MalaMente

L'errore cognitivo genera il male storico


La Vita non fa sconti, restituisce tutto quanto senza distinzioni e favoritismi, in tal senso si fa Democrazia.

La Grande Guerra

Veglia

Cima Quattro

il 23 dicembre 1915

Un'intera nottata

buttato vicino

a un compagno

massacrato

con la sua bocca

digrignata

volta al plenilunio

con la congestione

delle sue mani

penetrata

nel mio silenzio

ho scritto

lettere piene d'amore

Non sono mai stato

tanto

attaccato alla vita

(G. Ungaretti)

San Martino del Carso

Valloncello dell'Albero Isolato

il 27 agosto 1916

Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro

Di tanti

che mi corrispondevano

non è rimasto

neppure tanto

Ma nel cuore

nessuna croce manca

E' il mio cuore

il paese più straziato

(G. Ungaretti)

Fratelli

Mariano

il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete

fratelli?

Parola tremante

nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante

involontaria rivolta

dell'uomo presente alla sua

fragilità

Fratelli

(G. Ungaretti)

Un'intera generazione di giovani fu sacrificata in nome dell'idea di potenza degli Stati. Le logiche necrofile, incuranti delle vite, spinsero alla carneficina che mostrò nella sua crudezza l'imbecillità e infondatezza di teorie economiche e sociali basate su una lettura uni-direzionale della dinamica storica. Osservando le immagini emerge l'ordine nell'organizzazione delle tombe è come se si sia voluto porre un rimedio al disordine dei fuochi e cannoni, delle carni straziate e delle grida di morte.

Porre un muro quasi al pianto delle madri che con quelle vite diciottenni hanno visto sparire per sempre l'orgoglio di essere mamme.

In tale spettacolo si legge l'assenza di valore dato alla vita con la mancanza di significato dato alla stessa progenie vista come "cosa" priva di valore, solo un "pezzo" di carne da sacrificare in nome di una velleitaria mania di grandezza e di dominio.

Non è facile fare accettare l'idea di azioni creatrici di vuoto/pieni di storia, ma tali cimiteri, mostrano tutto quello che non ha potuto nascere, tutto quello che non ha avuto luogo e storia; in ciò è l'assenza di una linea evolutiva che si è fatta caverna-inghiottitoio storico. La negazione è l'atto di una mente "maligna" che uccide la speranza, di un Ego miope e profondamente nemico della vita stessa.

Necessita quindi un salto di paradigma, comprendere che la vita ha le sue regole, le sue dinamiche e prospettive e solo rispettandole si potrà ridurre, con un processo neghentropico, l'entropia della morte.

Ogni azione è un atto decisorio che implica una scelta che apre, con un si, ad un percorso e chiude, con un no, ad un altro; in tale gioco di apertura e chiusura, necessita un occhio vigile, cauto che sappia anticipare gli effetti d'evento e che eticamente sappia scegliere le portate più vitali; tutto questo operare e valutare pone, a sua volta, una coscienza (logica di Spazioliberina) sgombra dai pregiudizi e dalle sacche delle tirannie. Sono questi che rivelano lo stato di paura, fattosi sistema storico.

Uno stato di diffidenza e incapacità che invece d'essere curato, come malessere psichico-economico, è stato esaltato come il solo stato possibile di realtà, interiorizzato come logica oggettiva e ineluttabile e in tal senso la grande bugia storica.

Antonia Colamonico

Da Il Grido

Agostino


- Pronto Don Agostino, sono Alessio, sono a Conca Specchiolla, c'è uno spettacolo da brivido...

Agostino, si apprestò ad uscire, mentre col pensiero scorreva ogni parola di quella telefonata, come i grani del rosario del venerdì.

Lo spettacolo che si porse ai suoi occhi, su quella spiaggia di scogli misti a sabbia, era un film senza colore, come quelli di Rossellini, quando nel dopoguerra proiettava il volto nascosto della guerra.

Altra gente era accorsa, tutto il paese si stava mobilitando. Decisero di dividersi in piccoli gruppi e di percorrere la costa, lui si mosse verso sinistra, dove la sabbia prendeva il sopravvento sugli scogli, rubando loro la supremazia. Il cielo era grigio come l'acqua torbida, in cui si intravedevano alghe strappare dal fondale. Certo il giorno prima con quel tempaccio e quel vento di scirocco il mare si era fatto grosso e rumoroso, tanto che se ne sentiva l'eco dalla sacrestia.

Ogni passo si fermava, non distogliendo gli occhi dalla riva, guardava a destra, poi a sinistra e ogni tanto un grido rompeva quel silenzio cupo: - Eccone un altro!

Fu così che apparve, semi sommersa dalla sabbia, quella camiciola bianca che si confondeva con la spiaggia; comprese lo stato d'animo di Noè dopo il diluvio, era un corpicino di bambina di qualche mese.

Gli si accostò senza toccarla, era piccola, piccola e tutta sola in quella veste bianca che una mamma aveva cucito con tanto amore. Era fredda, lo si capiva dal colore, le palpebre abbassate tracciavano una linea tenue e il nasino e la piccola bocca aperta all'ultimo respiro.

Se ne era andata dolcemente, senza disturbare le polizie del mondo con la sua clandestinità di bimba senza identità.

Un vuoto scavò il cuore di Agostino, certo la valle di ossa secche che si mostrò al profeta doveva essere come quella spiaggia, piena di corpi trafugati alla vita. Anche lui, nuovo Ezechiele, si chinò a raccogliere tra le braccia quel corpicino e provò a soffiare l'alito della vita, percependo un lieve tremore a mo di saluto, mentre un carabiniere gli si accostava dicendo: - ne abbiamo raccolti circa ottanta, don Agostino.

Solo allora il pianto, iniziò a farsi spazio nella gola di tutto quello strazio, voluto dai cuori di pietra di tanta grassa civiltà.

(da A. Colamonico. Il Grido. 3° Ordito © 2011)


Quadro poetico, 1994

Il volto della Storia è la Vita

Nella vita non raccogli ciò che semini, raccogli ciò che curi. C. M Schulz

Il vicolo cieco nelle proiezioni fattuali a curvature catastrofiche è stato, ed è ancora per molte società, nell'aver per millenni privilegiato, nelle letture, lo sguardo a dimensione maschilista, con la giustificazione pretenziosa della superiorità, nello svolgere un ruolo-funzione, se si mostrano comportamenti arroganti e prepotenti che hanno finito col dare un'impronta a Etica forte, nella valutazione e giustificazione fattuale.

L'esaltazione della forza, sia fisica che mentale, come il valore storico, ha partorito una visione monca di realtà, in cui la lotta per la sopravvivenza è imposta come nodo-cardine delle organizzazioni storico-politiche:

  • Una Società a sguardo monco, nasce dalla creazione di un privilegio-baronia che dà dignità e veste di verità solamente a uno degli sguardi possibili, ma a condizione che sappia essere impositivo, selettivo, fortemente consapevole dei rapporti di potere/sottomissione e dei vincoli d'appartenenza ad una cerchia di supremazia. Uno sguardo non riducibile a un semplice fatto di genere, molte donne lo possiedono e lo impongono, ma a una forma antropologica di paura a mostrare la tenerezza nelle letture, tenerezza riconducibile alla dimensione di madre (rapporto utero-feto).

La dimensione materna è quella consapevolezza che allarga la coscienza alla novità (occhio democratico) che prende casa nelle proprie membra e che predispone alla dimensione dell'accoglienza, letta non come un fattore di squilibrio del potere-controllo, ma come una ricchezza creativa di una nascita nuova:

  • L' occhio democratico è un occhio buono, carezzevole. La bontà è uno spazio mentale più elaborato ed evoluto che rende il ragionamento svincolato/svincolante, cioè aperto ai multi-senso degli occhi multipli dei tanti io-sé nel mondo di Dio, in tale apertura critica alle ragioni e ai bisogni altri, l'io-sé scolora le sue gabbie logiche per farsi sguardo carezzevole, cioè vicino al modo amorevole del Dio-mamma, utero della vita. Negare l'esistenza di Dio-creatore da parte dell'osservatore, non implica la negazione del suo essere forza coesiva della storia in ogni tempo zero di presente.
  • (da: Le impaginazioni storiografiche e i sistemi ordinativi. In Antonia Colamonico. Il metodo eco-biostorico per uno sguardo-lente a frattali informativi. Imparare le tecniche di navigazione per viaggiare nelle conoscenze © 2015


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