Le carte storiche parte seconda - parte terza
Il prendere dimora permette la “presa-nodo" spazio-temporale (t.0) che apre una nuova cresta storica, relativa a quell'isolato affiorato. La struttura organizzativa della vita è una forma frattale a spugna, con pieni/vuoti che fanno assumere ad essa una topologia:
Il vuoto/pieno si struttura in relazione ad un'evoluzione di spazi e di tempi differenti, che rende discreta la crescita, dell'insieme vitale, come un processo, di differente ampiezze di fioriture di eventi, come tante bolle che emergendo dal vuoto, assumono una corporeità e poi sparire, tornando nello stato del vuoto storico.
Vuoto rappresenta la zona off-limits per l'intelligenza-occhio umano, che non si arrende allo stato di cecità e cerca, aguzzando l'ingegno, di spingersi sino al bordo estremo che segna la linea-orizzonte del confine tra il visibile e il non visibile che nel corso dei millenni ha assunto differenti nomi:
In tale miopia cognitiva congenita sono state elaborate una molteplicità di carte di lettura che in relazione al modo di come erano disegnate, spostava l'asse del confronto dal Caos al Dio Creatore, dall'Infinito del Nulla, al Tutto/uno della Vita, facendo indossare di volta, in volta all'osservatore storico una ricca varietà di abiti mentali con altrettante lenti cognitive che dischiudevano gli sguardi a differenti letture:
Il "vero" storico essendo legato al filo del verso impresso dalle carte di lettura, può assumere differenti inclinazione, sfumature, in direzione di un fine o utile comune o privatissimo, in tale piegare il verso storico, la carta è o gabbia d'ingiustizia e sopruso, finendo con il respingere la verità stessa sino al bordo-confine della menzogna; oppure nicchia di democrazia in cui la verità si intesse nella giustizia.
Lo stato di salute delle Società si misura sulla linea-confine del ribaltamento dal vero al falso:
Ogni osservatore storico, per adempiere a pieno la sua funzione vitale, ha bisogno d'imparare a saper essere attento nel comprendere tra una molteplicità di possibili verità, quella che si fa verità profonda, superando i luoghi comuni che rendono spesso pregiudizievoli le comunicazioni e i rapporti sociali:
Per l'umanità sembrerebbe non esserci altra possibilità, se non nel processo di conoscenza che, vincolandola alle sue stesse rappresentazioni mentali, le permetterebbe, con continui superamenti, di renderle sempre più aderenti al senso del bene-verità storico. Verità che resterebbe tuttavia "un oltre" la linea di orizzonte.
Se la verità è il fine del Bene storico, dunque non può essere “data” (fattore esterno), ma solo “conquistata” (fattore interno) da ognuno con ingegnosa partecipazione attiva al processo vitale.
In tale scelta “forzata” del dover imparare a conoscere si può spiegare il riferimento del racconto biblico del “sudore della fronte”:
Procedendo con ordine, l'atto di nascita segna l'ingresso del quid-res, che valicando il tunnel del vuoto storico, affiora e si mostra all'occhio-mente dell'osservatore che può così iniziare a isolarlo, quale “altra cosa”, assegnandogli lo status-forma di cittadinanza nella vita.
É ogni singolo osservatore la finestra-occhio a tempo 0 che agendo da luogo-confine di contatto, dà il vestito semantico all'intravisto; che smette di essere un confuso e diviene un compreso.
La vita con uno sguardo eco-biostorico è la dualità di vuoto/pieno, segnata dalle due fasi di morte/vita che si avvicendano dando corpo e togliendo corpo alle molteplicità storiche.
L'atto di nascita segna l'inizio di un viaggio che è reso visibile, nella relazione individuo/campo:
Solo il legame osservato-osservatore, permette al primo di contornare (fare l'orlo) con una forma e un nome il movimento avvistato, e al campo di emergere come una “nicchia” di quanti storiciii, che “accorpandosi” hanno assunto la sembianza di un reale.
Ogni particolarità avvistata assume ed occupa una porzione di spazio-tempo che ne costituisce la stanza-forma storica isolata e letta dall'osservatore, il quale la racchiude in un'immagine-sagoma che si deposita nell'area profonda della spugna del pensiero (area del vuoto del pensiero), come eco informativo di una consapevolezza pronta a riemergere con visioni caleidoscopiche ogni qual volta si presenti un riscontro, in un altro t. 0.
L'insieme di sagome identificate e definite è la memoria storica, quale patrimonio di echi informativi, funzionali alle costruzione delle trame storiografiche dei possibili tracciati di futuro.
Le trame-tracciati sono presenti in tutte le forme storiche dai movimenti dei pianeti, alle dinamiche economiche, dagli esodi di popolazioni, agli itinerari di uccelli migratori, dall'evoluzione di una foresta, allo sciogliersi di un ghiacciaio... Esisterebbe quasi un codice silente che resta impresso nei campi vitali, come una memoria cosmica:
La memoria resta nella zona d'ombra, in uno stato quiescente di quasi inerzia, quale campo silenzioso da cui affiorano echi di trame, bolle di reali, che si prestano, ad essere intessuti in un nuovo campo vitale, in ogni t. 0 di presente:
L'abitare crea il legame campo-individuo/campo-habitat come un vincolo inscindibile che rende i due un insieme eco-inter-dipendente, dialogante, di osservato/osservatore:
Se si accetta tale angolazione di lettura, allora appare evidente che alla base della costruzione storica, a 360°, c'è una comunicazione, come scambio informativo di input-segni che richiedono letture e risposte., a 360°.
Gemmazione di fatto-evento. 1998
Semplificando, il processo vitale è una comunicazione tra un campo-habitat e un campo-individuo, secondo una dinamica a feedback di andate e ritorni di quanti-echi informativi che creano un movimento rotatorio a doppio legame sistemico, l'habitat si lega all'individuo e questo all'habitat, sviluppando dei cambiamenti a doppia direzione, che rimodella entrambi come in un abbraccio vitale:
L'errore del paradigma moderno è stato nel confondere le carte di lettura con la realtà oggettiva, che portava ad astrarre la vita e renderla legge valida per sempre. In tale forzatura si negava valore all'imprevisto-alea, quell'elemento farfalla che rende nuovo il processo storico.
Visualizzandolo, il processo vitale con uno sguardo eco-biostorico, si legge come un'alternanza di vita e di conoscenza intorno alla vita che si arricchisce ad ogni passaggio, con una crescita esponenziale di "fatti-tempi-spazi" e di "echi informativi" che producono dei tracciati orientativi, soggetti a modifiche.
Le tracce-echi sono ipotesi informative di possibili procedure, spendibili nelle future scelte di risposte ai fatti storici, ma la scelta imprime un fattore di novità che altera il tracciato, arricchendolo di nuove possibilità.
Disegnando la dinamica dialogica individuo-habitat, l'occhio osservatore-uomo, oggetto privilegiato nella ricerca biostorica, nella relazionarsi con il campo-nicchia, si misurerà, continuamente, su due aperture di spazi che si fanno i suoi punti focali di lettura:
In tale gioco ciclico di emersione/immersione e di verifica costante, la vita si svela e si nasconde, per poi riaffiorare e riprendere senso-valore e ancora precipitare, perdendosi nuovamente e riaffiorare ancora:
Entrambi i soggetti dialoganti sono perturbatori degli stati degli spazi, a tempo 0, e vicendevolmente svolgono il ruolo-funzione di emittente o destinatario. L'emittente chi attua l'azione-fatto, destinatario chi la legge, per poi rispondere.
Il campo-nicchia è il limite dell'individuo e lo l'individuo è il limite del campo-nicchia, per cui essi si pongono come due universi distinti che interagiscono lungo il filo-limite della membrana di divisione che è la frontiera e insieme la cassa di risonanza delle comunicazioni di due identità che resteranno dei diversi per sempre, se pure impressionate, l'un l'altra, reciprocamente. In tale essere impressionate è l'univocità di ogni dinamica comunicativa e di ogni individuo o nicchia storica.
Per comprendere il valore si pensi all'impronta di un dito che è un'univocità per distingue un'identità. Ma anche ogni pensiero-mente è un unicum e così ogni vita e ogni nicchia e ogni fatto-tempo-spazio. La vita se letta come corpo-sistema unico è una continua gemmazione di unicità che prendono casa, consumano un tempo, e interagiscono con il tutto vitale, per poi morire, lasciando l'eco-segno del passaggio.
Parlare di atto di nascita, dunque, è funzionale all'azione di spaziatura storica in cui ogni novità, creando una frattura nell'organizzazione del campo (carsismo), introduce la nuova nicchia-sacca con un ulteriore grado di complessità:
Pensare al processo vitale come ad una topologia a dentro/fuori di individuo/campo-habitat di un unicum (uno-con) a multi-forma di multi-strati a multi-versi, permette di rendere coesa la storia, nel succedersi dei tempi 0, e di riflesso coesa la Coscienza dell'osservatore-attore-abitante uomo, in particolare, che con la sua intelligenza la comprende.
Per l'umanità, sono le carte di lettura codificate a influenzare le tipologie di organizzazioni, nelle risposte fattuali. Le carte, come "tracciati cognitivi", non possono essere assolutizzate, poiché si evolvono in relazione all'evolversi delle geografie mentali e delle geografie spazio-temporali. In tale rimodellarsi, necessità un corrispettivo riadeguamento dei linguaggi, dei procedimenti e delle geometrie immaginative che permettono gli ordini caleidoscopici degli echi e dei fatti.
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iG. Leopardi. L'infinito dai I canti. Einaudi, 1962.