Ognissanti 2011

Data pubblicazione: 1-nov-2011 11.43.20

Antonia Colamonico, 1958

Siediti al sole.

Abdica

e sii re di te stesso.

Fernando Pessoa

Osservando a distanza di anni il mio lavoro, posso serenamente concludere di aver tenuto fede al mio compito di bambina, sognatrice e taciturna che volevarivoluzionare il modo di guardare al mondo, perché vi leggeva tanta povertà.

Erano gli anni '50 e i bambini giocavano per strada a piedi nudi sulle "chianche" infuocate. Ricordo un pomeriggio, osservai le mie scarpette, debitamente bianche, e provai vergogna per i miei piedi. Avevo cinque anni, mio fratello Tobia cominciava allora a camminare; di colpo decisi di pestarle e sporcarle, per non sentirmi troppo privilegiata. Tornata a casa la reazione di mamma non fu accomodante. In silenzio, di fronte a quegli occhi che non capivano le mie ragioni di bimba, compresi cosa avrei fatto da "grande":

  • la rivoluzionaria.

Ci sono varie forme per esercitare un ruolo e ogni forma ha il suosistema di funzioni, da cui scaturiscono le azioni.

Data la mia indole sognatrice e profondamente mite, la mia doveva essere una "rivoluzione gentile", e iniziai sin da piccola il mio viaggio di lettura e preparazione per cambiare gli occhiali di lettura del mondo.

I bordi dei miei libri e quaderni erano segnati da un occhio, stilizzato. Ogni qual volta ero in uno stato d'incertezza, la mia mano rapida tracciava l'occhio ed è stato un vezzo che mi mi ha seguita sino all'università, gli anni della contestazione giovanile, che osservai da molteplici angolazioni, esercitando la mia libertà di lettura e, cosa più importante, d'azione.

I miei maestri sono stati prima di tutto i poeti, devo a loro l'aver capito il valore della "metafora-parola" come "particella topologica" che apre gli spazi nella mente, poi i filosofi e tra questi Sant'Agostino, Le confessioni le lessi a 15 anni, insieme a I Pensieri di B.Pascal, e poi E. Kant che mi incantava per la chiarezza mentale. Poi sono arrivati tutti gli altri, una molteplicità di universi e ogni universo un nuovo orizzonte di lettura per me. Non leggevo, divoravo, scavavo.In parallelo coltivavo il mio gusto per la storia e qui G.Vico faceva da padrone per la sua visione meta-storica che disegnava i movimenti della vita. Trovai La Scienza Nuova tra i libri ingialliti della biblioteca di nonno Tobia, e cominciai a leggerla, ancora ragazzina. Spesso mi chiedo cosa capissi di simili letture che mi attraevano più dei romanzi scontati, quasi superficiali, perché ero in grado di capire dopo poche pagine lette, come si sarebbero concluse la storie. Certamente con capivo nulla, afferravo solo qualche parola "scarna", nuda, ma tale "cella" vitale si faceva seme e si radicava nella mia mente e metteva piano, piano i germogli delle consapevolezze, che si trasformavano in prese di posizioni. Più crescevano le mie consapevolezze e più sentivo accrescere, in me, la caparbietà che mi rendeva corazzata di fronte alle tante avversità che leggevo come modi di depistaggio dalla funzione storica che, io-bambina, avevo isolato, in quel caldo pomeriggio dell'estate '57. La mia curiosità di sognatrice mi ha condotta "per mano" a creare il terreno adatto per la coltura della mia teoria, Biostoria(Biohistory of Knowledge), la mia bambina.

Cosa è biostoria se non uno sguardo a più lenti-fuochi, che permette di ruotare il senso delle parole e nella rotazione rovesciare i versi-sensi della vita, aprendo alle ragioni di tutti e farsi così multi-verso della moltiplicazione storica!Ecco, la mia piccola rivoluzione ha avuto adempimento, ed è gentile, come solo uno sguardo di bambina-mamma sa di essere: - Spazioliberina - l'occhio-mente ad apertura logica, continua, in grado di visualizzare in simultanea gli ordini multipli.Se dovessi definirmi, posso dire con tranquillità, sono una pioniera meta-storica, meta-poeta in una Società a solo indirizzo maschile. Ho semplicemente cercato di elaborare un universo che porga l'altro livello dello sguardo, per un Sistema storico a due occhi. Credo che, in questo 3° Millennio che si sta ancora abbozzando, sia ora di dare all'occhio femminile lo spazio funzionale per una più equilibrata organizzazione della "cosa" storica

Antonia Colamonico

https://sites.google.com/site/antoniacolamonico/_/rsrc/1240571972637/poesie-e-filastrocche/il-filo/poesia%20fantasia%20di%20ricami.jpg?height=320&width=240
https://sites.google.com/site/biostoria/_/rsrc/1319963604604/config/2bbff2830d866f28.jpg
L'uno/tutto della vita nel paradigma eco-biostorico
https://lh4.googleusercontent.com/pnFAegVKvZbA-b3tM0U7W0_1BRYgUX_MnuGgTmYcGCA=w206-h214-p-no

C'è un momento nella scrittura in cui l'osservatore (il narratore) e l'osservato (l'oggetto-narrabile) si fondono in un tutto-uno, la scrittura, che assume una sua privata identità come altra cosa di realtà. Non è né lo scrittore, né il fatto osservato; ma un oggetto/soggetto nuovo che si distacca e si carica di naturalezza, come una verità messa in ombra che, orgogliosamente, prende individualità, quale forma aliena dall'occhio lettore e dal campo di narrazione.

Ecco è questo il momento che prediligo, quell'attimo in cui, con un brivido di pelle, quella cosa nuova appare chiara al mio sguardo-lente. Ed è quella stessa impercettibile elettricità che m'informa di essere approdata in uno spazio-tempo nuovo che ha assunto stato-confine nella pagina, in tale essere altra cosa, quell'insieme ordinato di espressioni e di significati assume storicità.

Da A. Colamonico, nota introduttiva, Il piglio eco-biostorico. 2013

Il nido, costruzione naturale.

Provando a dare un corpo al pensiero si scopre che, anche esso nel suo dialogare tra sé e il mondo e poi di nuovo con il sé nel mondo, costruisce nicchie-nidi che si fanno case di consapevolezza, anfratti di certezze. Approdi sicuri di serenità o meandri bui di insicurezze e trappole dei pensieri.

I nidi informativi

"... Ogni gemma-idea si annoda su una pregressa conoscenza, formando dei veri nidi cognitivi, funzionali al progresso scientifico-tecnologico-economico ... dell'intera Umanità, non essendoci in simile organizzazione naturale né frontiere, né confini, ma esili filamenti gemmati come rami di pesco offerti a chi sa essere in grado di coglierli e trasformarli in conoscenze condivise. In tale visione allargata e stratificata non hanno più senso le signorie intellettuali, poiché la capacità di osservare non è un fatto di stampi in serie, come copie anonime di cerveli-menti prive di identità e quindi di storia, ma prerogativa di singolari intelligenze in grado di saper vedere, secondo un soggettivismo storico-epistemologico:

  • Come un vento, libero di vagare, la compressione aleggia e trova casa nelle mente-cervello di chi è attrezzato a vedere, non tanto per capacità cerebrale, quanto per sensibilità emotiva che si fa poi cognitiva. Cum-prendere implica l'azione di annullamento del sé che rende antenna la privata spugna mentale. ..." Da A. Colamonico. Lo sguardo e la mente di Carmelo Colamonico. © 12 Maggio 2013.
(Da A. Colamonico. Le filastrocche di Spazioliberina. © 1992)La semplicità della Complessità è uno sguardo che sa cogliere l'uno/tutto, insieme. A Colamonico

Proposta di viaggio nel territorio della nuova scienza & metodo Biostoria.

- Carte di Navigazione -

La relazione Occhio-mente-mano come capacità cognitiva ad osservare-immaginare-agire nell'habitat.

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