Amai trite parole che non uno osava. M'incantò la rima fiore amore, la più antica difficile del mondo. Amai la verità che giace al fondo, quasi un sogno obliato, che il dolore riscopre amica. Con paura il cuore le si accosta, che più non l'abbandona. Amo te che mi ascolti e la mia buona carta lasciata al fine del mio gioco. U. Saba
Alla luce di quanto sin qui tracciato, oggi sta emergendo una grande voglia di cambiamento, come un filo-silente, trasversale a tutte quante le Società, senza distinzione di razze e di religione, che lega in un unicum i singolari bisogni per dare voce alle differenze in una visione di Società a multi-verso e a multi-faccia, in grado di distanziarsi dalla crescente forma di omologazione de-personalizzata.
Tutto il sistema Terra sta divenendo una vera fiumana di umanità in cammino, che vuole essere partecipativa, si può leggere in tale movimento a volte ondulatorio altre volte sussultorio ma sempre pronto a rimodularsi, celermente, di piazza in piazza, di nazione in nazione, una pressante richiesta etica che si faccia trama silente delle relazioni socio-economiche, al di là delle differenti ideologie in nome di una autonomia consapevole e partecipe alla vita, a 360°.
Siamo in quello che si può definire un salto epocale, con un cambio d'indirizzo storico che nasce da un'apertura logica, come quella delle antiche donne del neolitico che aprirono alla agricoltura.
Il dissenso verso una politica economica arroccata in una forma di “signoria” che ricorda vagamente quell'ottusità intellettiva della classe nobiliare francese, sorda alle richieste di pane del popolo, nasce all'interno stesso del sistema globalizzato, come la naturale espressione del processo vitale che è una struttura moltiplicativa (la spugna storica) che non può essere racchiusa in un modello astratto.
L'errore storico di chi ha immaginato e spinto alla realizzazione “monolitica” dell'economia mondo, è nato da un vizio di forma, per aver voluto imporre un modello standardizzato e generalizzato di Società, tipico comportamento di un occhio-mente lineare-sequenziale che ha in sé una cecità di lettura nei confronti del ritorno della sua stessa azione che, perturbando il campo-habitat, produce un effetto farfalla con uno squilibrio di tutto l'insieme:
Lo studio dei sistemi complessii sta rivelando come ogni variazione minima nello stato di un processo vitale, automaticamente produca una biforcazione e una ridefinizione con nuovo modellamento dell'intero complesso sistemico, per cui ogni azione perturbativa introduce, nel tempo, un grado superiore di organizzazione.
La vita, quindi, alla luce di tali ricerche sarebbe un organismo in eterna rimodulazione che produce livelli di complessità, come un intricato gioco di fili a più strati soggiacenti che presentano delle implicazioni silenti.
Saper leggere la complessità richiede un occhio-mente che abbia una dimestichezza con quella "posizione a punto infinito" di occhio eco-biostoico, precedentemente definita, che è poco si combina con l'impostazione tayloristica della Società Industrialeii, a occhio lineare-sequenziale da catena di montaggio, figlia di quella scelta-primato dell'homo economicus di fine 1600.
Il non saper leggere gli effetti di ritorno sul campo-habitat nelle scelte, fa perdere il senso di realtà, rendendo il campo-habitat un vuoto di letturaiii, mentre l'azione del soggetto storico di scelta, in scelta si evolve come una linea vettoriale a un solo verso-indirizzo, di sola andata.
Il campo-habitat, quale sistema stratificato, non essendo di fatto un vuoto-assenza, risponde con sussulti a vari livelli di organizzazione dalle strutture più semplici a quelle più organizzate, si pensino gli effetti sul clima o sulle cellule o sulle economie locali-regionali dell'inquinamento o delle radiazioni o della globalizzazione.
Le risposte non lette da un osservatore miope, non sono una quasi forma di ribellione, ma processi naturali del rimodellarsi dell'organismo storico a corpo uno/tutto. L'occhio-mente lineare non sa ruotare lo sguardo per vedere gli effetti di ricaduta di una scelta sull'altro da sé.
In tale cecità si radicano le tirannie con gli stati di diffidenza e di controllo per bloccare le anomalie, secondo una logica a Stato di Polizia di cui fu un esperto il cancelliere Klemens von Metternich, all'indomani del Congresso di Vienna (1814-1815) con cui si disegnò la carta geopolitica dell'Europa:
Alla caduta di Napoleone, ci fu il tentativo delle case regnati di riportare le Società ad un sistema pre-rivoluzione, con la Restaurazione dell'Antico Regime. Da tale astrazione di un modello artificioso di realtà, che pretendeva di azzerare tutta l'azione di riordino amministrativo-culturale di Napoleone, nacquero, di lì a poco, le rivoluzioni borgheiiv con le barricate e le guerre risorgimentali.
La novità dell'impero napoleonico fu nell'introduzione dei codici e dei catasti (leggi di eversione della feudalità 2 agosto 1806) che chiuse definitivamente alle consuetudini feudali che avevano permesso gli accaparramenti, da parte degli aristocratici, delle terre comuni, - politica delle recinzioni - su cui applicarono, senza averne potere, i diritti di prelazione di gabelle e di pedaggi.
Quelle terre erano nel sistema feudale ad uso di tutti - usi civici - i diritti spettanti a una collettività nel trarre utilità dalla terra, dai boschi e dalle acque, come delle valvole di benessere per le popolazioni più povere che potevano esercitare gli usi di legnatico o di pascolo di animali o di raccolta di frutti spontanei o di caccia su quelle terre di nessuno. Ma, una volta recintate tali terre furono soggette ad una sistema complesso di riscossione di gabelle e pedaggi come forme quasi di pizzo (primo embrione del sistema mafioso); si legga a tele proposito il bellissimo saggio di E. Sereni, Il capitalismo nelle campagne (Einaudi, 1968) per comprendere come si sia determinato il progressivo impoverimento delle masse contadine.
Con i Codici Napoleonici, che si rifacevano al Diritto Romano:
La politica del Catasto con il riordino delle proprietà puntava all'introduzione di una moderna politica tributaria più equa, basata sulle rendite e non più i balzelli, pagati dai più poveri agli stessi feudatari che poi, a loro piacimento, dovevano versare nelle casse dello Stato.
Si comprende bene come sia stata forte l'opposizione e la pressione esercitata dagli aristocratici sui monarchi per riportare il tutto allo status quo, ante-napoleonico.
La risposta alla restaurazione fu così immediata che segnò la morte definitiva della classe nobiliare e di tutto il suo sistema di castelli-principati-servitù-privilegi-ozi-giochi-gabelle, con la nascita degli Stati borghesi a Sistema parlamentare dapprima liberale (riconoscimento del diritto di voto solo ai benestanti) e poi democratico (riconoscimento dato a tutti i maschi e dopo anche alle donne):
Il non saper leggere come un sistema unico la storia, non permette di intravedere nella sua struttura le creste d'evento che aprono le nicchie della spugna, per cui ogni scelta d'azione di un particolare stato di presente, se denaturata dalla sua proiezione d'onda, rende:
Importante è cogliere la responsabilità del mondo scientifico in tali dinamiche di corsa all'accaparramento del bene-comune:
La cecità cognitiva è nella pretesa di poter replicare a piacimento il modello, per racchiudere in un singolo stile di vita la ricchezza a multi-verso e multi-faccia della storia che trascende le carte che la rappresentano, legandola solo ad un limitato e particolare-verso di osservazione, di uno spazio-tempo ristretto, databile di una nicchia unica e irripetibile:
È la logica tipica del liberismo economico che fece da sfondo-contorno all'azione dell'impero inglese nel 1800 e per ricaduta di tutta la politica occidentale che ha prodotto le guerre mondiali prima, la guerra fredda dopo con la corsa agli armamenti, la divisione del mondo in 4 aree di ricchezza. Ma è anche la logica di quelle società in cui solo in pochi godono della ricchezza, mentre in molti soffrono e vengono “congelati” in uno stato endemico di ignoranza, per impedire loro di cum-prendere lo stato di malattia in cui sono tenuti, da chi si professa il loro custode e garante storico:
I sistemi autoritari, perpetuarono per secoli lo stato di ignoranza e ancora oggi ci sono tendenze necrofile, nelle politiche economiche, quando si fanno tagli alla Cultura:
Tali modalità sono fortemente incongruenti, rispetto alle letture scientifiche, nate al margine del sistema economico, da menti indipendenti, vicine a quella scelta di stile di Francesco, che non ebbe paura di guardare in faccia la povertà e di immaginare il “Mondo del Bene”.
È bene ribadire che la scienza non è neutra, ma al contrario è stata sin dal suo porgersi, al servizio dei sistemi forti della logica a Caino, infatti ha avuto un ruolo importante per la tecnologia bellica sin dai tempi di Archimede:
Scelte tutte di una logica liberista che prese il via dalla politica mercantilista inglese voluta da Cromwell (atto di navigazione, 1651) contro la Spagna, che vede nella ricchezza dei Popoli non segni di civiltà con cui confrontarsi e intessere scambi culturali, per accrescere le conoscenze collettive (effetto moltiplicativo); ma principalmente una massa di futuri consumatori dei prodotti delle sue industrie:
Il subire crea una forma di morte cognitiva, con un'implementazione del vuoto di spugna mentale e l'insorgenza di stati di ansia, di stress emotivo, di vuoto esistenziale, mali questi evidentissime nelle Società consumistiche.
L'aver ridotto gli individui al semplice ruolo di fruitore di beni materiali, depauperandoli della complessità di soggetto-osservatori storici, sta producendo il suo effetto di ritorno, quell'uomo de-personalizzato si sta ribellando e chiede dignità di essere un'univocità storica, un valore degno di essere accolto nella sua pienezza emotiva e mentale, quale bene prezioso (visione cristologica, pre-diletto, amato prima ancora del suo essere nato agli occhi di Dio-creatore):
La presa di consapevolezza della singolarità irripetibile d'individuo, già disegnata da Cristo, affermata dai monaci, e negata dai sistemi totalitari, nasce oggi dall'essere i giovani degli assidui fruitore degli spazi-tempi nuovi, legati alla stessa rivoluzione di internet.
La rete informatica da un lato ha tagliato le distanze facendo unico il mercato-mondo, visibile grazie ad un "click di mouse", ma dall'altro ha fatto fare alle nuove generazioni, nate a partire dalla fine degli anni '80, esperienza di navigazione, vista da essi come una forma di liberazione dalla pedanteria degli schemi scolastici, strutturati secondo la logica sequenziale tayloristicav.
E sono proprio loro, i giovani gli “assetati di libertà”:
Da molti benpensanti tale autonomia viene letta come una forma di narcisismo, che fa essere ribelli nei confronti di adulti che si sentono i depositari dell'ordine storico. Sempre quella facciata imbellettata che nasconde raggiri in nome di un ordine parolaio che è pura invenzione, poiché biostoricamente parlando la vita è disordine (di-s-ordine = 2 volte ordine, ordine complesso), è accoglienza di novità che allarga e accresce la struttura-chioma del suo frattale (creazione diveniente) che si fa contenitore della verità di tutti.
Se si inizia a guardare alla globalizzazione come ad una forma geometrica, una sfera-palla, che si può lanciare, far ruotare, percorrere con il dito sulla sua superficie e sezionare, tagliare a spicchi per calcolare il raggio o la diagonale o ricavarne la bisettrice... si assume quell'occhio “a punto infinito”, che permette d'elaborarne una molteplicità di carte di lettura che confrontate, danno la visione allargata dell'intero fenomeno chiamato “Villaggio Globale” che si apre a frattale.
Tale capacità visiva, è sfuggita a chi ha immaginato la globalizzazione per fini di monopolio dei grandi complessi finanziari e industriali che vogliono, in cuor loro, una produzione a bassissimo costo lavoro, data l'eccedenza di uomini nei paesi extra-comunitari a reddito zero. Essi, trasferendo parte delle produzioni in Asia o nei paesi balcanici, hanno commesso lo stesso errore di valutazione della classe nobiliare francese che alla richiesta del sovrano Luigi XVI di introdurre la tassazione sui grandi patrimoni terrieri (Politica del Catasto) risposero chiedendo la convocazione degli Stati Generali (5 maggio 1789).
I nobili era convinti di poter esercitare il controllo, tramite l'Assemblea, sul sovrano e lo Stato, poiché sicuri di avere la maggioranza nel voto (2 su 3), insieme all'Alto Clero e così poter impedire la costituzione dell'Ufficio del Registro sui beni, ma non avendo fatto i conti (cecità) con il Terso Stato e le angherie e vessazioni che essi esercitavano sulla classe servile; infatti persero il controllo, assunto dai borghesi che trovarono così l'occasione per dire basta:
La bellezza della storia-vita è nel suo ritorno d'effetto dell'azione quale resa dello stato di bene e di male implementato nella sua struttura stessa. Ogni processo tende ad uno stato di riequilibrio, come una uragano che prenda corpo dal battito di ali di una farfalla e ritorni ad essere semplice emissione di un respiro, quel alito di vita, in cui il profeta Elia vide la presenza-azione di DIO-Creatore che biostoricamente è il quanto storico, promotore del processo stesso.
Ogni fenomeno è riassorbito dal sistema che resta, tuttavia, per sempre informato di tale passaggio come memoria storica di una possibilità di risposta nella dinamica del divenire.
La visione di una globalizzazione monolitica, nella mani dei grandi della terra, è stata ingabbiata dal suo stesso vizio di forma:
Importante comprendere come intorno a tale gabbia concettuale siano stati poi organizzati i sistemi scolastici che hanno avuto la pretesa idiota di assoggettare le menti alla linearità di lettura di un occhio che segue il rigo della pagina, mentre il pensiero è a anch'esso una spugna a frattale che con biforcazioni apre ai chiaro-scuro degli stati di consapevolezza a multi-strato e a multi-forma e a multi-accesso. Rispettare il modo naturale del suo essere-moltiplicatore di informazioni è l'approccio biostorico alla conoscenza che supera le divisioni a particelle slegate di saperi e punta al potenziamento delle facoltà immaginative e proiettive.
Rendere lineare la vita, mostra tutta la cecità di lettura di un occhio-mente che non sa ascoltare i fremiti del campo-nicchia in cui sta agendo:
Oggi i giovani stanno sperimentando una mappatura di mente pluridimensionale, iniziando a giocare con la realtà come con quella forma a sfera, così come prima ipotizzato:
Il pensiero è esso stesso uno spazio pluridimensionale, che apre ad una forma a frattale, che richiede una grande consapevolezza del suo essere un uno/tutto, ma purtroppo non tutti sviluppano le medesime ampiezze di chioma, per cui si creano dei dislivelli di piani immaginativi che implicano una minore o maggiore possibilità ideativa nel rispondere alle perturbazioni di campo:
Perché il gioco individuo-campo sia funzionale al benessere comune, necessita una relazione paritaria, in cui, entrambi i soggetti storici della relazione, abbiano una uguale ampiezza di apertura di spazio immaginativo, per potersi liberamente muovere nelle ipotesi dei fatti.
Le dittature nascono dalle sperequazioni di conoscenze tra chi sa di più e chi di meno, il dislivello informativo è funzionale alla tenuta stessa del potere che tende a nascondere le informazioni (sistemi oscuri), per questo si può definire un fattore di rottura dell'equilibrio generazionale, quando si attua un arricchimento di conoscenze da parte dei giovani, rispetto alla generazione adulta:
La globalizzazione è stata l'immagine-forma elaborata, da una ceto imprenditoriale e finanziario che si è mosso con la vecchia logica inglese che vedeva nella colonizzazione solo l'insieme di singoli compratori delle sue stoffe di cotone.
L'idea che il Mondo si potesse percorrere in lungo e in largo, con una velocità inimmaginabile sino a 50 anni fa, ha messo in moto gli appetiti di chi ha visto una ulteriore possibilità di triplicare gli utili dei loro già grassi guadagni (la lorica vecchia dell'accaparramento).
Essi hanno puntato a tre obiettivi fondamentali:
In Italia sono stati i grandi nomi della moda, ed esempio, a servirsi di laboratori cinesi e asiatici in generale, con manodopera a livelli di vera schiavitù, e come effetto di ricaduta, avendo trasferito competenze in tali aree che non sono restate inattive, oggi quelli restituiscono all'Europa la loro competenza arricchita che si fa concorrenza:
Si sta creando un effetto d'onda di ritorno che sta ribaltando (effetto guanto) le intenzioni egemoniche di quelle consorterie economico-finanziarie che hanno fatto dello sfruttamento umano e dell'accaparramento delle risorse-mercati la vera forza della loro immensa ricchezza:
Oggi, inoltre, dietro la crisi finanziaria che sta sconvolgendo le stesse politiche nazionali in Europa, non ci sono più i soliti baroni, ma nuove realtà fortemente dinamiche e addentrate nelle logiche informatiche che muovono le risorse monetarie da un lato all'altro dei Continenti, senza rivelare la loro identità.
Intorno a questa cerchia di nuovi eletti dall'etica da "homo economicus", c'è un sottobosco di campo-habitat a più gradi-livelli di povertà, che va:
Tutte queste sacche di indigenza, con differenti gradi e tipologie di degrado, tolgono il “ben dell'intelletto” direbbe Dante e rendono malato l'intero sistema Terra.
Concludendo questa passeggiata nella storia e nella mente ideativa e attuativa dell'osservatore-uomo, per comprendere il ribaltamento del significato da una creazione compiuta ad una diveniente, che possa riconciliare la Scienza con Dio, auspicata nell'ormai “classico” dialogo tra il filosofo Jean Guitton, il fisico Grichka Bogdanov e l'astrofisico Igor Bogdanovviii; necessita focalizzare l'osservazione su due chiavi di lettura che aprono al salto logico di visualizzazione a frattale:
L'aver posto il vincolo osservatore-osservazione a completamento di quello osservato-osservatore (carta biostorica), se da un lato ridimensiona il valore della scienza, riconducendola alla semplice narrazione di un intravistoix, dall'altro vincola lo stesso scienziato a non assumere la veste da dio-Creatore:
Solo prendendo consapevolezza del legame cognitivo letto-lettore-lettura, lo scienziato può valicare il suo limite storico-culturali nella traccia-onda che sta disegnando e mettere a fuoco i gradi di condizionamento del suo stesso vedere, per aprirsi ai nuovi percorsi possibili.
Nel salto di paradigma da una scienza delle leggi ad una dello sguardo si crea quella frattura che apre alla fioritura del nuovo orizzonte cognitivo con il passaggio da una geografia a universo compiuto, ad una a creazione aperta alle eterne geometrie nuove che si fa Società della Conoscenza.
La disponibilità mentale a saper indirizzare lo sguardo al piano del futuro, fa essere sempre pronti a stracciare le carte dei saperi che, pur restando valide nei confini da cui sono emersi, sono inutilizzabili nei nuovi orizzonti:
Con una visione a complesso sistemico a uno-tutto, in eterno divenire, muta la funzione storica dell'osservatore, poiché è richiesta la sua attiva partecipazione con la relativa assunzione di responsabilità storica che lo pone quale co-abitante e co-attore di azioni vitali, in una dinamica di campo-individuo a utero-feto, di eterna creazione.
È nella relazione che si edifica la vita, in ogni attimo di presente e la sua evoluzione non è scontata, non è predeterminata, essendoci i gradi, a più livelli, di libertà in ogni sottosistema che sceglie di risponde alla vita:
Lasciando ai teologi l'approfondimento di una tale impostazione di lettura a dio-mamma, in tale ambito epistemologico si vuole cogliere come l'ascrizione di una pagina storico-disciplinare, indipendentemente se di taglio scientifico o umanistico, sia una relazione privata tra un osservatore e un osservato che proprio in tale legame al singolare fa assumere alla carta conoscitiva una funzione moltiplicativa nel multi-verso di realtà.
Superando le laceranti dicotomie disciplinari del '900, oggi si può provare a leggere con una mente-occhio connettivo la pluralità degli stili e delle definizioni storiche per scorgerne in esse non delle sottrazioni di senso, ma gli arricchimenti di valore come le capacità a creare quell'occhio di mosca in grado di moltiplicare gli sguardi per rendere sempre più prezioso il ricamo della conoscenza-vita.
Punto-nodo di partenza è l'accettazione che non esiste singolarità se non come forma-seme di un quid che non ha ancora preso dispiegamento spazio-temporale:
Antonia Colamonico