e di riflesso di mappatura del pensiero multiplo, è strettamente legata al grado di libertà del modo d'esplicare la lettura-azione. Il grado di libertà è il nodo-vincolo di scelta che l'io e il campo hanno nell'indirizzo-costruzione di risposta ad un evento perturbatore. Si può ad esempio parlare di un solo grado di libertà, nel senso che la risposta può essere una e una sola, in tal caso è una scelta obbligata; di due gradi, in cui c'è una doppia possibilità (o A o B) e così via. I gradi, a loro volta, tendono all'infinito, anche se una libertà così svincolata sarebbe pressoché ferma (punto), nella dinamica del suo divenire, per eccesso di libertà del sistema e quindi sindrome da iperscelta ii. Il vincolarsi è costitutivo all'ideazione, poiché costruisce la linea del percorso. È il vincolo, insieme al valore, a rendere presente e dunque realtà una linea di futuro, rispetto ad un'altra.

Premessa l'importanza dei gradi o vincoli di libertà, ora sarebbe interessante riflettere sulle ricadute mentali delle dimensioni di lettura della realtà.

L'io pur vivendo nello spazio presente che il suo occhio-mente costruisceiii, secondo le tre dimensioni di lunghezza, di larghezza e di profondità, può entrare con un salto di sospensione, occhio utopico, in una quarta e in una quinta dimensione: il tempo e il campo.

Il tempo gli permette di viaggiare nel campo ecostorico dallo spazio passato a quello futuro; da tale errare egli impara a visualizzare, oltre ad uno spazio di primi piani e di sfondi, le successioni di attimi, le durate, le permanenze e i mutamenti, i cicli e le congiunture.

Il campo, o limite-contorno della finestra-maglia di lettura, può permettergli, non solo di ampliare la profondità-altezza-larghezza-tempo d'osservazione, bensì moltiplicare le stesse finestre di visione, semplicemente aprendo in simultaneità più spazi di osservazioneiv.

Il soggetto lettore-attore-abitante può raddoppiare le sue visualizzazioni semplicemente delimitando, insieme, più aree di lettura spazio-temporali, per studiare le contemporaneità, le simultaneità e così cogliere con fuoco sdoppiato a dentro/fuori le: somiglianze/differenze o sintonie/antinomie o convergenze/divergenze o armonie/disarmonie o sintropie/entropie o convenienze/sconvenienze o uguaglianze/disuguaglianze. E così facendo, imparare a graduare o, meglio, a scalare le variazioni di campo io-habitat e a ribaltare i sensi-significati storici.

Il campo d'osservazione, come limite-frontiera della lettura, è esso stesso una dimensione che racchiudendo porzioni di ecostoria, divide e moltiplica nei dentro/fuori i fuochi di lettura dello stesso campo universo di osservazione:

      • la nascita di un occhio-mente al plurale, in grado d'immaginare gli ordini superiori, passa così per l'edificazione di una mappatura della realtà più simile a quella di un occhio di mosca, in grado di moltiplicare e frantumare l'area degli osservati per meglio visualizzarli ed esperirli, che a quella di un occhio umano.

Lo sdoppiamento del fuoco di lettura

Lo sdoppiamento dei fuochi come ricaduta, implica l'accelerazione della dinamica di produzione delle sensazioni-ideazioni.

Naturalmente l'uomo non può modificare la sua capacità di messa a fuoco del campo visivo-ideativo dall'oggi al domani, richiedendo questo un processo lentissimo di evoluzione anche biogenetica, biofisica, bio-strutturale che influisce sulla stessa composizione delle aree del cervello, ad esempio sulla corteccia. Ciò che l'occhio bio-naturale non può visualizzare, può farlo quello bio-naturale-tecnologico, si può così cogliere la portata rivoluzionaria delle nuove tecnologie, legate all'informatica, nella creazione di un nuovo salto epocale, che imprimerà un nuovo corso alla dinamica della storia economica, sociale, politica, culturale e individuale, con una nuova rinascita della stessa umanità.

Lo stato privilegiato dell'occhio egli, consiste nella possibilità dell'io osservatore di riuscire a visualizzare anche il tempo e il campo, e così facendo, a muoversi in uno spazio strutturato a cinque livelli organizzativi (spazio topologico): la profondità, la l'altezza, la larghezza, il tempo e il campo-finestra. Con tale capacità visiva-ordinativa si può far ruotare ad angolo sferico l'occhio e imparare a visualizzare la profondità e le molteplicità dell'infinito-uno. Solo con una capacità percettiva-immaginativa a cinque variabili, l'uno/tutto coabitano insieme e il prevalere dell'uno o del tutto o di parti dell'uno/tutto, è solo il frutto di una scelta o messa a fuoco del campo di osservazione.

È importante comprendere come la costruzione di spazio-tempo-fatto, sia strettamente vincolata alle dimensioni di lettura; ad esempio in uno spazio ordinato in modo unidimensionale si potrà cogliere solo un punto che diviene il punto-linea di realtà; in uno spazio bidimensionale si potrà cominciare ad elaborare una visione piatta a superfici e a regioni di piani: quadrati, cerchi... In uno a tre dimensioni: sfere, cubi, cilindri, parallelepipedi... A quattro: iper-sfere, iper-cubi, iper-cilindri, iper-parallelepipedi... E si potrà cominciare a tracciare il movimento, come la visione cinetica della realtà.

Solo un ordine a cinque dimensioni può permettere, tuttavia, la costruzione di una realtà insieme: profonda/punto, in movimento/ferma, dentro/fuori, passata/futura, io/tu. Solamente l'acquisizione della quinta dimensione può produrre il ribaltamento delle visualizzazioni, quale capacità di lettura con l'occhio dell'altro.

Il passaggio da una lettura univoca ad una multipla implica sul piano semantico, il superamento dei significati chiusi e assoluti, secondo un'unica direzione di senso-valore delle parole che mettono in luce, più le antinomie che le sintonie; ad esempio i termini di dentro/fuori con un fuoco univoco si presentano opposti (o è dentro o è fuori); con uno sdoppiato si rivelano sinonimi, pur se vincolati nella posizione topica/atopica dell'occhio di lettura.

In relazione alle quantità di linee di lettura si porranno le qualità delle osservazioni e dell'occhio-mente osservatore, ad esempio:

  • Una lettura punto, uni-lineare, produrrà uno spazio-mente unidimensionale, isolato e alieno da tutto vada oltre il singolo punto di vista. Indifferente ai bisogni-movimenti del campo, non andrà oltre la stessa immediatezza.
  • Una lettura bidimensionale, priva di profondità, non permetterà di cogliere, ad esempio, la rotondità di un corpo o la prospettiva di un piano, rispetto ad un punto d'osservazione fuori di esso.
  • Una lettura a tre dimensioni, percepirà la profondità del dietro/avanti, ma non la crescita del prima/dopo o l'espansione della temporaneità.
  • Una lettura a quattro dimensioni, percepirà i mutamenti nel tempo, ma non saprà invertire la rotta di lettura per vedere il fuori/dentro o viceversa. Sarà, ancora una mappa mentale fortemente vincolata ideologicamente e non in grado di tollerare le perturbazioni di campo, viste più come errori del vivere che come libertà dei sistemi e da qui le delimitazioni e le censure ai modi differenti di essere. In una simile visione nascono le supremazie, i primati, le culture e le sottoculture.
  • Una visione a cinque dimensioni, al contrario, mutando i campi d'interesse come un dentro/fuori, saprà ruotare il centro/periferia e ponendosi con un più alto grado di tolleranza delle variazioni di campo, si presenterà come una coscienza-conoscenza più democratica e fiduciosa nei confronti delle diversità, viste come alterità della medesima realtà; e sia dell'imprevisto, colto non più come l'errore o l'eccezione all'ordine, ma semplicemente come un altro modo di organizzare i quanti-echi storici. Naturalmente non tutti i modi presentano medesime convenienze o utilità storiche.

Le gradazioni e le variazioni di lettura

Un gioco sulle gradazioni di convenienze delle risposte, nelle variazioni di scale spazio-temporali, a sua volta, potrà rivelarsi efficacie per interiorizzare delle regole di risposta che non saranno il semplice frutto di una censura esterna che impone codici-catechismi comportamentali, bensì una scelta privata intima, interiorizzata che fra i futuri possibili a tempi spazi (+ o -) vicini/lontani, faccia scegliere la vita come valore.

Si apprenderà così che una scelta di tirannia, non produce nel tempo gli stessi effetti di una scelta di libertà o una ignoranza quelli di una conoscenza. Giocando, quindi, tra le scale quantitative/qualitative di effetti, si espliciterà l'esercizio della libertà che poi si tradurrà in valore comportamentale-sociale-economico-politico.

Imparare a coltivare l'occhio egli è il salto di qualità nella percezione e nella costruzione di futuro. In quanto muovendosi in uno spazio più profondo, più dinamico e più strutturato si potrà elaborare un ordine più complesso, salvaguardando così maggiormente la molteplicità della vita.

Con un occhio ad anglo sferico che abbia la dinamicità del punto, le forme di una visione piana, la profondità dello spazio tridimensionale, l'infinito del tempo, il limite del campo, si potranno cogliere le entropie/sintropie dei movimenti di attrazione/repulsione e, come l'occhio della mosca, moltiplicare le finestre di osservazione, accelerando le risposte di riequilibrio dei campi.

Gestire inoltre più ampiezza di spazio equivale al saper gestire più ampiezza di vita, velocizzando le capacità elaborative di risposta agli eventi. Il concetto di ampiezza di vita porta a quello di ecostoria:

  • lo spessore è in relazione all'ecocità del campo. Uno spazio senza eco è fermo, immobile, senza storia, praticamente nulla, in quanto privo di informazione di sé; al contrario uno spazio allargato alle molteplicità di ogni azione è spesso, profondo, auto-propulsivo nel suo essere in continua trasformazione.

In una visione di gestione di spazio allargato, nulla va perduto e tutto acquista valore, anche il quanto, come porzione più piccola di storia, assume un significato teso nel tempo-spazio, poiché è anche esso un promotore di quel futuro-reale che si sta concretizzando o che si concretizzerà, in quel particolare modo, piuttosto che in un altro.

Con una lettura così allargata sarà possibile, filando/sfilando le consapevolezze, le certezze, le emozioni, i linguaggi, coltivare il pensiero:

  • solo imparando a destrutturare/ristrutturare gli ordini informativi, si costruisce la dinamicità del cosciente/conosciuto/conoscenza, come un'unica realtà molteplice, sfaccettata, multiforme e aperta alle alee della vita.

Attraverso la coltivazione di una mappa mentale a cinque dimensioni si riusciranno a superare le dicotomie disciplinari, ideologiche, concettuali; a rovesciare i sensi-parole-mappe, per cogliere gli effetti perturbatori nei campi di propagazione e così facendo si leggeranno le traiettorie di evento, quali informazioni del suo essere un reale in caduta (collassamento) nel tempo infinito. La caduta permetterà a sua volta l'azione di risalita neghentropica dell'occhio lettore, per cui si potranno ricostruire le catene di effetti, le linee di propagazione, le aperture di nuovi campi evolutivi.

In una visione a cinque dimensioni è possibile, cogliendo il passato nel futuro e viceversa, affermare: io già c'ero, prima di nascere e già vivevo prima di esistere. Il mio essere nella storia, pur subendo evoluzioni di forme, è un permanere che si propaga all'infinito.

Il senso di alcune affermazioni degli antichi sapienti, alla luce di un occhio biostorico a campo profondo, assume nuova vitalità e la costruzione di conoscenza-sapienza, diviene la sfida in atto, in quanto, solo coltivando il sapere è possibile aumentare il numero dei saggi e a tale proposito nella Bibbia c'è un riferimento che acquista significato, anche nella nostra epoca: “ se i saggi diventano tanti, salvano il mondo” (Sap. 6, 24)

Oggi, alla luce dei grossi problemi ecologici di sopravvivenza, la produzione di saggezza-sapienza-conoscenza è senza ombra di dubbio il più grosso bisogno economico, politico, sociale della stessa umanità.

Educare, dunque, alla saggezza, quale scelta preferenziale alla vita, è la sfida del prossimo futuro. Ma che cosa è la saggezza, se non:

  • una capacità più allargata o meglio libera di movimento-organizzazione dell'io nello spazio; una maggiore possibilità di scelte tra differenti scale di valore; una più veloce rotazione dell'occhio per imparare, rovesciando i sensi delle parole-visioni-azioni a studiare meglio le portate storiche nel tempo, per scegliere tra i futuri possibili, quello che può divenire il migliore presente, per me e per tutti.

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iH. Maturana, F. Varela. Op. cit. 1992.iT. F. Banchoff. Oltre la terza dimensione. Zanichelli, 1993.iiA. Toffler. Lo choc del futuro. Sperling & Kupfer, 1988.iiiD. H. Hubel. Occhio, cervello e visione. Zanichelli, 1989.ivA. Colamonico. Fatto tempo spazio, op. cit. 1993.

© 2011- Antonia Colamonico

A Colamonico, Ordini Complessi. il filo, Bari 2002

Il saggio Ordini Complessi è stato scritto nel 1995, ma pubblicato solo nel 2002 .

Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni

Antonia Colamonico

Il Filo, Bari 2002

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