Amai trite parole che non uno osava. M'incantò la rima fiore amore, la più antica difficile del mondo. Amai la verità che giace al fondo, quasi un sogno obliato, che il dolore riscopre amica. Con paura il cuore le si accosta, che più non l'abbandona. Amo te che mi ascolti e la mia buona carta lasciata al fine del mio gioco. U. Saba
Il processo di conoscenza tracciando il lato visibile (abito) del vuoto-eco, lato invisibile, di storia, assume la funzione di co-organizzatore dell'azione creatrice:
Tutti, nel tutto, hanno una funzione partecipativa che li rende unici insieme in quella particolare piega di cresta storica, a cui l'osservatore storico-uomo può attribuire una data, un luogo e un fatto-nome, distinguendo e formalizzando.
Il processo creativo ponendosi come dialogica di un sistema a due-logiche distinte, individuo e campo, che insieme si armonizzano, non può essere inteso come “pura” organizzazione di energie che, seguendo il loro cieco andare, accidentalmente si accorpano (visione carta antica) in organizzazioni molecolari a molteplici masse di materia, il cui stato più evoluto è indicato nello stesso cervello-pensiero umano.
Come sottolineato da H. Maturana e F. Varelai, la lettura dell'uomo parte da una posizione di occhio esterno alle dinamiche e coglie, di fatto, solo gli effetti a livello di membrana-superficie perimetrale, ma non sa vedere il perché del come avvenga l'organizzarsi delle forme distinte, in sistemi sempre più complessi che presentano caratteri di novità, rispetto allo stadio iniziale.
Con la lettura si tracciano, solo le mappe delle forme esterne dei processi, come dei movimenti di deformazioni di membrane, che celano tutto l'insieme delle reti di processi interni che creano il mutamento; si pensi ad una mano che invecchiando assuma rugosità, ma ciò dice poco del metabolismo o dello stato glicemico o dell'osteoporosi o degli stati mentali del corpo tutto, di quella mano.
I ricercatori, oggi, preferiscono parlare in termini di emergenza di un fenomeno vitale, come l'affiorare da un vuoto-assenza che renda la cosa osservabile, quale isolato-forma che si differenzia dal contesto-contorno vitale; in tale differenziare in “essere fuori e l'essere dentro” la dinamica di osservazione apre a due fuochi di lettura con due differenti campi di essere di un unica organizzazione vitale:
Si pensi ad un seme che marcisce in un terreno umido e germoglia, tale fenomeno quando fu compreso dalle donne del Neolitico (5.000 a.C), diede il la all'agricoltura, per cui esse nell'attesa del ritorno al accampamento dei mariti-cacciatori, iniziarono a ricreare quello che avevano compreso e a intervenire con la loro intelligenza nel processo rigenerativo della Naturaii. In tale salto logico di quelle donne antiche, l'umanità comprese che ogni qual volta si creino certe situazioni di “terreni-semi-umidità”, si potranno rigenerare le gemmazioni di semi.
L'emergere è quindi l'operazione dell'isolarsi per emanciparsi dal campo-habitat di contorno e la relazione “individuo/campo-nicchia”, è la forza vitale che permette il riaffiorare nei tempi-spazi successivi di tale tipologia di fenomeno.
Esiste una forma di “codice nascosto” di memoria latente che se pur silente, rende coese le relazioni vitali come un'alternanza ciclica, a tempi distanziati, di ordini/disordini organizzativi, che generano un'alternanza di sintropie/entropie, come le 2 fasi alterne, di apertura/chiusura, della coerenza storica:
Analizzando la posizione dell'occhio-mente osservatore uomo di fronte all'emergenza, si possono isolare le azioni di lettura, come il metodo di rilevazione e giustificazione della vita:
L'osservatore ha consapevolezza che in tale 3° stadio d'indagine, la sua stessa intelligenza entra nell'azione d'esplorazione, trovando giustificazioni che sono più vicine alla sua capacità elaborativa che al modo naturale del seme che nella possibilità del marcire, non smette di essere seme, ma semplicemente arricchisce la struttura, con il contributo del campo, di nuove funzioni che ne ampliano la partecipazione storica. In tale evolversi, infatti, muta l'organizzazione, in una, solo apparente, res nuova, più complessa. L'evoluzione da seme a germoglio-pianta è un procedere verso un fine, filo-eco, intrinseco al suo stesso essere seme, che ha memoria del come divenire pianta, linea evolutiva naturale del suo stesso di essere-individuo nella storia:
Essendo quest'ultima una lettura che ha consapevolezza della soggettività del ricercare, l'osservatore sa che nel suo giustificare e dare voce all'organizzazione del fenomeno, l'ha implicitamente delimitato, racchiuso, vincolato come in una bolla, pronta a dissolversi, in una nuova forma di comprensione:
Solo in tale 3a fase si possono isolare le sintropie e le entropie degli ordini vitali che danno corpo reale ad ogni individuo concreto.
Jacek Yerka
In molti, ancora oggi, prendono le distanze da Luigi Fantappiéiii che ha teorizzato la “teoria della sintropia”, perché vedono in lui un “alone d'emotività” che poco s'addice all'idea comune di un ricercatore scientifico, avulso dall'emozione (chiusura ideologica). In tale giudizio negativo, essi rivelano la loro poca accortezza di veduta, poiché un ricercatore, degno di tale nome, non può restare indifferente e non può estraniarsi dalla sua stessa azione, né tantomeno può evitare di fantasticare sulle possibilità diversificate dei modi di essere di quel quid-res di riflessione.
Il padre della visione sintropica, nel suo studio sulla relatività ristretta, isolò un filo-legame nell'evoluzione degli stati che crea la dipendenza non dal solo passato, ma dal futuro (piano del non ancora), come una forma d'ingerenza nella risposta dell'ora-adesso, per cui si creerebbe una dipendenza storica da un futuro-fine ( come di una creazione che si evolva verso una meta), in tal senso egli lesse il futuro come “l'ordinatore” storico.
Si può comprendere come una tale visione, si sia scontrata con il “senso del luogo comune” della scienza; si era negli anni a cavallo tra il 1940 e il 1950, in piena era di conflitti ideologici e bellici con una grande rivalità tra 3 visioni del mondo che rivendicavano, ognuna per sé, il diritto di verità; quella hitleriana, quella americana e quella sovietica.
Gli scienziati asserviti, intorno alle idee di supremazia, di guerra e di eugenetica, avevano perso il significato profondo della scienza, quale semplice spettatrice-amante, attenta e vigile, della bellezza del divenire storico.
In quegli anni aprire una finestra di riflessione sul fine intrinseco della storia, implicò a quelle coscienze, depauperate dalle verità universali, porre la relazione tra azione-significato-valore della stessa azione, cioè aprire uno spazio introspettivo che facesse riflettere sul dove si stesse andando e se fosse il caso di andare su quella strada intrapresa.
Nessuno ebbe voglia di auto-valutarsi e l'effetto fu il disastro che tutti conoscono, in quanto essi negarono l'azione neghentropica di correzione d'azione che porta ad abbandonare una strada definita pericolosa.
La fortuna non cambiò negli anni della ricostruzione, 1950-1960, poiché lo studio del matematico e fisico italiano, isolava la presenza di un “fine etico” nelle maglie del divenire che evocava nelle coscienze, finalmente acquietate dalle paure belliche, spettri antichi di visioni escatologiche e cacce alle streghe:
Egli per primo, apri una crepa nella spugna storica con il corrispettivo impianto immaginativo del processo vitale e sottolineò la presenza di una quasi forma di memoria intrinseca al divenire, egli, come credente, la lesse come l'impronta di Dio, ma questa giustificazione, non agevolò la fortuna della sua osservazione, poiché si scontrò con la logica comune dell'essere lo scienziato, rigorosamente, agnostico.
Invece, con la lettura eco-biostorica di spugna a uno/tutto, la sua novità di una lettura della sintropia, pone un grande deterrente storico all'involuzione cieca (visione di un'entropia totale) del sistema vitale, poiché riconoscendo un grado ordinativo, intrinseco al modo sistemico naturale, egli ha aperto le menti all'idea di una storia che proceda verso gradi sempre più complessi e molteplici di ordini multipli, per cui lo stato d'entropia è solo uno stadio passeggero del modo d'essere tutto dell'insieme sistemico eco-biostorico.
In breve egli aveva anticipato ciò che si è scoperto, tra anni 1960-1990, con gli studi sul Caos, ad esempio di R. Mayiv che introduce l'idea di "finestre di ordine nel caos" come un'evoluzione naturale del procedere degli ordini vitali.
Sotto il profilo dell'indagine storiografica, per poter comprendere il perché di tale ostilità nei confronti del padre della sintropia, necessita fare una salto storico e far riemergere il come si sia creata la frattura tra scienza e fede.
La novità democratica del Cristo, iniziò a mettere radici nel sistema Imperiale e assunse dapprima una forma di clandestinità, poiché l'idea di un'uguaglianza, apriva ad una crisi energetica (forza lavoro), mettendo in “forse” il significato di schiavitù e poi una prima legittimazione da parte di Costantino (Editto di Milano, 313, in cui impone la libertà di culto) e una vera inclusione nelle stesse trame del potere imperiale con Teodosio, nell'editto di Tessalonica, 380, che ne fece la religione di Stato, da imporre alle stesse popolazioni tutte.
Imbrigliare nelle logiche del potere la bellezza della democrazia cristologica, si rivelò una strategia poco accorta, poiché da un lato irritò le popolazioni sottomesse, dall'altro diede una buona occasione alle “genti” non latine, per richiedere una libertà da pari nella gestione della res pubblica:
Importante ricordare che negli anni tra il 400-1000 ci fu la moria di uomini e la perdita delle conoscenze in generale e delle stesse tecniche agricole in particolare. In tale stato di grande ignoranza da un lato si attuò il trapasso di testimone nella organizzazione-gestione della res pubblica dall'imperatore al Pontefice unico difensore delle popolazioni latine (aspetto politico) e dall'altro la ruralizzazione dell'Occidente con l'organizzazione feudale (aspetto economico).
L'assorbimento nelle maglie dello stesso sistema imperiale asservì in un certo qual modo il cristianesimo alle logiche di potere e gli stessi pontefici iniziarono ad essere l'espressione di una aristocrazia terriera, colta che in un momento in cui nessuno era più in grado di leggere, introdusse un documento che affermava la supremazia teocratica del pontefice sul potere politico, con la falsa “Donazione di Costantino” (313) che tanto spiacque a Dante e che solo nel 1490, l'umanista Lorenzo Valla dimostrerà apocrifa:
“Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!”
(Inferno XIX, 115-117)________________________
i H. Maturana, F. Varela, L'albero della conoscenza. Garzanti, 1984ii A. Colamonico. Fatto tempo spazio. Op. cit. 1993.iii “Nel 1942 il matematico Luigi Fantappiè (1901-1955) analizzò a fondo le proprietà matematiche dell’equazione energia/momento/massa della relatività ristretta di A. Einstein, trovò che la soluzione che si muove in avanti nel tempo descrive energia che diverge da una causa collocata nel passato e materia che si distribuisce in modo omogeneo e disordinato, mentre la soluzione che si muove indietro nel tempo descrive energia che converge verso una causa collocata nel futuro e materia che si organizza in strutture e forme di ordine. La soluzione che si muove in avanti nel tempo è governata dalla legge dell’entropia (dal greco en=divergente, tropos=tendenza), mentre la soluzione che si muove indietro nel tempo è governata da una legge simmetrica che Fantappiè denominò sintropia (dal greco sin=convergente, tropos=tendenza). Elencando le proprietà matematiche della legge della sintropia, Fantappiè scoprì che esse coincidono con quelle dei sistemi viventi, giungendo così all’ipotesi suggestiva che la vita è causata dal futuro e solo marginalmente dal passato (Fantappiè, 1944)”. Fonte: U. Di Corpo, A. Vannini. Le Origini della Vita alla luce della legge della sintropia. In Syntropy 2011 (1): 1-8 - http://www.sintropia.it/italiano/2011-it-1-1.pdf; - G. Arcidiacono, S. Arcidiacono Sintropia Entropia Informazione. Una nuova teoria unitaria della fisica, chimica e biologia. Di Renzo Ed. 2006.iv J. Gleick.Caos. La nascita di una nuova scienza. Rizzoli, 1889.1 MAGGIO 2010